A greva di i pialinchi
Léon CamugliTraduzione italiana di Riccardo Venturi | |
LO SCIOPERO DEI BRACCIANTI Erano un bel po' di braccianti che potevano formare un battaglione, ce n'erano quattrocentoventicinque davanti alla fontana di Longone, con asini, asine e asinelli, carichi di attrezzi da lavoro, di barilotti e di cesti da soma e si misero tutti a cantare: I poveri non devono essere schiavi di tutta la banda di ricconi, ci metteremo tutti in sciopero se non ci danno cinquanta patacconi. Dato che ora tutto aumenta, persino il pane e il sapone, e che non si può più mangiare pesci e che il vino costa dieci patacconi, non se ne può più di mangiare sempre acciughe, vogliamo carne e maccheroni e bere un gotto di vino o due invece dell'acqua di Longone I poveri non devono essere schiavi di tutta la banda di ricconi, ci metteremo tutti in sciopero se non ci danno cinquanta patacconi. Il ricco non si sporca mai di fango, ma quando piove e quando fanno i tuoni noialtri poveri disgraziati ci rintaniamo dentro la baracca; vogliamo un bel fascio di legna da mettere dentro il caminetto, ora che viene l'inverno bisogna riscaldarsi un pochettino. I poveri non devono essere schiavi di tutta la banda di ricconi, ci metteremo tutti in sciopero se non ci danno cinquanta patacconi. Non si può avere un poco d'olio, ci vendono quello di cotone e invece delle scarpe da signori ci danno le scarpe di cartone; i sindacati sono stati formati per far valere le nostre ragioni, se non ci aumentano il salario giornaliero non pagheremo più contributi. I poveri non devono essere schiavi di tutta la banda di ricconi, ci metteremo tutti in sciopero se non ci danno cinquanta patacconi. |