Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић

Chansons contre la Guerre de Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић
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Đorđe Balašević / Ђорђе БалашевићĐorđe Balašević (in serbo Ђорђе Балашевић), nato l'11 maggio 1953 a Novi Sad, in Serbia, è un cantautore serbo.

Balašević è nato da padre serbo (Jovan Balašević) e madre ungaro-croata (Veronika Dolenec, che viene da un villaggio vicino Koprivnica, in Croazia). Ha una sorella, Jasna. Il cognome di suo nonno era Balašev ma nel 1941, essendo cristiano ortodosso, lo cambiò in Balašević in modo da evitare l'ungarizzazione. [1]

Balašević crebbe in Via Jovan Cvijić in Novi Sad, nella stessa casa dove vive tutt'ora con sua moglie e i suoi tre figli. Ha cominciato a scrivere poesie alle scuole elementari. Ha lasciato le scuole superiori al terzo anno perché odiava materie come matematica, fisica e chimica, tuttavia è riuscito a conseguire un diploma come privatista e a passare l'esame di ammissione all'università. Non si è mai laureato, invece andò a far parte della band Žetva (Raccolto) nel 1977.

Dopo aver aderito agli Žetva registrò il single "U razdeljak te ljubim", con più di 180.000 copie vendute, in Jugoslavia fu un enorme successo.

Nel 1978 lasciò gli "Žetva" e assieme a Verica Todorović formò la band "Rani Mraz" (Primio Gelo). Debuttarono ad Opatija (un festival musicale) con la canzone "Moja prva ljubav" (Il mio primo amore)). Lo stesso anno Biljana Krstić e Bora Đorđević si unirono alla band, e assieme registrarono "Računajte na nas" (Conta su di noi) (scritto da Balašević), un brano che loda l'adozione del comunismo da parte delle generazioni giovani. La canzone divenne famosa sia tra le autorità comunuiste sia tra la gente, e diventò una specie di inno per le generazioni che seguirono.

Dopo solo pochi mesi di collaborazione, Verica e Bora lasciarono la band (Bora formò i famosi Riblja Čorba), perciò Biljana e Balašević registrarono da soli "Mojoj mami umesto maturske slike u izlogu" (A mia madre invece di una foto in vetrina) il primo album dei "Rani Mraz".

Al festival Split '79, Balašević vinse il primo premio con il singolo "Panonski mornar". Qualche mese più tardi fece il tutto esaurito nella sala del "Dom Sindikata" di belgrado per ben 8 volte di fila. Era nata una stella. Nel 1980 servì sotto le armi a Zagabria e Požarevac ma trovò il tempo per scrivere una canzone per Zdravko Čolić ed un'altra per Zlatna Krila.

Verso la fine del 1980 i "Rani Mraz" pubblicarono il loro secondo disco che fu anche l'ultimo poiché si sciolsero poco dopo. L'album riconfermò il talento di Balašević e vanta alcune tra le canzoni più indimenticabili come "Priča o Vasi Ladačkom" (Storia di Vasa Ladački) e "Život je more" (La vita è un mare) che, dopo 20 anni dalla loro pubblicazione, sono ancora molto popolari.

Wikipedia
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Un articolo da Le Monde Diplomatique

Una biografia in inglese da wikipedia:

Đorđe Balašević (Serbian: Ђорђе Балашевић) is a prominent Serbian songwriter and singer.

Balašević was born in Novi Sad on May 11, 1953. Although a high school dropout, he did manage to finish high school and study geography, but scored his first major hit in 1977 with a tango single hit "U razdeljak te ljubim" which sold more than 180,000 copies, a huge success by Yugoslav standards.

The next big hit came in 1978 with a song celebrating young generations as being the followers of the communist revolution for what it stood for, "Računajte na nas", which became popular with both, authorities and people, making the song a kind of a hymn for his and generations to come.

