Marco Del Giudice

Canzoni contro la guerra di Marco Del Giudice
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Marco Del GiudiceDa:
http://www.acquaforte.net/marco.htm

Inizia a suonare musica folk americana (Dylan, C.S.N.Y., Taylor, Loggins & Messina) nel 1977, parallelamente studia chitarra classica e comincia a scrivere canzoni, i suoi punti di riferimento sono gli artisti di cui sopra si fa riferimento ma anche la musica popolare e d’autore italiana (De Gregori, Fossati, Battisti, Bennato, Gaber, N.C.C.P., Musica Nova, Area ecc.) e latino americana (Inti-Illimani, Silvio Rodriguez, Pablo Milanes, Victor Jara ecc.).

Alcuni anni più tardi inizia ad interessarsi di jazz e quindi studia con insegnanti qualificati come Grossi, Lama, più tardi frequenta l’Università della Musica di Roma per alcuni anni studiando con Fiorentino, Mariani, Zeppetella e Lazzaro, nonché i seminari estivi di musica jazz di Siena e Umbria Jazz con insegnanti americani.

Nel 1993 costituisce il primo nucleo del Mediterranea Ensemble, con Andrea Pellegrini grande pianista jazz ma più che altro grande amico, cosi come lo è Nino Pellegrini contrabbassista che attualmente fa ancora parte dell’ensemble, Stefano Agostini noto flautista di livello internazionale, Filippo Todaro alla batteria e Chico De Maio alle percussioni. In questo periodo il Mediterranea cerca di fondere l’improvvisazione jazzistica con la musica popolare e folcloristica italiana/internazionale, quindi esegue essenzialmente musica strumentale e improvvisata senza testi cantati.

Il secondo nucleo del Mediterranea Ensemble invece assomiglia più ad una piccola orchestra infatti ai musicisti/amici sopra citati se ne aggiungono altri come Simone Catellacci alla chitarre, Stefano Bronzi al sax e Lele De Paola al mandolino e mandola, con questa situazione cominciano a comparire brani cantati scritti da Simone Catellacci, infatti con una formazione ristretta del gruppo(Catellacci alla voce e chitarra, Del Giudice alle chitarre,Nino Pellegrini al contrabbasso, De Maio alle percussioni, Todaro alla batteria) il Mediterranea Ensemble partecipa col nome di Simone Catellacci(autore dei brani) al Premio Ciampi 1995 arrivando tra i primi sei classificati su 400 partecipanti da tutta Italia. Non riuscendo ad ottenere un contratto discografico e soprattutto all’interno del gruppo cominciano ad esserci idee contrapposte sulla strada musicale da prendere il Mediterranea si scioglie e ognuno và per la sua strada,

Marco Del Giudice inizia a "fare il chitarrista e arrangiatore" accompagnando artisti come Pardo Fornaciari, Maria Torrigiani, Laura Cini ecc., nel 1998 a Milano al Teatro/ARCI La Bellezza suona con Pardo Fornaciari, Maria Torrigiani, Ivan Della Mea, Paolo Ciarchi, Nel 1990 regista come mandolinista la sigla di un film sulla mafia scritta ed arramgiato sal Maestro Sbolci per òa RAI Cinema Sperimentale di Cinecittà.

Nel 1999 partecipa al Festival dell’Estate Romana (Fontanone del Gianicolo) con gli spettacoli "Noi chiamammo libertà" e "Vipere Balocchi e Fior Carnosi", con Pardo Fornaciari e Maria Torrigiani, con Maria e Laura Cini porta in giro per la Toscana lo spettacolo "A me pi piace il mare", accompagna Maria Torrigiani in uno spettacolo di musica popolare folcloristica italiana nel carcere Don Bosco di Pisa dopo l’arresto/condanna di Sofri e Bompressi, sempre insieme a Pardo e Maria.suona a Sesto Fiorentino per l’Istituto De Martino con Ivan Della Mea, Paolo Ciarchi, Paolino Dalla Porta, Patrizio Fariselli ed altri.

Nel 2000 inizia a suonare musica d’autore brasiliana (Chico Barque De Hollanda, Djavan, Caetano Veloso) in giro per la Toscana con Leandro Brandi (Mistura Fina) contemporaneamente decide di ricostituire il progetto iniziato con il Mediterranea Ensemble fondendosi con Acquaforte e chiamando a sé musicisti come David Domilici alle percussioni, il Nino Pellegrini al contrabbasso, Matteo Fusaro al pianoforte ed alle tastiere, Riccardo Neri alla batteria, ed infine Federico Botti alla voce per un progetto di canzoni d’autore e musica di frontiera, una immersione nel mare della musica del mediterraneo passando dai Caraibi e da Rio non prima però di aver fatto un bagno nei Balcani o nell’Andalusia partendo da Napoli e dal Sud, perché c’è sempre un Sud da qualsiasi punto di vista si guardi il mondo.