Häxprocess
Kjell HöglundVersion française – LE PROCÈS DES SORCIÈRES – Marco Valdo M.I. –... | |
PROCESSO ALLE STREGHE È facilissimo trovare capri espiatori se si vuole e sebbene i processi alle streghe appartengano al passato il principio non lo abbiamo dimenticato, va sempre bene viene a proposito quando c'è qualcosa che vogliamo e dato che ancora non tutto è perfetto ce n'è bisogno di tanto in tanto, è adatto a farci dare libero sfogo alle nostre emozioni e quindi a riguadagnare una briciola di autorispetto raramente ci occorre un pretesto chiaro spesso basta un difetto immaginario poi tutti gli amici della giustizia si riuniscono a processo che si svolge a porte chiuse, di solito finché non viene emesso un verdetto in base a un formulario stabilito e in seguito esplichiamo come segue la nostra procedura: “non tutto va ancora esattamente come noialtri vogliamo e allora abbiamo messo al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza” Il disgusto che provi per la tua stessa esistenza la tua mancanza di competenza e la tua impotenza il dubbio che hai eternamente sulla tua intelligenza la tua voglia di ordine, strutturazione e coerenza, i libri che avresti dovuto leggere ma che non hai mai guardato le lettere che non hai mai scritto e la tua fantasia malata son tutte cose difficili da confrontartici anche volendo e allora metti al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza Sogni di andare a letto con Brigitte Bardot per mille e una notte e poi per mille e due sogni di girare il mondo da milionario e senza difficoltà ottieni proprio quel che desideri sogni di vivere nel lusso e nell'abbondanza vuoi che muoia qualcuno a cui pensi di preciso ma quel che vuoi, non osi mai dirlo a voce alta e allora metti al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza Hai voglia di fare qualcosa di male con un coltello e di investire qualcuno con una locomotiva fuori ti piace sembrare tenero e sensibile però dentro, invece, vuoi essere crudele e primitivo ti piace proprio vedere altri andare a finir male e ripensare alle piccole cattiverie che hai già commesso ma è difficile riconoscere queste cose che vuoi e allora metti al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza Hai paura di beccarti la sifilide e lo scolo o forse il cancro e la tubercolosi per il resto, perlopiù sei abbastanza un pallone gonfiato che non vuole prendersi responsabilità e si rifiuta di vedere rubacchi regolarmente se solo hai l'occasione di farlo e poi frigni perché qualcuno si prenda cura di te ti piace considerarti un genio incompreso e piuttosto di intervenire lasci perdere ogni cosa menti per abitudine senza nessun rovello di coscienza forse non hai i mezzi per avere una morale però ti vergogni un po' quando vedi che hai combinato e allora metti al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza In realtà odi te stesso e quel che fai e allora perché non andare a parlare col tuo ipnotista? Digli quel che senti e chiedi tempo per decidere digli che sei veramente una persona è solo in quel che credi che sei malato devi cominciare a pensare perché c'è poco tempo sei abbastanza vecchio da sapere quel che vuoi oppure metti al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza? Dato che noi stessi un tempo siamo stati costretti a arrenderci nutriamo un continuo odio per chi ancora non si è arreso e che si è tenuto un po' delle sue visioni non possiamo tollerarlo, ci mettiamo all'opera. Un'amara delusione è quello che ci resta deluzione e amarezza sono appunto tutto quel che abbiamo la sola cosa che possiamo sperare è evitare di riflettere poter credere che tutto va bene e evitare di discutere evitare di ricordare e pensare che ci va bene fare finta di non aver capito mai in effetti dimenticare che le nostre speranze sono state distrutte questa è la droga che ci ha sballato il cervello e quando lo ricordiamo, invece vogliamo scordare tutto scordare chi nonostante tutto non ha smesso di sognare qualcuno che è capace di vedere un'alternativa di intravedere qualcosa di meglio e di lottare per la propria vita e allora ci prende una rabbia che ci sbatacchia a terra sentiamo di stare vivendo un momento decisivo ora dobbiamo agire per non