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La Locomotiva

La Locomotiva
BRETONE (BREZHONEG) / BRETON: Gwerz ar Marc'h-Du - Richard Gwenndour

Traduzione (forse cantabile) in bretone di Riccardo Venturi (Richard Gwenndour)
18 gennaio 2016

Due parole del traduttore. Durante una noiosissima riunione politica, mi veniva di canticchiarmi, boh, “La locomotiva” in bretone. Così me ne sono andato con una scusa, sono tornato a casa e ho rinunciato almeno finora alla cena. Ché tanto son pane burro e acciughe. Il punto di partenza dovrebbe essere stato quello che, in bretone, la locomotiva di fattura antica, quella a vapore insomma, si chiama “marc'h-du”: alla lettera vuol dire “cavallo nero”, e direi che agli anarchici sarebbe piaciuto parecchio (e spero un po' anche a voi, e magari pure a qualche bretone che non conosce Fañch Guccini). Ne è venuta fuori questa cosa, boh, magari pure cantabile con qualche sforzo. Nella traduzione mi sono addannato in modi che non sto... (Continues)
GWERZ AR MARC'H-DU
(Continues)
2016/1/19 - 00:06
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Links 2 3 4

Links 2 3 4
I Rammstein sono una banda industrial metal tedesca, e uno dei pochi gruppi tedeschi la cui fama abbia superato i confini della Germania.
Durante la loro carriera musicale sono spesso stati additati come neofascisti, per l'uso di una mimica e di simboli che ricordano quelli dell'estrema destra.
Tuttavia è un'accusa assolutamente insensata, i testi delle canzoni dei Rammstein sono generalmente apolitici, e quando si spingono a inserire contenuti sociali, il messaggio è di solito ambientalista e progressista.
Queste accuse devono però aver dato non poco fastidio ai membri del gruppo, e lo si può notare in questa canzone, "Links 2 3 4".
Riprende una marcia militare, ma anche una citazione del fondatore della linke e, nel ritornello, ricorda la "Einheitsfrontlied" di Brecht.
Kann man Herzen brechen
(Continues)
Contributed by leoskini 2016/1/18 - 20:11
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Salut à toi

Salut à toi
(1985)

Album: Concerto pour détraqués

Ripresa anche da Les Ogres de Barback & Les Hurlements d'Léo
Salut à toi ô mon frère
(Continues)
2016/1/18 - 18:29
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We'd Like to Thank You, Herbert Hoover

We'd Like to Thank You, Herbert Hoover
[1977]
Parole di Martin Charnin
Musica di Charles Strouse

Canzone dal musical di Broadway “Annie”, con libretto di Thomas Meehan e regia di Mike Nichols, ispirato alla striscia “Little Orphan Annie” creata nel 1924 dal cartoonist Harold Lincoln Gray (1894–1968).

A dire il vero la “dickensiana” striscia di Harold Gray era in origine una celebrazione del conservatorismo americano e dei suoi capisaldi: il milionario “chesièfattotuttodasè”, le classi inferiori costituite da “brutti, sporchi & cattivi”, l’odio verso i sindacati, i comunisti e persino il New Deal di Roosevelt. L’autore giunse addirittura a far scomparire il personaggio di Oliver “Daddy” Warbucks, il miliardario benefattore padre adottivo della piccola orfana Annie, quando Roosevelt e i democratici salirono al potere nei primi anni 30, per poi farlo rinascere nel 1945, quando “FDR” morì…

Il musical riprende i caratteri... (Continues)
[All]
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/1/18 - 14:17
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In un antico palazzo

In un antico palazzo
Sol: in un antico palazzo Do: Nel cuore Re: della tua Sol: città Sol/Do/Sol Sol: Si lotta col tempo, Do: Si muore Re: nessuno lo sa Re/Resus4/Re Do: se passi vicino a 'ste Sol: mura Do: ti prego staccane Sol: un pezzo Do: se pensi di avere Sol: paura Do: ricorda Sol: che adesso Do: proprio in questo Sol: momento Do: un fratello è Sol: privato Re: della Sol: libertà Sol/Do/Sol

Sol: Mi chiamo Do: Roberto, Re: presunto Sol: BR Sol/Do/Sol Sol: mi hanno Do: scoperto mentre rischiavo la Re: pelle Re/Resus4/Re Re: non erano i Do: soldi Re: che mi facevano Sol: gola, Sol/Do/Sol non era per Do: rabbia Re: che impugnavo una Sol: pistola, Sol/Do/Sol quindici anni in Do: collegio Re: poi il quartiere a Sol: Milano Sol/DO/SOl la banda di Do: autonomi ed un ultimo Re: piano Re/ReSus4/Re ma poi ho Do: tagliato Re: i miei lunghi Sol: capelli Sol/Do/Sol non servivano a Do: niente , erano troppo Re: belli, non servivano a Do: niente, Re: erano troppo Sol: belli Sol/Do/Sol
Annino 2016/1/17 - 20:58
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U-235