Following the path of success, he appeared on TV as an actor, comedian and singer in several shows and programs. But his real influence came from his songs and caring comments on the problems of his time, gaining huge popularity for his work throughout the former Yugoslavia. Even after the break up of his country, Balašević remained very popular. Many of his songs in the late 1980s such as "1987" and "Requiem", dealt with the controversial issues surrounding the breakup of the socialist Yugoslavia, where he openly criticized the negative and destructive aspects produced by the changes in the political and economic system, and the Serbian and Croatian nationalism. He refused to join the army in "brotherly" bloodshed, and was under house arrest for many years during the reign of Milošević.

Balašević has a particularly large group of fans in Croatia and in Slovenia and Bosnia.

In 1996 he becomes the UNHCR Goodwill Ambassador for his antiwar statements during the Yugoslav Civil War in the 90's and held the first post-war concert in Sarajevo as the first Serbian Artist visiting wartorn Bosnia and Hercegovina.

Balašević has also written several novels and collections of articles and essays.

His rich narratives are marked by nostalgia and saturated in gentle moods. He was influenced by poets such as his native Mika Antić and songwriter Arsen Dedić, the latter being "debted" openly, as acknowledged by Balašević himself, (I am an Arsen-addict).

He is mostly well known for his love songs. In the present 28 years of his career it is difficult to single out his best songs. There are many in that category which mark each period in 80's, 90's and now in the new era.

So far he has cut 16 albums and numerous singles. His concerts are known to last for more than four hours at a time and his fans are extremely faithful to his work and his performances, following him wherever his concerts are held.

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Da "L' esplosione delle nazioni" di Nicole Janigro:
"È una generazione - dice Đorđe Balasević, CANTAUTORE E AUTORE DI ROMANZI, CONSIDERATO UN NEMICO DELLA SERBIA PERCHÉ NON HA VOLUTO ARRUOLARSI- che aveva tutto. Adesso ci viene detto che era un sogno, un imbroglio, una menzogna, una bugia multicolore, che doveva scoppiare. Avevamo tutto ciò di cui questa generazione che vale più di noi è stata privata. Viaggiavamo per l'Europa, godevamo di una certa considerazione nel mondo. Adesso non puoi neanche andare in Romania per prendere 20 litri di benzina! È la croce della mia generazione. Non solo perché non abbiamo fatto niente ma perché abbiamo permesso che ci fottessero, che rovinassero anche le generazioni future.
L'immagine, che pure esisteva, di uno stato piccolo, coraggioso, ma soprattutto onesto, si e' così degradata che non so con che cosa potremo
aggiustarla. Forse, se in Serbia qualcuno coprisse la medicina contro l'Aids, macchine che vanno ad acqua, il modo di tappare il buco dell' ozono...
con questo guarirebbero questi idioti, che vorrebero sollevarsi contro tutto il pianeta in nome di una verità così relativa...."


«Finché colpiranno i giovani, non canterò più»,
dichiarava il famoso cantautore Đorđe Balašević. Nel giugno scorso, aveva annullato il concerto previsto a Nis spiegando: «Il pubblico viene al concerto con le magliette di Otpor. Grazie a questi simboli, i giovani si riconoscono facilmente tra loro ma, purtroppo, anche la polizia li riconosce». Ed aveva poi aggiunto, in modo premonitorio: «Mi soprende che a nessuno in questo paese (...) sia venuto in mente di dire: siamo tutti di Otpor».
Oggi, sui banchetti dell'isola pedonale al centro di Belgrado, il suo Cd va a ruba, e tutti conoscono a memoria le parole della sua canzone Vivere in libertà: «Il mio cuore batte al ritmo della resistenza (Otpor)»
Esasperato dai giochi di potere che dividevano
l'opposizione, questo movimento giovanile, con i suoi adesivi e le sue spillette dai toni graffianti - dal pugno chiuso al celebre «lui è spacciato» (Gotov je!) - ha avuto un ruolo di primo piano nell'«Ottobre» serbo.

CATHERINE SAMARY, LE MONDE diplomatique - Novembre
2000