| Versione italiana di Margherita Zorzi
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PRINCIPESSINA E IL MUSICISTA | LA PRINCIPESSA E IL MENESTRELLO |
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Un tempo al posto di questo quartiere, | Eccovi qui un giardino incantato, |
di queste case signorili ed austere | nelle leggende mai raccontato |
c'erano strade un po' più puzzolenti, | piccolo mondo, splendenti miserie. |
rovine non propriamente romane, | Solo baracche e nulla di più, |
tuguri abitati dalle facce più strane, | e in quanto quelli che vivevan laggiù, |
era il fior fiore delle "brave genti". | eran solo l’elite delle macerie. |
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Proprio il fior fiore delle brave genti, | Solo la crème, ben selezionata, |
vecchi ubriaconi ed artisti pezzenti | tra tutta la gente, la più disperata. |
che in quanto a tare facevano a gara. | I mendicanti, i relitti di guerra. |
Ladri e puttane ancora in pista, | Tra poveri senza nè arte nè parte, |
così come c'era un musicista | un bel musicista viveva in disparte. |
aggrappato alla sua chitarra. | Un menestrello con la sua chitarra. |
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Un giorno fu ripescata in un fosso | E da quel mondo di stracci attirata, |
in una fine culla di raso rosso | era fiorita una piccola fata, |
una bambina di bella presenza, | tra quella fauna sì strana e sommessa. |
da quella gente fu tosto adottata, | E qualcuno vedendo il suo dolce riposo, |
"Principessina" venne battezzata, | in un letto di foglie verde e sontuoso, |
non si sa mai, per ogni evenienza. | così per gioco la chiamò principessa. |
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Passano gli anni, e in una notte stellata | Ma un dì cupido scagliò la sua freccia |
mentre lui suonava una triste ballata, | e principessa volò tra le braccia |
Principessina si fece coraggio. | del menestrello, ed iniziò a sussurargli |
Gli andò vicina, e gli disse: "Se vuoi | un po’ arrossendo, un po’ titubante, |
puoi carezzarmi, abbracciarmi e poi | “è te che amo, sei tu solamente, |
baciarmi in bocca, e anche peggio." | e se tu vuoi, lo sai, puoi baciarmi”. |
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"Principessina, non mi devi tentare, | “Mia principessa, stai un po’ più distante, |
non sono un satiro e non voglio rischiare, | non ho per niente la stoffa da amante; |
hai tredici anni, e io trenta suonati... | tu hai 13 anni, io tre volte, sicuro. |
Gran differenza, e non son del parere | Troppa distanza e nessuna intenzione |
di farmi un giro nelle patrie galere, | di andare a marcire in una prigione.” |
è molto meglio star qui tra questi prati." | “Sarà un segreto, menestrello, lo giuro” |
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"Mio musicista, questo grande amore | “E io ti prego, non insistere ancora, |
terrò segreto nel profondo del cuore", | tu non fai per me, e da qualche ora |
"Mi spiace, bella, ma ho già un'altra fata." | ad una grande, ho già dato il mio cuore.” |
Allora lei se ne fuggì correndo, | Così principessa è partita piangendo, |
allora lei se ne fuggì piangendo | il suo bel viso di pianto bagnando, |
offesa d'essere stata rifiutata. | con la sua offesa, con il suo dolore. |
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E il giorno dopo, di buon mattino, | Ed il menestrello, con buona intenzione, |
sul carro del venditore di vino | forse a disagio per la situazione, |
con la chitarra a tracolla è partito. | di buon mattino, volò via con la brezza, |
Vent'anni più tardi tornò nel quartiere | con il suo carro, la chitarra suonando, |
Lui, che non si era più fatto vedere, | dopo molti decenni, di lì ripassando, |
provando un rimpianto mai sopito. | sentì nel cuore l’antica tristezza. |