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Autore Pietro Gori

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Il sedici di agosto, sul far della mattina

Antiwar Songs Blog
Il sedici di agosto, sul far della mattina
«Signori giurati, non è la mia difesa che vi voglio esporre, ma una semplice esposizione del mio atto. Dopo la mia prima giovinezza, ho cominciato a conoscere che la nostra Società è mal organizzata e che tutti i giorni ci sono degli sfortunatiche, spinti dalla miseria, si suicidano, lasciando i loro figli nella più completa […]
Antiwar Songs Staff 2015-08-16 08:23:00
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Lavoratori soldati (o Guerra e pace)

Lavoratori soldati (<em>o</em> Guerra e pace)
[1917]
Canzone scritta da Pietro Pizzuto, siciliano di Ficarra (Messina), e Pietro Pietrobelli, veneto di Schio (Vicenza), socialisti antimilitaristi mandati a combattere nella Grande Guerra.
Testo trovato su A – Rivista Anarchica (all’interno di un articolo intitolato “La guerra dei senzapatria” a firma di Gaia Raimondi) e in una ricerca sul processo di Pradamano del 1917 pubblicata su BlogER.

I due, e con loro parecchi altri, non rinunciarono mai alla propaganda antimilitarista, nemmeno quando furono buttati in prima linea, e per giunta nei pericolosissimi reparti di punizione.
All’inizio del 1917 Pizzuto e Pietrobelli diffusero questa loro poesia - da cantarsi sulla melodia di O Gorizia, tu sei maledetta, oppure su quella de Il general Cadorna, oppure ancora di una delle canzoni di Pietro Gori (messinese pure lui come il Pizzuto, guarda caso) - insieme al manifesto della conferenza... (continua)
Ascoltate o popolo italiano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/12/2014 - 15:47
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Lu me sangu

Lu me sangu
Poesia di Mario Gori recitata in apertura del cd "Canterini di Ortigia: La terra e la memoria"
Mario Gori (Niscemi, 1926 - Catania, 1970), poeta e scrittore, si chiamava in realtà Mario Di Pasquale, ma scelse il suo cognome d’arte in omaggio all’anarchico toscano, ma nato in Sicilia, Pietro Gori.
Lu me sangu, signuri, è pupulanu
(continua)
inviata da Dead End 15/8/2012 - 13:58
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Inno dei lavoratori siciliani

Inno dei lavoratori siciliani
[1894]
Testo di Pietro Gori
Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli

"Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli, risale con tutta probabilità al dicembre 1893/gennaio 1894, epoca della repressione dai Fasci siciliani da parte di Crispi. Aggiunto nella seconda edizione di Canti d'esilio. Poesie varie (Milano, Editrice Moderna, 1948) era già stato pubblicato in numerosi canzonieri. Non è mai stato registrato sul campo"
Fonte:A Rivista Anarchica

Scritto in occasione dei "Fasci Siciliani", importante movimento che in tutta la Sicilia vede i lavoratori e il popolo protestare contro il governo chiedendo meno tasse: la risposta governativa si traduce in una violenta repressione dei moti che dalla Sicilia si allargano comunque in Toscana, specie nella zona di Carrara. Il primo atto repressivo avviene il 10 dicembre 1893 a Giardinello dove si spara sulla folla. Il bilancio è di dieci morti e... (continua)
Compagni la forte Sicilia s'è desta
(continua)
inviata da adriana 26/7/2011 - 17:04

Sante Caserio uccisore di Sadi Carnot

anonimo
Sante Caserio uccisore di Sadi Carnot
[1894]
Foglio volante della Tipografia Pennaroli, Fiorenzuola d'Arda (Piacenza)
Registrazione nel disco "Quella sera a Milano era caldo"
Sull'aria della Ballata di Sante Caserio di Pietro Gori

Un'anonima ballata alquanto singolare, composta nelle campagne piacentine poco dopo l'esecuzione di Caserio, sull'aria della più celebre ballata di Pietro Gori. Da un lato è probabilmente quella in cui la condizione del carcerato in attesa di morte è meglio descritta; dall'altra, si attribuiscono all'ateo Caserio (che rifiutò persino il "conforto" del prete prima di andare alla ghigliottina) pensieri divini che possono essere spiegati solo con la provenienza rurale del canto. [RV]

Divin Creator che in ciel risplendi
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/5/2007 - 12:19
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Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio, o Aria di Caserio, o Il sedici di agosto

Pietro Cini
Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio, <i>o</i> Aria di Caserio, <i>o</i> Il sedici di agosto
[1894]
Sestine di Piet[r]o Cini, anarchico toscano
Foglio volante stampato dalla Tipografia Campi di Foligno
Lyrics by Piet[r]o Cini, a Tuscan anarchist.
Broadside printed by Tipografia Campi, Foligno

"Lione 3 agosto 1894
Cara madre, vi scrivo queste poche righe per farvi
sapere che la mia condanna è la pena di morte.
Non pensate male o mia cara madre di me?
Ma pensate che se io comessi questo fatto non è
che sono divenuto un delinquente e pure molto
vi dirano che sono un assassino un malfattore.
No, perché voi conosciete il mio buon quore, la mia dolcezza,
che avevo quando mi trovavo presso di voi?
Ebbene anche oggi è il medesimo quore:
se ò comesso questo mio fatto è precisamente
perché ero stanco di vedere un mondo così infame.
Ringrassio il signor Alessandro che è venuto a
rovarmi ma io non voglio confessarmi.
Addio cara mamma e abbiate un buon ricordo
del vostro... (continua)
Il sedici di agosto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/5/2007 - 22:06
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Dimmi buon giovine, o Dimmi bel giovane [Esame di ammissione del volontario alla Comune di Parigi]

Dimmi buon giovine, <i>o</i> Dimmi bel giovane [Esame di ammissione del volontario alla Comune di Parigi]
[1873]
Testo di Francesco Giuseppe Bertelli
Musica di anonimo.
Lyrics by Francesco Giuseppe Bertelli
Music: unknown
Paroles de Francesco Giuseppe Bertelli
Musique: auteur inconnu

"Leoncarlo Settimelli [1] ha avuto il pregio di raccogliere questo canto a Lastra a Signa (Fi) attraverso Donato Settimelli il quale ricorda di averlo conosciuto dopo la guerra del 1915-18. In effetti, il brano non è riportato in alcuna stampa di canzonieri anarchici o socialisti d'inizio secolo consultati; né lo riporta il canzoniere sociale [2] che dal secondo dopoguerra è forse il Canzoniere anarchico più completo. Nella discografia degli anni '70 [3] è riportato come autore del testo un 'anonimo'; altri ancora fanno risalire, erroneamente, il testo a Pietro Gori. Per fare finalmente e definitivamente chiarezza sull'origine del canto bisognerà attendere lo studio di Franco Bertolucci [4] che riporta alla... (continua)
La casa è di chi l'abita
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini + CCG/AWS Staff 21/6/2006 - 19:12




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