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Bella Ciao

anonimo
Pagina della canzone con tutte le versioni


OriginaleVai Fată, Vai!
BELLA CIAO

1. La cosiddetta "Bella Ciao delle Mondine" di Vasco Scansani (1952)
1. The so-called "Riceweeders Version" of Bella Ciao by Vasco Scansani (1952)


Vasco Scansani.
Vasco Scansani.
La “prima versione” del canto (anche in questa pagina), ovvero la cosiddetta “Bella Ciao delle Mondine” (ipoteticamente “cantata dalle Mondine delle Terre d'Acqua della Bassa Vercellese a partire dal 1906, quando riuscirono a conquistare il diritto alle otto ore lavorative”) è, in realtà, un falso storico. Il sommo etnomusicologo novarese Cesare Bermani, fondatore dell'Istituto Ernesto De Martino, ha opportunamente messo in luce la questione del “canto delle mondine”, sottolineando quel che ogni superstite partigiano andava dicendo da sempre: “Bella Ciao” non è affatto un canto diffuso durante la guerra e la lotta partigiana, e la sua stessa composizione potrebbe addirittura essere posteriore alla guerra. E' ciò che pensavano anche musicisti e storici del calibro di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, tenendo comunque conto del fatto che perlomeno alcune strofe del canto sembrano essere state documentate in una zona molto circoscritta in Emilia, tra l'Appennino Bolognese e la Repubblica Partigiana di Montefiorino (sull'Appennino modenese, dove è fiorita la leggenda di un “anonimo medico partigiano” che la avrebbe composta). Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero si sono spinti, come detto, a ipotizzare la sua composizione nell'immediato dopoguerra: la popolarità di “Bella Ciao” sembra avere avuto inizio inizio nel 1948, al "Festival Mondiale della Gioventù" di Praga, dove fu cantata da un non meglio precisato gruppo di studenti italiani.

Tornando al “Canto delle Mondine”, Cesare Bermani ha dimostrato che Vasco Scansani, di Gualtieri (RE), mondino, marmista e pittore detto “Il Cachi” (fu anche amico del celebre pittore naïf Antonio Ligabue) lo aveva scritto, quando già “Bella Ciao” si era diffuso, riprendendone fedelmente la struttura e la melodia. Secondo il figlio di Vasco Scansani, Alfio, che conserva numerosi documenti del padre, la “versione delle mondine” sarebbe stata scritta nell'estate del 1952, mentre la famiglia Scansani si trovava al mare. Alla diffusione della leggenda del “canto originario delle mondine” avrebbe contribuito anche il fatto che a Gualtieri abitava anche Giovanna Daffini; non solo a Gualtieri, ma anche nello stesso stabile della famiglia Scansani, Palazzo Bentivoglio. Giovanna Daffini, la grande cantrice popolare, era, come è noto, proprio una mondina. Ciononostante, nella pagina manteniamo il primo posto a questo canto: un po' -oramai- per tradizione, e un po' perché il suo spostamento comporterebbe una ristrutturazione troppo ardua di questa enorme pagina. [RV]


Vasco Scansani.
Vasco Scansani.
In reality, the "first version" of the song (also on this page!), or the so-called "Bella Ciao of Riceweeders" (allegedly "sung by the Mondine [women riceweeders] of Vercelli Plain "Terre d'Acqua" [ricefields] starting from 1906, when they managed to win the right to eight working hours") is a fake. The great ethnomusicologist from Novara Cesare Bermani, a founder of the Ernesto De Martino Institute, has thoroughly studied and explained the history of the "Mondine's Bella Ciao", pointing out what every surviving partisan had constantly been saying: "Bella Ciao" was not at all a popular song during the Partisan war, and its very composition could even be post-war matter. This is what renowned musicians and historians like Anton Virgilio Savona and Michele Luciano Straniero also thought, taking into account the fact that at least some verses of the song seem to be documented in a very limited area in the region of Emilia Romagna, between the Bolognese Apennines and the “Partisan Republic of Montefiorino” (on the Modena Apennines, where an "anonymous partisan doctor" who would have composed the song gave rise to a widespread legend). As already mentioned, Anton Virgilio Savona and Michele L. Straniero supposed that the song was composed in the immediate post-war period: the popularity of "Bella Ciao" began in 1948 on a “World Youth Festival” held in Prague, when it was sung by a vague “group of Italian students”.

