Inno dell'Internazionale, o Inno della pace [Internazionale del lavoro; La Marsigliese dei lavoratori]
Stanislao Alberici GianniniLa versione del 1894. | |
INNO DELL'INTERNAZIONALE, O INNO DELLA PACE [INTERNAZIONALE DEL LAVORO; LA MARSIGLIESE DEI LAVORATORI] Su leviamo alta la fronte o curvati dal lavoro già sul culmine del monte splende il sol dell'avvenir. I superbi eroi dell'oro i pastori d'ogni greggia sia nel tempio o nella reggia fa quell'astro impallidir. Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò. I signori ci han rubato il sudor dei nostri padri le sorelle ci han stuprato ogni gioia ci rapir. Ma un sol grido: morte ai ladri sia dal campo all'officina non più leggi di rapina non più l'onta del servir. Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò. Sotto vel di patrio amore gittan l'odio tra fratelli ma dovunque è un oppressore un fratello oppresso sta. Nostro è il mondo e di novelli a noi sacri un patto adduce e quel patto e vita e luce fratellanza e libertà. Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò. O giustizia nostra speme il tuo regno affretta affretta è da secoli che geme la percossa umanità. Ma nel dì della vendetta questa plebe ognor tradita come belva inferocita da ogni lato insorgerà. Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò. | L'INNO DELL'INTERNAZIONALE All'armi o cittadini All'armi o cittadini Formate i battaglioni Marciamo, marciamo Da forti combattiamo Fin che liberi sarem Solleviam alta la fronte O curvati dal lavoro Che dal culmine del monte Splende il sol dell'avvenir Guerra ai vili eroi dell'oro Ai pastori d'ogni gregge Che dal tempio o dalla reggia Fan quell'astro impallidir Pace, pace al tugurio del povero Dinamite ai palagi e alla chiese Pugnaliam l'odiato borghese Che alla fame e agli stracci insultò All'armi o cittadini All'armi o cittadini Formate i battaglioni Marciamo, marciamo Da forti combattiamo Fin che liberi sarem I vigliacchi ci han rubato Il sudor dei nostri padri Le sorelle ci han stuprato Ogni gioia ci rapì S'alzi un grido: Morte ai ladri Chi dal campo all'officina Non più leggi di rapina Troppo lungo fu il servir Pace, pace al tugurio del povero Dinamite ai palagi e alla chiese Pugnaliam l'odiato borghese Che alla fame e agli stracci insultò Sotto il velo del patrio amore Gittan l'odio fra i fratelli E dovunque un oppressore Un fratello che oppresso sta Ma il dì della vendetta Che vicino il cuor ci addita Come belva inferocita D'ogni lato ruggirà Pace, pace al tugurio del povero Dinamite ai palagi e alla chiese Pugnaliam l'odiato borghese Che alla fame e agli stracci insultò E abbasso il lusso e le mode Dinamite al monopolio Combattiamo con tutto orgoglio Chi bandisce la libertà Su fratelli su compagni Tutti poveri son servi Cogli ignavi e coi protervi Il transiger è verità All'armi o cittadini All'armi o cittadini Formate i battaglioni Marciamo, marciamo Da forti combattiamo Fin che liberi sarem |