essere annientati per non lasciar distruggere i nostri inganni verso noi stessi e all'improvviso arriviamo a una pazza conclusione, che tutto dipende proprio da quell'unica persona che tutta 'sta diavoleria è colpa di quel cospiratore che sta dietro a ogni mistero, lui è il sabotatore che ha ordito contro noi tutti un malvagio complotto per farci precipitare a capofitto nella rovina che trama perfidi piani e macchina intrighi che decide di far sprofondare la terra e di far montare l'acqua. Sacrifichiamo i nostri figli in un doppogioco cinico il bene lo chiamiamo male, il giusto lo chiamiamo sbagliato e poi la nostra malattia la passiamo alla generazione che viene testimoni schizofrenici della nostra lugubre missione La paranoia ci avvolge rintronandoci come la cascata di Hammarforsen [1] è come se esplodessimo dentro mentre arriva dal passato un debole e remoto profumino di ciliege selvatiche e camomilla [2] e allora rimettiamo al rogo un'altra strega per motivi di sicurezza. In ogni epoca abbiamo avuto questo bisogno dal profondo della nostra colpa abbiamo incitato alla rapina a trovare qualcuno cui dare la colpa, a bruciare ogni strega a stabilire un esempio, a dar loro una lezione Abbiamo crocifisso Gesù anche se la colpa era nostra e tutta la nostra cultura è basata su questa metafora il nostro pensiero umano è permeato dal mito della pace interiore data dagli dèi in questo modo abbiamo ottemperato a un'esigenza ineludibile e così abbiamo infilato anzitempo milioni di persone in una tomba dato che la condicio sine qua non per la pace interiore è il sacrificio cruento e questa è una lingua che abbiamo capito sul serio I primissimi cristiani hanno dovuto soffrire pene d'inferno li abbiamo gettati a decine di migliaia in pasto alle bestie feroci poi siamo diventati noi stessi cristiani e abbiamo trascinato gli eretici davanti all'Inquisizione perché il Padreterno ci scusasse E quelli che non ci stavano ebbero il trattamento che si meritavano tutti noi dobbiamo mettere in conto di avere quel che ci tocca e tutti quelli che pensavano a sproposito di grandi cose e di libertà sono stati ripagati a modo nostro per la loro fatica. Una parte di loro sono stati abbastanza furbi da capire che avevano sbagliato Galileo per esempio, nonostante segni che dimostravano il contrario, da parte sua ha ammesso che la Terra sta ferma e così quella volta abbiamo in effetti evitato di mettere al rogo un'altra strega. Il vescovo Brask [3] era astuto, era uno a parte, un fogliettino sotto il sigillo e così ne uscì fuori però gli ebrei li abbiamo bruciati a milioni così tanti, in effetti, da chiedersi come sia potuto accadere Ma accade sempre e accade ancora adesso chi darà fuoco al prossimo rogo, tu non lo farai mai? La caccia alle streghe imperversa come prima per ogni capro espiatorio abbattuto, spariamo una salva di cannone Se arriva qualcuno che per caso è nato da qualche parte all'estero allora gli appiccichiamo immediatamente delle corna e una coda i comunisti ce li sgranocchiamo di buon appetito e guardiamo storto e in cagnesco chi per caso non è bianco Tutti i tipi di esistenza libera devastano il suolo e strisciano sui prati estivi tra i fiorellini dei bambini delinquenti e straccioni di ogni specie pagani e mezzosangue ci impestano giorno e notte pericolosi imbroglioni si aggirano di soppiatto uomini neri sospetti a ogni angolo nel verde boschetto un usignuolo sta cinguettando e nel frattempo stiamo mettendo al rogo un'altra strega Ora ripensiamoci un po': a chi serve tutto questo? C'è un dato gruppo di persone che sono felici che il rogo delle streghe si accenda qua e là contente quando noialtri cacciamo i fantasmi nel buio c'è chi si stropiccia le mani ridacchiando quando i capri espiatori sono segnalati e bruciati una notte di Walpurga mentre quelli che hanno mani sporche in pasta [4] se ne vanno liberi liberi di curare la propria casetta e di riparare la serratura E c'è chi sfrutta la nostra disillusione, la nostra colpa per non farci accorgere che ci stanno rubando la nostra ricchezza c'è chi gioca sulle nostre paure in un modo talmente raffinato che non sappiamo più ciò che è giusto e che è sbagliato c'è chi sa come deve essere girata