U-235
2016
Atomic

Il loro nuovo album Atomic è nato originariamente come colonna sonora per Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise, un documentario diretto da Mark Cousins per il settantesimo anniversario dei bombardamenti ad Hiroshima e Nagasaki. I quattro hanno poi ripreso i pezzi in mano e li hanno fatti diventare il seguito di Rave Tapes. Il primo singolo, U-235, è portato avanti da un’affascinante giro di tastiera e poche, semplici note di chitarra.

U-235 spesso indicato con il simbolo 235U, è l'isotopo dell'uranio con numero di massa pari a 235. Poiché il numero di massa è la somma del numero di protoni e del numero di neutroni nel nucleo, l'235U, avendo numero atomico 92, ha 143 neutroni.
L'235U è l'unico isotopo esistente in natura in quantità apprezzabili che possa essere sottoposto a fissione nucleare innescata da neutroni termici; nell'uranio naturale, invece, la percentuale di questo isotopo è, in peso, circa 0,72%, mentre la maggior parte del materiale è composta dall'isotopo 238U.
Ghosts in the photograph
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/17 - 20:13
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Escapism is over

Escapism is over
2012
Die Fälschung der Welt

Per ventotto anni la Germania Orientale, controllata dai comunisti, restò tagliata fuori dall’enclave capitalista di Berlino Ovest per colpa di una barriera di cemento e filo spinato sorvegliata da guardie pesantemente armate.

Le prime barricate che avrebbero finito per dare forma al Muro di Berlino furono innalzate nell’agosto del 1961, quando il numero di tedeschi dell’Est che lasciavano la DDR attraverso Berlino Ovest aveva ormai raggiunto dimensioni da record. Per i tre decenni successivi questa barriera avrebbe tenuto separate famiglie e quartieri che un tempo appartenevano alla medesima città.

Il 9 novembre del 1989 il muro fu abbattuto, quasi con la stessa velocità con cui era stato originariamente costruito. Non appena un rappresentante dell’amministrazione della Germania Orientale annunciò prematuramente l’apertura del confine, migliaia di esultanti... (Continues)
«Some dance to remember, some dance to forget.» The Eagles
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/17 - 16:00
Song Itineraries: The Berlin Wall, 1961-1989
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1989

1989
2012
Die Fälschung der Welt
«Dass die Zeit unser Verlangen
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/17 - 15:54
Song Itineraries: The Berlin Wall, 1961-1989
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Trigger Happy Hands

Trigger Happy Hands
GRILLETTO FACILE
(Continues)
2016/1/17 - 15:42
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Sleeping With Ghosts

Sleeping With Ghosts
DORMENDO CON I FANTASMI
(Continues)
2016/1/17 - 15:38
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Mozambique

Mozambique
[1973]
Scritta da Peter Leopold
Nell’album del gruppo krautrock intitolato “Vive la Trance”

Basterebbe il verso “Meglio morire da uomo libero che vivere da schiavo” per accogliere fra le CCG/AWS questo brano che parla di vendetta delle vittime verso i loro carnefici e che è intitolato alla lotta per l’indipendenza del paese africano, lotta che durò 12 lunghi anni e che contribuì non poco anche alla fine della dittatura di Salazar in Portogallo nel 1974...

Ma c’è una ragione ulteriore: nelle note sul retro copertina gli Amon Düül II dedicarono la canzone ad una certa Monika Ertl, una giovane di origine tedesca, guerrigliera guevarista, che proprio nel maggio del 1973 - sei anni dopo il Che - era stata uccisa dall’esercito boliviano nei pressi di El Alto, non lontano da La Paz.

