Mio nonno partì per l'Ortigara,
Diciannovenne, vestito da Alpino
E si spararono dalle trincee,
Contadino su contadino.
E li mandarono all'assalto un giorno
Sotto il fuoco dell'artiglieria
Che doveva spazzare via
I maledetti reticolati;
Ma avevano sbagliato misura
Ed i trecento Alpini arrivati,
Di trecento tornarono in trenta
Dopo una notte nella neve
E nemmeno gli dissero grazie,
Nemmeno una licenza breve.
Così la guerra fu vinta, dissero;
Pare la vinsero gli italiani
E mio nonno con gli altri partì
In quell'inverno di freddo e di fame
Però la patria non fu avara
Quando depose il suo fucile
Perché il ministro gli consegnava
Un assegno da mille lire.
E nel treno del ritorno
Gli occhi inseguivano un sogno in volo
Con mille lire ti puoi comprare
Tutta la piana di Granaiolo.
E dopo mise su famiglia,
Ma l'assegno non arrivò,
Poi una guerra anche peggiore
L'assegno lo dimenticò.
E lenti passano ancora gli anni
Tra il grano biondo ed il vigneto
E muore un figlio che ha trent'anni
E vede crescere i nipoti
E vede crescere i bambini
Mentre si sente d'invecchiare,
Son diventati cittadini,
Che ogni tanto lo vanno a trovare.
E lui prepara il vino nuovo
Da portar via per la famiglia,
Una gallina e dieci uova
E dopo gioca con mia figlia.
E un giorno arriva il telegramma,
Per ogni cosa il suo momento:
Con cinquant'anni di ritardo
Hanno deciso il pagamento.
E nel Teatro Comunale
Li han tutti quanti convocati:
"Ragazzi del Novantanove"
A settant'anni già suonati.
Ai combattenti per l'Italia
Fra le fanfare e le bandiere
Gli han regalato una medaglia,
Han fatto il nonno cavaliere!
E delle vecchie mille lire
Gliene hanno date novecento
Per via d'alcune trattenute
E i bolli di regolamento.
Disse alla moglie la notizia
Mentre rideva a raccontarlo,
"'E m'hanno fatto cavaliere, eh
Sì, ma 'un m'han dato i' cavallo."
Mio nonno partì per l'Ortigara
Diciannovenne, vestito da Alpino
E si spararono dalle trincee,
Contadino su contadino.
Diciannovenne, vestito da Alpino
E si spararono dalle trincee,
Contadino su contadino.
E li mandarono all'assalto un giorno
Sotto il fuoco dell'artiglieria
Che doveva spazzare via
I maledetti reticolati;
Ma avevano sbagliato misura
Ed i trecento Alpini arrivati,
Di trecento tornarono in trenta
Dopo una notte nella neve
E nemmeno gli dissero grazie,
Nemmeno una licenza breve.
Così la guerra fu vinta, dissero;
Pare la vinsero gli italiani
E mio nonno con gli altri partì
In quell'inverno di freddo e di fame
Però la patria non fu avara
Quando depose il suo fucile
Perché il ministro gli consegnava
Un assegno da mille lire.
E nel treno del ritorno
Gli occhi inseguivano un sogno in volo
Con mille lire ti puoi comprare
Tutta la piana di Granaiolo.
E dopo mise su famiglia,
Ma l'assegno non arrivò,
Poi una guerra anche peggiore
L'assegno lo dimenticò.
E lenti passano ancora gli anni
Tra il grano biondo ed il vigneto
E muore un figlio che ha trent'anni
E vede crescere i nipoti
E vede crescere i bambini
Mentre si sente d'invecchiare,
Son diventati cittadini,
Che ogni tanto lo vanno a trovare.
E lui prepara il vino nuovo
Da portar via per la famiglia,
Una gallina e dieci uova
E dopo gioca con mia figlia.
E un giorno arriva il telegramma,
Per ogni cosa il suo momento:
Con cinquant'anni di ritardo
Hanno deciso il pagamento.
E nel Teatro Comunale
Li han tutti quanti convocati:
"Ragazzi del Novantanove"
A settant'anni già suonati.
Ai combattenti per l'Italia
Fra le fanfare e le bandiere
Gli han regalato una medaglia,
Han fatto il nonno cavaliere!
E delle vecchie mille lire
Gliene hanno date novecento
Per via d'alcune trattenute
E i bolli di regolamento.
Disse alla moglie la notizia
Mentre rideva a raccontarlo,
"'E m'hanno fatto cavaliere, eh
Sì, ma 'un m'han dato i' cavallo."
Mio nonno partì per l'Ortigara
Diciannovenne, vestito da Alpino
E si spararono dalle trincee,
Contadino su contadino.
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