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?װער קלאַפּט עס

anonimo
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Traduzione italiana di Riccardo Venturi
Ver klapt do azoy shpet banakht?
Berele bulantshik.
Efn, efn, Brontshele,
Ikh bin dokh dayn kokhantshik.

Vi ken ikh dir efenen?
Kh'hob moyre far dem tatn!
Efn, efn, Brontshele,
S'vet dir gor nisht shatn.

Vi ken ikh dir efenen?
Kh'ob moyre far der mamen!
Efn, efn, Brontshele,
Un lomir zayn tsuzamen.

Ver klapt do azoy shpet banakht?
Es klapt di geto-hunger.
Efn, efn, a provisatsyele
S'vet mir vern gringer.

Vi ken ikh dir efenen?
Kh'ob moyre far dem altn!
Efn, efn a provisatsyele
Ikh vel es gut bahaltn.

Ver klapt do azoy shpet banakht?
Es klapt di geto-laydn.
Dray yor in geto,
Itst muz men zikh tsesheydn.
CHI È CHE BUSSA?

Chi è che bussa così tardi di notte?
Berele, il tuo ragazzo. 1
Apri, apri, Brontshele,
Sono il tuo innamorato. 2

E come posso aprirti?
Ho paura del babbo!
Apri, apri, Brontshele,
non ti succederà nulla.

E come posso aprirti?
Ho paura della mamma!
Apri, apri, Brontshele,
e stiamo io e te insieme.

Chi è che bussa così tardi di notte?
E' la fame del ghetto.
Apri, apri un negozietto
ché mi sentirò meglio.

E come posso aprirti?
Ho paura del vecchio!
Apri, apri un negozietto, 3
sarò bravo a nasconderlo.

Chi è che bussa così tardi di notte?
Sono le pene del ghetto.
Tre anni qui nel ghetto,
ora ci dobbiamo separare.
NOTE alla traduzione

[1] La grafia yiddish di questa parola, ואָלינטשיק , sembra riprodurre il verbo polacco woleć (presente: wolę, wolisz) “amare, preferire”, da cui deriva. La traslitterazione sarebbe propriamente [volintshik], ma nelle trascrizioni si trova regolarmente [bulantshik] e così è stato mantenuto. Si tratta probabilmente di una pronuncia locale.

[2] Altra derivazione dal polacco: kochać “amare”.

[3] Diminutivo di provisatsye “negozio di alimentari, spaccio”, a sua volta dal polacco prowizacja.


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