Idir

Chansons contre la Guerre de Idir
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IdirHamid Cheriet, soprannominato Idir, è nato il 25 ottobre 1949 a Aït Lahcène e morto a Parigi il 2 maggio 2020. Ha adottato lo pseudonimo di Idir (un nome tradizionale di buon augurio, che significa “vivrà”) quando ha cominciato a cantare alla radio, per non far sapere ai suoi che faceva il cantante.

A 9 anni segue ad Algeri, il padre costretto dall’esercito francese a lasciare il villaggio. Comincia a cantare a 14 anni. Il suo liceo è vicino alla sede della radio in cabilo (la “Chaîne 2”), e gli capita spesso di incontrare i cantanti cabili, suoi idoli. Nel 1973, ancora studente, esordisce alla radio con A Vava Inouva (“Aprimi la porta,
nonno”, testo di Ben Mohamed), una canzone che lo rende subito famoso. Nel 1975, finito il servizio militare, si installa a Parigi e incide due album: A Vava Inouva (1976)
e Ay arrac nneÌ (“I nostri ragazzi”,1979) che nel 1993 saranno uniti nella compilation “Chasseurs de lumière” (“I cacciatori della luce”, ispirato al racconto berbero
Iṣeggaden n tafat). Il suo terzo album, Identités (“le identità di Idir”) è del 1999. Benché tre album in tutta la carriera possano sembrare poco, l’altissima qualità delle sue canzoni lo colloca ai primissimi posti tra i cantanti cabili contemporanei.

La sua canzone A Vava Inouva è stata tradotta in decine di lingue. Tra gli altri titoli ricordiamo Tagrawla “La rivoluzione”; Tiɣri n-wegdud “l’appello del popolo”;
Muqleɣ “ho considerato (la storia dei Berberi)”; Acawi “Lo Chaoui”, Asendu “(canto del)la zangola”, ecc.

[Su Idir si possono anche consultare articoli su: Tiddukla 15, febbraio 1993, 16-17; Le Nouvel Afrique-Asie 45, giugno 1993; Algérie-Actualité 1448, 13-19 luglio 1993. Inoltre, il sito http://www.ifrance.com/ajrari/ ]

Vermondo Brugnatelli, "La canzone cabila"