Returning to the “Bella Ciao of Riceweeders”, Cesare Bermani demonstrated that Vasco Scansani, from Gualtieri in the province of Reggio Emilia -a riceweeder, marble worker and painter nicknamed "Il Cachi" (he was also a friend of the famous naive painter Antonio Ligabue)- wrote it when the standard "Bella Ciao" had already spread, faithfully reproducing its structure and melody. According to Vasco Scansani's son Alfio, who keeps several of his father's documents, the "Riceweeders' version" was written in summer 1952, while the Scansani family was on seaside holiday. The fact that also Giovanna Daffini was then living in Gualtieri might have contributed to the spreading of the legend of the "original song”; not only Giovanna Daffini lived in Gualtieri, but also in the same building as the Scansani family's, Bentivoglio palace. Giovanna Daffini, the great popular singer, was a woman riceweeder. Nonetheless, we keep this song in first position in this page: just for tradition, why not, and also because its replacement would entail too difficult a restructuring of this huge page. [RV]


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Les Anarchistes: Tammurriata delle mondine including Bella Ciao

{{video https://www.youtube.com/watch?v=v8pgt6scZ1g}}
Interpretata da / Performed by Giovanna Marini.


Alla mattina appena alzata, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, alla mattina appena alzata,
devo andare a lavorar..!

A lavorare laggiù in risaia, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao! A lavorare laggiù in risaia
Sotto il sol che picchia giù!

E tra gli insetti e le zanzare, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, e tra gli insetti e le zanzare,
duro lavoro mi tocca far!

Il capo in piedi col suo bastone, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, il capo in piedi col suo bastone
E noi curve a lavorar!

Lavoro infame, per pochi soldi, o bella ciao bella ciao
Bella ciao ciao ciao, lavoro infame per pochi soldi
E la tua vita a consumar!

Ma verrà il giorno che tutte quante o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, ma verrà il giorno che tutte quante
Lavoreremo in libertà!
VAI FATĂ, VAI!

Dimineața, o zi nouă,
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Curva tânără, abia se trezit,
Deja ea va lucra din nou...

Câțiva pași, in jos la casă,
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Zi după zi, din nou tă duci,
Doar întotdeauna mai adânc!

La intrarea, există şeful.
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
El controlează! El ia banii!
Banii pe munca fetelor.

Mulţi bărbaţi, tineri, bătrâni!
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Dar acei bărbaţi, toţi ciudaţi,
Fiecare zi mulţi merg la bordel.

Ochii flămânzi! Sudoarea!
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Nu se sfârşeşte! Zi şi noapte!
Şi dar totuşi fetele la muncă.

Ori din faţă, ori din spate..
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Buze, mâinile, penisurile…
În fiecare gaură vor să intre!

Fiecare dată mergem aici,
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Cu fiecare oră, ce suntem aici,
Noi tinereţea ne pierdem!

Vai, mama sfântă! Mari chinuri!
Vai Fată! Vai Fată! Vai, vai vai!
Vai, mama sfântă! Un pic de milă!
Nu vreau să cer mai mult de voi!

Dar, zi va veni, fete toate,
Da! Fată! Da, Fată! Da! Da! Da!
Va veni ziua, când fete toate,
În libertate vor lucra!
În libertate vor lucra!
[1] Traduzione italiana di Riccardo Venturi

AHI, RAGAZZA, AHI!

La mattina, un nuovo giorno,
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
La giovane puttana, appena sveglia,
Già ritornerà al lavoro.

Qualche passo giù sotto casa,
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Giorno dopo giorno ci vai ancora,
E sempre più in basso!

All'ingresso c'è il capoccia.
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Lui controlla! Lui piglia i soldi!
Soldi sul lavoro delle ragazze.

Tanti uomini, giovani, anziani!
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Ma quegli uomini, tutti strani,
In tanti ogni giorno vanno al bordello.

Gli occhi affamati! Il sudore!
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Non si finisce! Giorno e notte!
Eppure le ragazze sono al lavoro.

Ora davanti, ora dietro...
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Labbra, le mani, i peni...
Vogliono entrare in ogni buco!

Ogni volta che ci andiamo,
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Ogni ora che siamo qua
Perdiamo la nostra gioventù!

Ahi madre santa, che grandi pene!
Ahi ragazza! Ahi ragazza! Ahi, ahi, ahi!
Ahi madre santa! Un po' di pietà!
Non voglio chierdervi di più!

Ma verrà il giorno che tutte le ragazze,
Sì ragazza! Sì ragazza! Sì, sì, sì!
Verra il giorno che tutte le ragazze
Lavoreranno in libertà!
Lavoreranno in libertà!



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