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Chain Gang

Sam Cooke
Language: English


Sam Cooke

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I'm Free From the Chain Gang Now
(Johnny Cash)
La Garaventa
(Anton Virgilio Savona)
This Little Light of Mine
(Sam Cooke)


[1960]
Uscita come singolo e poi inclusa nell'album "Live At The Harlem Square Club, 1963", pubblicato nel 1985.



Ho ritrovato il testo di questa canzone sul sempre ottimo Maggie's Farm di Michele Murino e mi pare che possa starci bene sulle CCG...
Sam Cooke la scrisse tre anni prima della ben più carica di speranza A Change Is Gonna Come... Con il fratello Charles si era imbattuto in una squadra di detenuti alla catena che lavorava su una strada in Carolina e Sam si era voluto fermare e aveva regalato a quegli uomini alcuni pacchetti di sigarette...
"Chain Gang" mi ha anche ricordato un bellissimo film di Mervyn LeRoy, "I Am a Fugitive from a Chain Gang" (che da noi circola con il titolo "Io sono un evaso") che, per quanto risalga al 1932, è estremamente moderno e molto avvincente, grazie alla regia (LeRoy era un pioniere di grande mestiere) ma soprattutto all'interpretazione di Paul Muni e alla storia, basata sull'autobiografia di Robert Elliott Burns.

Burns, classe 1892, come molti altri giovani americani, fu spedito a combattere in Europa quando, nel 1917, gli USA dichiararono guerra alla Germania… Al suo ritorno dalla guerra, anche Burns, come molti altri ex-combattenti, non trovò lavoro, non riuscì a reintegrarsi in una società dove già erano evidenti tutti i segnali della crisi che avrebbe travolto l’economia americana nel 1929… Molti veterani, che avevano rischiato la pelle e avevano visto i compagni massacrati sul fronte francese, finirono col doversi arrangiare per sopravvivere… Nel 1922 Burns fu arrestato in Georgia, grazie ad una soffiata, come presunto autore di una rapina a mano armata che aveva fruttato un bottino assai cospicuo: 5.81 dollari… Si beccò 10 anni di lavori forzati e finì in una delle “chain gang”, le squadre di detenuti incatenati fra loro che lavoravano su tutte le strade, nelle cave, e in tutti i cantieri pubblici degli States, fornendo quella manodopera gratuita con cui di fatto si continuava a perpetrare l’abolito sistema schiavistico… e non è un caso che poi i detenuti-schiavi alla catena fossero in maggioranza afroamericani… Burns evase dopo poco e si rifece una vita a Chicago, facendosi strada nel mondo della carta stampata e diventando l’editore del Greater Chicago Magazine… Purtroppo però trovò sulla sua strada una donna stronza e avida che, venuta a conoscenza del suo passato, lo ricattò per anni e finì poi col denunciarlo alle autorità. La “giustizia”, ancora più stronza della moglie bastarda, prima convinse Burns a costituirsi con la promessa che avrebbe scontato la pena con 3 mesi di carcere “leggero”, poi, quando lo riebbe sotto le sue grinfie, lo rispedì alla “chain gang” per un anno intero… Ma Burns scappò ancora… Fu di nuovo arrestato nel 1932 nel New Jersey ma il governatore si rifiutò di estradarlo… Solo nel 1945 Burns fu graziato: 23 anni dopo una rapina da 5 dollari di cui probabilmente era pure innocente! (fonte: en.wikipedia)

Il film di Mervyn LeRoy, girato all’epoca del secondo arresto di Burns, quando la sua incredibile storia di accanimento giudiziario divenne di dominio pubblico, contribuì in modo determinante allo smantellamento del sistema delle “chain gang” nei penitenziari statunitensi…
Di questo film ricordo in particolare due scene.
Nella prima Paul Muni, che interpreta Burns, viene pestato dalle guardie carcerarie che poi lo appendono ad un trave per frustarlo, ma pure il secondino figlio di puttana, quando gli strappa la camicia, esita ad usare la frusta vedendo il tatuaggio che Burns ha sulla schiena, quello di un reparto di combattenti sul fronte francese.
Nell’altra scena, quella finale, Paul Muni, braccato dalla polizia, rischia l’arresto pur di incontrare una donna di cui è innamorato… Dopo essersi congedato per sempre da lei, l’amata in lacrime gli chiede come farà a vivere… il volto di lui sfuma e piano piano scompare nel buio e nella nebbia mentre Muni/Burns sussurra “Io rubo…”

(hooh! aah!)
(hooh! aah!)
(hooh! aah!)
(hooh! aah!)

(Well, don't you know)
That's the sound of the men working on the chain gang
That's the sound of the men working on the chain gang

All day long they're singing
(hooh! aah!)
(hooh! aah!)
(hooh! aah!)
(hooh! aah!)

(Well, don't you know)
That's the sound of the men working on the chain gang
That's the sound of the men working on the chain gang

All day long they work so hard
'till the sun is going down
Working on the highway and byways
and wearing, wearing a frown
You hear them moaning their live away
Then you hear somebody say

That's the sound of the men working on the chain gang
That's the sound of the men working on the chain gang

Can't you hear them saying
Mm, I'm going home one of these days
I'm going home see my woman
Whom I love so dear
But meanwhile I got to work right here

(Well, don't you know)
That's the sound of the men working on the chain gang
That's the sound of the men working on the chain gang

All day long they're singing
my, my, my, my, my , my, my work is so hard
Give me water, I'm thirsty

My work is so hard

Contributed by Alessandro - 2009/11/20 - 10:14



Language: Italian

Traduzione italiana di Michele Murino da Maggie's Farm

[La canzone di Sam Cooke è stata riproposta da molti artisti... Bob Dylan la registrò ai Sunset Sound Studios di Hollywood, Los Angeles, California, il 27 Marzo 1987, durante le sessioni di registrazione dell'album "Down In The Groove".]
LAVORI FORZATI

(hooh! aah! hooh!)
Sento qualcuno che dice...

(hooh! aah!) (hooh! aah!)
(hooh! aah!) (hooh! aah!)

(Beh, non lo sai?)
E' il suono di uomini ai lavori forzati
E' il suono di uomini ai lavori forzati

Cantano per tutto il giorno
(hooh! aah!) (hooh! aah!)
(hooh! aah!) (hooh! aah!)

(Beh, non lo sai?)
E' il suono di uomini ai lavori forzati
E' il suono di uomini ai lavori forzati

Per tutto il giorno lavorano duro
finchè il sole non tramonta
Lavorano sulle highways e sulle stradine
E con cipiglio minaccioso
Li senti gemere per la loro vita che passa
Allora senti qualcuno dire...

E' il suono di uomini ai lavori forzati
E' il suono di uomini ai lavori forzati

Non li senti cantare?
Mm, tornerò a casa uno di questi giorni
Tornerò a casa dalla mia donna
che amo così tanto
Ma intanto devo lavorare qui...

(Beh, non lo sai?)
E' il suono di uomini ai lavori forzati
E' il suono di uomini ai lavori forzati

Per tutto il giorno cantano, mm...
il mio lavoro è così duro
Datemi dell'acqua, sono assetato

Il mio lavoro è così duro...

Contributed by Alessandro - 2009/11/20 - 10:35


Da "Uomini al passo" ("Cadence"), 1990.
L'idea della marcia fuori ordinanza al ritmo di Chain Gang di Sam Cooke è un'invenzione spettacolare e narrativa di grandissima efficacia. (Davinotti)

B.B. - 2020/1/1 - 00:22




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