Alessandro Ducoli

Antiwar songs by Alessandro Ducoli
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Alessandro DucoliDucoli nasce l'1 ottobre 1971 a Breno (Brescia). Conduce infanzia e un'adolescenza decisamente
ordinari tra scuola, calcio e altro. Due sorelle maggiori lo costringono all'ascolto reiterato di tutta la
peggiore musica melodico-romantica italiana degli anni '70, ma a metà degli anni '80 decide di salvarsi
la vita acquistando un proprio Walkman. Compra il suo primo album: Like a Virgin di Madonna. Verso la
seconda metà degli anni '80 inizia i primi passi nel mondo della musica suonando l'armonica con gli
Springs, i Pond Spashing e i Cantina Occupata.
Trasferitosi a Padova per conseguire la Laurea in Scienze Forestali, inizia ad avvicinarsi alla chitarra
guidato dal maestro Davide Coslovich; scrive le sue prime (pessime) canzoni. Nello stesso periodo, in
collaborazione con Luciano Mirto, con cui completa due demotape: Rosso (1994) e Sopra i muri di
questa città (1995). L’anno successivo pubblica quello che lui stesso definisce il suo primo album
solista: Lolita (1996); un disco immaturo, ma contenente alcuni brani che segneranno l'intera carriera
del Ducoli: Nuda e cruda, Ho trovato l'oro, Benny Jag Blue e Luna ubriaca.
Un CD autoprodotto dalle atmosfere molto eteree dove i testi e le musiche di Ducoli vengono arricchite dagli
interventi di superlativi musicisti.
Giorgio Baratto (Viceversa; 04-1997)
Nel 1996, con lo pseudonimo di Bacco il Matto, inizia la collaborazione musicale con il chitarrista
Nicola Bonetti, che porterà ad un'intensa attività live e alla produzione di due album: S. Marco (1999)
e Cercatori d'oro (2000); quest'ultimo arricchito dal cameo di Raffaella, una canzone appositamente
scritta per loro da Chip Taylor. Il riconoscimento di critica consente al gruppo di muoversi sui più
diversi palcoscenici d'Italia.
Bacco il Matto ha le proprie fondamenta nella voce alcolica e guascona di Alessandro Ducoli e nelle chitarre nervose
di Nicola Bonetti, vero e proprio rocker purosangue con un'innata inclinazione al riff micidiale. Possenti cavalcate rock
dall'andamento epico e maestoso eppure dal sound sporco e straccione come da molto tempo non si sentiva.
Marco Grompi (L'Ultimo Buscadero n°281, 03-2000)
Nel 1998 la carriera solista del Ducoli, parallela a quella di Bacco il Matto, prosegue con il chitarrista
Mario Stivala, con cui costruisce le canzoni e gli arrangiamenti di Malaspina (1999), il suo secondo
album solista, cui segue Anche io non posso entrare (2001). Nel 2001 l'attività live inizia a
concentrarsi sulla promozione dei lavori solisti e, in compagnia del batterista Arcangelo Buelli e del
contrabbassista Massimo Saviola, dà vita al progetto La Banda del Ducoli, a cui partecipano anche il
chitarrista Lorenzo Lama e il pianista Renato Saviori. La collaborazione si consolida nell'uscita di
Taverne, stamberghe, caverne (2003). Il lavoro è ben segnalato dalla critica ed è finalista al Premio
Città di Recanati (edizione 2004) e al Festival di Mantova (prima edizione).
L'irrequieto Bacco il Matto degli anni Novanta e il più poetico e visionario Alessandro Ducoli incrociano la loro urgenza
di raccontarsi in maniera intensa e coinvolgente, proponendo i suoi personaggi romantici e poco allineati dentro i
luoghi della sua vita quotidiana, una periferia alpina dove ci si racconta nelle taverne e si frequentano le fiere, e dove
storie di amori balordi s'incrociano con storie di rane che ti attraversano la strada.
Fabio Zamboni (Alto Adige, 04-2003)
Nel 2004, sempre in compagnia di Mario Stivala, inizia la stesura di un nuovo lavoro la cui produzione
è affidata a Paolo Filippi e Teo Marchese. Il nuovo album, intitolato Brumantica, esce nel novembre
2006 e vede la partecipazione di alcuni tra i più riconosciuti musicisti italiani: Ellade Bandini, Ares
Tavolazzi, Alessandro Galati, Fabrizio Bosso, Sandro Gibellini e Tino Tracanna.
Se il jazz (quello vero, non quelle insipide contaminazioni che oggi vanno tanto di moda...) incontra la canzone
d'autore, che succede? Succede qualcuna delle invenzioni di Paolo Conte e poco altro. Tanti, ora, fanno canzone
d'autore "jazzata" (a volte anche bene, nulla da dire), tanti viceversa suonano jazz facendo il verso alla canzone
d'autore: sono proposte spesso valide, lo si è detto, ma sono e rimangono spurie. Fino ad oggi. Oggi c'è questo
disco. Autentica canzone d'autore in autentico jazz. Ciò che pareva quasi impossibile, oggi è accaduto. Quindi era
possibile. Bravo Ducoli, a mostrarcelo, ed a fare ancora di più: a farcelo sembrare facile. Naturale. Questo è il pregio
dei grandi: fare cose geniali facendole apparire normali, quasi banali. Quindi Ducoli è geniale, non abbiamo paura a
dirlo. Andrea Rossi (www.musicmap.it; febbraio 2007)
Nel 2008, dopo la pubblicazione di Lolita's malts (ristampa del suo primo album con una bonusversion elettronica curata da Valerio Gaffurini), il Ducoli pubblica il suo sesto album solista, Artemisia
Absinthium, e contemporaneamente il cofanetto Quando si tagliava la coda ai cani (con le versioni
rimasterizzate di Malaspina, Anche io non posso entrare e Taverne stamberghe caverne). Sempre nel
2008 consolida definitivamente il sodalizio artistico con il pianista Andrey Kutov, con cui vince
l'edizione 2009 del Premio Claudio Mazzitello. Nel febbraio del 2010 esce Piccoli animaletti, con la
partecipazione di Andrey Kutov e Valerio Gaffurini al pianoforte, Mirko Spreafico alle percussioni,
www.ducoli.eu
ducoli.71@gmail.com
Max Gabanizza al basso, Ellade Bandini alla batteria, Giorgio Cordini al bouzuki, Michele Gazich al
violino e Mario Stivala alla chitarra. L’album è dedicato al pittore Antonio Ligabue, ed è realizzato
con il patrocinio del Centro Studi a lui dedicato.