la macina, e ha imparato come prendere noialtri poveracci curvi e noi non ci accorgiamo di nulla, perché quando compiono i loro crimini allora noi ci scontriamo coi mulini a vento come Don Chisciotte Loro frugano indisturbati mentre noi sbirciamo qualcos'altro rubano maledettamente nascosti da nuvole di vapore bluastro e, da dietro, ci svuotano lestissimi le tasche mentre noi condanniamo chi non ha fatto alcun male C'è chi assomiglia al mago di uno spettacolo di varietà e che ci frega facendoci vedere cose invisibili che fa giochi di prestigio tirando fuori carte dalle maniche che cuoce il pane nel cappello e che trasforma vino d'annata in semplice acqua normale [5] E noi del pubblico applaudiamo stupefatti Oooh! Un coniglio sbuca dal nulla, era proprio carino Il mondo vuole essere imbrogliato e qualcuno pensa a stento a quel che ha pagato per tutto questo show Chi invece si porta a casa i guadagni della roulette del casinò sta dietro le quinte e getta sul tavolo una fiche falsa e noi che stiamo lì a giocare cominciamo a accusarci l'un l'altro è stato lui...! no, è stato lui! No, invece è stato quell'altro...! Ci cerchiamo un capro espiatorio e the show goes on... ...qualcosa lampeggia. Impareremo mai a capire che c'è qualcosa di losco se il banco vince sempre anche se qui all'angolo il rogo arde senza sosta? Non serve a nulla dare la caccia alle streghe nel buio sono le regole del gioco che dobbiamo cambiare. Puntare alla roulette, lo possiamo fare come vogliamo noi non abbiamo bisogno di mettere al rogo un'altra strega. | LE PROCÈS DES SORCIÈRES Si on veut, il est facile de trouver des boucs émissaires Et bien que soit passé le temps des procès de sorcières, On n’en a pas oublié le principe, il est toujours bon ; Quand on veut quelque chose, toujours il répond Et comme le monde n’est pas encore parfait, Si parfois, on en a besoin, il est toujours prêt Pour qu’on donne libre cours à nos émotions Et qu’on se retrouve une once de considération. Nous avons rarement besoin d’un prétexte clair, Souvent suffit un défaut imaginaire. Alors, les amis de la justice se réunissent pour le procès Qu’on déroule à huis clos, en secret, Et rend un verdict selon la coutume usuelle Et ensuite, nous donnons la justification habituelle : « Tout n’est pas encore exactement comme on l’aurait souhaité, On a donc brûlé une autre sorcière pour des raisons de sécurité. » Le dégoût que vous ressentez pour votre existence, Votre manque de compétence et votre impuissance, Le doute que vous avez éternellement quant à votre intelligence, Votre désir d’ordre, de structure et de cohérence, Les livres à lire que vous n’avez jamais regardés, Les lettres que vous n’avez jamais écrites et votre mentale cécité Sont choses difficiles à affronter, même quand vous le voulez ; Alors, vous mettez une autre sorcière au bûcher pour des raisons de sécurité. Vous rêvez de coucher avec des houris, Pour mille et une nuits, pour mille et deux nuits. Vous rêvez de parcourir le monde en millionnaires enviés Et obtenir exactement tout ce que vous voulez. Vous rêvez de vivre dans le luxe et l’abondance Vous voulez la mort d’autrui avec insistance, Mais vous n’osez jamais vraiment l’avouer. Alors, vous mettez une autre sorcière au bûcher pour des raisons de sécurité. Vous voulez empoisonner, poignarder ou pendre Ou avec une locomotive écraser les plus tendres. De l’extérieur, vous aimez avoir l’air aimable et sensible, Mais au dedans, votre volonté est cruelle et primitive. Il vous plaît particulièrement de voir les autres mal finir Et de ressasser vos vilaines petites vilenies ou encore pire. Mais il est difficile de reconnaître sa propre malignité ; Alors, vous mettez une autre sorcière au bûcher pour des raisons de sécurité. Vous avez peur d’attraper le sida ou la syphilis, Le cancer, la tuberculose ou la chaude-pisse. Pour le reste, vous êtes surtout une baudruche Qui refuse ses responsabilités et fait l’autruche. Vous volez dès que vous en avez l’occasion Et vous pleurez et vous réclamez la compassion. Vous vous prenez pour un génie incompris Et plutôt que d’agir, vous laissez tout aller de mal en pis. Vous mentez par habitude sans aucune réticence, Il vous manque sans doute