Monika Ertl era figlia di Hans Ertl (1908-2000), nato a Monaco di Baviera, fotografo e cameraman assai noto negli... (Continues)
Clap your hands
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/1/17 - 14:46
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No Vacancy

No Vacancy
[1946]
Scritta da Merle Travis e Cliffie Stone (Clifford Gilpin Snyder, 1917-1998), personaggio chiave nello sviluppo della scena country californiana nel secondo dopoguerra.
Un singolo che fu il primo grande successo di Merle Travis, seguito nel 1947 da Sixteen Tons
Poi nell’album “Travis!” del 1962
Cover di Glen Campbell e di Ricky Nelson

Attenzione al cartello in fondo:

“No vacancy”, non c’è posto, non si affitta, è il cartello che un veterano della seconda guerra mondiale trova sempre sul suo cammino...
La seconda strofa è quella che racconta la desolazione del reduce il quale, dopo aver combattuto e rischiato la vita perchè il mondo fosse libero, si trova di fronte al nemico più terribile: la difficoltà a reintegrarsi nella vita civile, resa ancora più dolorosa dall’indifferenza e dalla diffidenza dei suoi concittadini...
Un fatto curioso: su YouTube ci sono un paio di proposte... (Continues)
All along the road of life I roam
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/1/16 - 21:44

Waffen SS, enfants de la milice

Waffen SS, enfants de la milice
En ce qui concerne "Ah ! Si j'étais resté célibataire" son interprète l'accordéoniste André Verchuren a été déporté en camp de concentration par les nazis comme résistant. La similitude de musique avec l'hymne nazi n'a pas pu échapper à Verchuren. Peut être une façon d’exorciser des souvenirs pénibles ?
Daniel F. 2016/1/16 - 18:51
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Giulia

Giulia
2015
Giorni usati

L’amianto è entrato nella vita delle persone portando tragicità, amarezza e solitudine. L’idea del brano è quella di rendere protagoniste le persone coinvolte: chi se ne sta andando, chi rimane. Il nome non è attribuibile ad uno specifico soggetto, chi lo pronuncia potrebbe trovarsi in entrambe le situazioni. Un dolore che non passa mai. Rialzarsi.
Fiori d’inchiostro a mezzanotte
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/16 - 16:03
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Resisterò

2014
Se tradito, non mi perderò
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/16 - 15:57
Song Itineraries: Barricades, Deserters
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Non lavoro più in Fiat

Non lavoro più in Fiat
2014

«È una canzone sulla drammatica situazione – ci sono stati anche dei suicidi – dei cassintegrati confinati a Nola. Esiste una versione registrata da una parte degli Zezi (con Massimo Mollo, Marzia Del Giudice e altri) in un CD pirata fatto dagli SLAI Cobas di Pomigliano. La linea melodica è appunto quella della famosa canzone 'Les amants d'un jour' di Edit Piaf, che fu cantata anche da Herbert Pagani, da Ornella Vanoni e Gino Paoli in italiano col titolo “Albergo ad ore”»

Maria Baratto
Non lavoro più, manco per un'ora.
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/16 - 15:32
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Tirallà

Tirallà
Spacca, anche ricordandomi qualche canzone barocca, ma non so quale...
Krzysiek 2016/1/16 - 01:56
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Quali alibi

Quali alibi
(2016)
Primo singolo estratto dall'album "Acrobati"

'Quali Alibi' mette insieme più elementi: da una parte c'è il suono il "sound" si direbbe, che è quello della band "inventata dal nulla" la scorsa estate, con cui ho registrato la maggior parte delle tracce di questo corposissimo disco che sto finendo in questi giorni.
Dall'altra la mia personale infatuazione per il gioco quasi enigmistico nell'uso delle parole, le assonanze, le allitterazioni...
E infine il tema, più o meno sotterraneo: la politica dell'emergenza, perfetto alibi per le peggiori malefatte perpetrate nel nostro paese (e non solo). Dalle truppe russe sul suolo ucraino, al nostro terzo governo consecutivo senza passare per il voto.
E in questo scenario tanti personaggi di chiarissima fama e scarsissimi scrupoli sembrano svolazzare lieti e intoccabili, leggeri e rapidi come colibrì che succhiano il nettare ovunque ne trovino, tanto hanno sempre un alibi pronto da esibire all'occorrenza.
Daniele Silvestri
Shut up
(Continues)
2016/1/15 - 23:47
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Automaty

Automaty
15 gennaio 2016
AUTOMI
(Continues)
Contributed by Krzysiek 2016/1/15 - 23:31
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Walk in Peace

Walk in Peace
"According to Pete Seeger, the 1948 Lead Belly song 'Equality for Negroes' was inspired by a Sir Lancelot song" en.wikipedia

Non possiamo purtoppo più chiederlo a Pete Seeger che, se mai disse quanto sopra, si sbagliò: non era una canzone di Sir Lancelot ma God Made Us All (Ode to the Negro Race) di Lord Invader che piacque così tanto a Leadbelly da volerne fare una cover...
Bernart Bartleby 2016/1/15 - 23:10




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