Nel 2013 escono Trallallerotrallallà (album doppio contenente la ristampa di Piccoli Animaletti e
Artemisia Absinthium), e Sandropiteco, il suo ottavo lavoro solista. Un album doppio interamente
scritto dal Ducoli e suonato in compagnia di Valerio Gaffurini, Paolo Legramandi, Matteo
Marchese, Mirko Spreafico, Larry Mancini, Fabrizio Carletto, Enrico Catena e Titti Castrini. Il
lavoro è stato realizzato in parallelo con il lavoro fotografico Lo strano concetto di Alice curato da
Alberto Terrile, autentico guru della fotografia nazionale e non. All’inizio del 2015 esce
Divanomachia, un album molestamente romantico che racchiude 13 nuove canzoni scritte dal Ducoli in
compagnia di Valerio Gaffurini. L’album, realizzato con l’aiuto tecnico di Paolo Costola del Mac
Wave Studio di Brescia, si muove in atmosfere acustiche suonate in compagni di Larry Mancini e
Alberto Pavesi.
In questo inizio d’anno 2015, che, ricordando le date che scrivevo sui miei quaderni delle elementari, mi fa sentire
vecchio, Alessandro Ducoli ci regala una manciata di perle. “Divanomachia” è un disco intimista, di ballad a volte un
po’ storte, con il piano che sostituisce la chitarra. L’umore di questo lavoro è malinconico, ma si percepisce una
positività di fondo, sembra uno di quei sorrisi che passano dagli occhi e non dalle labbra.
Aliosha (DeBaser; marzo 2015)
Nel 2015 esce Gufi, allocchi, barbagianne e altre giovani streghe. Un album nato dalla possibilità
di dare una colonna sonora alla Barbagianna, il vino bianco che l’azienda vinicola Bragagni di Brisighella
ha dedicato alle canzoni del Ducoli. in questo album, registrato per solo piano e voce con Valerio
Gaffurini, sono contenute 8 canzoni tratte da Rosso, il primo demotape realizzato nel 1994.
Nel 2016, dopo un’intensa attività live, iniziano le registrazioni del nuovo album solista del Ducoli: I
sigari fanno male, nuovo capitolo della serie The Bartolon’s, in collaborazione con Mario Stivala.
L’album, presentato nel maggio 2017 si compone di 10 nuove canzoni ed è accompagnato dal videoclip
della title Track realizzato dalla WZ’S mvfp Solutions. Lo stesso anno il Ducoli scrive per Robi gobbi,
icona del Reggae Italiano, Mama revolution e La buona e la cattiva sorte inclusi nell’album Sintesi.
Parallelamente alla sua attività solista, oltre a Bacco il Matto, il Ducoli ha dato vita a numerosi altri
progetti tra cui: Degeneration beat (2004, omaggio alla “prosa spontanea” e a Jack Kerouac) con cui
è finalista al Premio Città di Recanati nell'edizione 2006), e Tropico Boreale (2006); entrambe i
lavori sono realizzati dai Brother K (Ducoli, Federico Troncatti, Boris Savoldelli e Andrea Bellicini)
sotto l’ala protettrice di Mark Murphy e Fernada Pivano. Tra gli altri progetti sono da segnalare le
scorribande di Cletus Cobb (quello che Ducoli definisce un fratello maleducato): Tonight's the day
(2004, con i My Uncle The Dog), Jokerjohnny I e Jokerjohnny II, Easlylove, I leave my place to
the Bitches (2005, 2006, 2008, 2009, con gli Spanish Johnny), Sex Me e I Never Shot An Indie
(2012) e We Are Done (2016), con Lupita’s Project).
Da segnalare, inoltre, la collaborazione con Boris Savoldelli in Insanology (2007), Protoplasmic
(2009) e Biocosmopolitan (2011), in cui compaiono ospiti d'eccezione tra cui Mark Murphy, Elliot
Sharp, Paolo Fresu, Jimmy Haslip e Marc Ribot. Con Boris, suo maestro di canto, produce i testi
riadattati del progetto Esenin Jazz, dalle poesie del poeta russo Sergej Aleksandrovič Esenin, con cui il
vocal performer, a Mosca, vince l’edizione 2016 del Premio Letterario Internazionale Sergey Esenin.
Numerose sono, ancora, le collaborazioni che vedono il Ducoli in veste di autore: Cromo inverso
(2004) e Clockwork Orangina (2012) di Mané, Quart de Luna (2011), Piombo, ferro e chitarre
(2013) e Sui nostri passi della Selvaggi Band (2016), Pianeta rosso (2010) e Arconbaleni rossi
(2013) di Mauro Tononi, Electric Babyland dei Jones Bones (2008), Giro l'angolo di Fabio
Granzotto (1996), L'infinito è semplice (2011) di Alice Quarteroni.
Oggi il Ducoli è impegnato nella produzione di due nuovi dischi, Diavoli e contrari, il suo nuovo album
solista..