une conscience. Vous avez peut-être honte de ce que vous avez perpétré, Alors, vous mettez une autre sorcière au bûcher pour des raisons de sécurité. En réalité, vous vous détestez et ça vous attriste, Alors pourquoi ne pas en parler à votre analyste ? Dites-lui ce que vous ressentez et s’il s’étonne, Dites-lui que vous êtes vraiment une personne, Que vous êtes malade, que vous souffrez tellement. Pensez à votre réputation, car il reste peu de temps, Car vous êtes assez vieux et qu’il faut vous hâter. Alors, mettez une autre sorcière au bûcher pour des raisons de sécurité ? Comme nous avons été contraints de nous rendre, Notre ressentiment est fort et notre haine n’est pas tendre Pour celui qui a conservé ses idées et qui ne s’est pas rendu, On ne peut pas le tolérer, car nous avons perdu. Tout ce qui nous reste est une amère désillusion, Tout ce que nous avons est amertume et illusion, Tout ce qu’on peut espérer, c’est ignorer, Et croire que tout est juste et se garder de discuter. Éviter de se souvenir et penser que ça va bien, Faire semblant de ne comprendre jamais rien, Nier que nos espérances ont pris l’eau, Que la drogue nous a chamboulé le cerveau Et quand la mémoire vient, tout oublier. Éviter celui-là qui n’a pas cessé de rêver, Celui-là qui veut un autre monde, qui a d’autres envies, Qui conçoit un avenir meilleur et lutte pour la vie. Et alors, il nous prend un ressentiment incisif, On sent qu’on vit un moment décisif Qu’il faut agir pour ne pas être anéantis, Pour ne pas laisser nos espoirs démentis, Et soudain, on conclut follement, Que d’une seule personne tout dépend, Que toute cette diablerie est la faute de ce saboteur, Que derrière chaque mystère se cache un conspirateur Qui mène un diabolique complot Pour nous plonger tous dans le fiasco, Qui trame des plans odieux et manigance des mystères, Qui décide de faire monter l’eau et de noyer la terre. Alors, on sacrifie nos descendants dans un jeu menteur : Le bien, on l’appelle le mal ; le juste, on le nomme l’erreur. Puis, on passe la maladie aux enfants de demain, De notre lugubre mission, les schizophrènes témoins. Telle une immense cascade, la paranoïa nous abasourdit, On explose à l’intérieur tandis que du passé surgit Une senteur faible et lointaine de cerises, de camomille et d’été ; Alors, on remet une sorcière sur le bûcher pour des raisons de sécurité. À chaque époque, nous avons eu cette nécessité D’inciter à l’erreur pour couvrir notre culpabilité, Pour trouver à blâmer, pour brûler les sorcières, Pour faire un exemple, pour punir ces mégères. Nous avons crucifié Jésus et tant d’autres encore Et bâti une culture sur cette métaphore. Depuis lors, la pensée humaine est imprégnée Du mythe d’une paix intérieure par les dieux donnée. Ainsi, on a répondu à la honte qui nous plombe Et mis prématurément des millions de gens dans la tombe. Car la condition de la paix intérieure est le sacrifice sanglant Et c’est une langue qu’on comprend aisément. Les tout premiers chrétiens ont dû subir le châtiment de l’enfer, On les a jetés aux bêtes féroces, on les a mis aux fers. Puis, avec l’Inquisition, les croyants devenus majorité ont traîné Les hérétiques au bûcher pour se faire par le Père Éternel pardonner. Ceux qui n’étaient pas d’accord ont reçu le traitement qu’ils méritent, Car on doit tous soutenir ceux qui mènent et ce qu’on hérite ; Tous ceux qui pensaient innocents à de grandes choses et à la liberté Ont été dûment récompensés par les Autorités. Certains ont été assez futés pour revoir à temps leur position Galilée, par exemple, malgré ses signes de dénégation, Pour sa part, a proclamé l’immobilité de la Terre. Et ainsi, cette fois-là, on a évité de brûler une autre sorcière. L’évêque Brask était intelligent, c’était une exception, Un bout de papier caché démentit sa soumission. Cependant, les Juifs, par millions, on les a brûlés ; Tant à se demander comment cela a pu arriver Et brûler le dissident, ça arrive encore maintenant parfois. Qui donc va allumer le prochain bûcher, ne serait-ce pas toi ? Comme avant, la chasse aux sorcières réjouit nos cantons, Pour chaque bouc émissaire abattu, on tire une salve de canon. Si par hasard, arrive un étranger, On lui colle à l’instant un faux nez On croque du communiste sans ménagement Et on regarde de travers celui qui n’est pas blanc. Pourtant, mille formes de vie libre animent les champs Et se glissent l’été parmi les petites fleurs des enfants. Des voyous et des vauriens de tout acabit, Des païens et des métis nous empestent jour et nuit, De dangereux escrocs se faufilent dans le noir, On regarde d’un œil noir passer des hommes noirs. Un rossignol gringotte dans le bosquet vert, Et pendant ce temps, on met au bûcher une autre sorcière. Maintenant : à qui profite tout ça ? Réfléchissons un peu. Il s’agit, voyez-vous, de gens qui sont heureux De voir ici et là le bûcher des sorcières s’allumer, Ravis de voir chasser des fantômes dans l’obscurité. Ce sont eux qui se frottent les mains et sifflent un petit air, Quand une nuit de Walpurgis, brûlent les boucs émissaires Alors qu’eux, les mains sales s’en vont libres, Dormir en leur maison après avoir fermé la serrure. Ils exploitent notre désillusion et notre culpabilité. Pour qu’on ne s’aperçoive pas qu’ils viennent de nous voler. Ils jouent sur nos peurs un jeu si fin Qu’on ne sait plus ce qui est mal et ce qui est bien. Ils savent faire tourner la meule et se faire du blé Et se jouer de nous, pauvres corps courbés. Nous, on ne voit rien de leurs détournements Et on se retrouve Dons Quichotte face aux moulins à vent. Ils profitent tranquillement quand nous regardons ailleurs, Ils se tiennent derrière des nuages de vapeur Et de nos efforts cumulés, font leur capital Et alors, on condamne ceux qui n’ont fait aucun mal. Ils ressemblent au magicien d’un spectacle de variétés. Qui nous abuse de fausses réalités, Qui fait des tours étonnants, sort une colombe son chapeau, Qui fait du pain avec le gâteau et transforme le vin en eau. Et nous, le bon public, on applaudit ses prestations : Un lapin est sorti du néant, il est vraiment mignon. Le monde veut être trompé et il pense à peine À ce qu’il a payé pour toute cette scène. Le tricheur jette une fausse carte sur la table, Et ramène à la maison ses gains considérables. Et nous, dépités, on s’accuse l’un l’autre. C’est lui ! Non, c’est lui ! Non, c’était l’autre… ! On cherche un nouveau bouc et le spectacle peut reprendre. Quelque chose clignote. Apprendrons-nous jamais à comprendre Qu’il y a quelque chose de louche quand la banque gagne toujours, Même si au coin de la rue, le bûcher flambe nuit et jour ? Il ne sert à rien de chasser les sorcières dans l’obscurité, Ce sont les règles du jeu que nous devons changer. Jouer sans tricher, si on le veut, nous, nous pouvons le faire, Et nous, on n’aura pas besoin de brûler une autre sorcière. |
[2] Come dire: esplodiamo dentro in mezzo alle belle cose svedesi del tempo andato, tanto familiari, della nonna. La paranoia ci avvolge nel nostro teporino familiare, tra il profumo delle ciliegine e la tazza di camomilla calda.
[3] Hans Brask (1464-1538) fu il vescovo (cattolico romano apostolico, visto che la Riforma non c'era ancora stata) di Linköping, la città (per curiosità cronachistica) dalla quale proviene Alberto Sordi nel film Detenuto in attesa di giudizio. Fu uomo avveduto nel suo tempo complicato: quando, nel 1517, si ritrovò nel mezzo della lotta di potere tra il reggente Sten Sture e l'arcivescovo Gustav Trolle, dovette firmare un documento per la rimozione di quest'ultimo, che pure era il suo arcivescovo. La storia narra che, per discolparsene, sotto il sigillo in ceralacca del documento nascose un minuscolo bigliettino con le seguenti parole : Härtill är jag nödd och tvungen “a questo sono stato obbligato e costretto”, facendo quindi capire che la sua decisione era stata, come dire, “un po'” forzata e magari non con le buone maniere. Così Hans Brask salvò al tempo stesso la sua vita e la sua coscienza. L'episodio ha dato origine persino a una parola della lingua svedese: “brasklapp” (“bigliettino di Brask”) che ha il significato, più o meno, di “opposizione nascosta” o “dietro le quinte”.
[4] Traduco così un modo di dire svedese che alla lettera significa: “farina sporca nel sacchetto”.
[5] Non dovrebbe sfuggire qui il “rovesciamento” delle evangeliche Nozze di Cana. Il miracolo all'incontrario.