Canzone di viaggio
Emilio JonaOriginale | Traduzione francese dal sito del gruppo vocale Quartetto Urbano |
CANZONE DI VIAGGIO Io traverso a primavera lunghi campi d'erba nuova e ritrovo verde schiera d'alti pioppi e le stazioni mentre incontro visi noti ferrovieri, professori, e commessi viaggiatori con degli occhi insonnoliti. E nell'alba in vecchio treno mi sparisce la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni alba in vecchio treno. Nella sera un vecchio treno mi riporta la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni sera un vecchio treno. Io traverso nell'estate greti bianchi ed acque scarse siamo tutti scamiciati ed il verde è impallidito. C'è chi spera nella pace c'è chi vuole ancora guerra c’è chi solo guarda e tace mentre corre cielo e terra. E nell'alba in vecchio treno mi sparisce la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni alba in vecchio treno. Nella sera un vecchio treno mi riporta la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni sera un vecchio treno. Io traverso nell'autunno la pianura già appassita con la meliga finita ai balconi delle case mentre gridano i giornali di chi muore in ogni ora per le strade, tra i fucili di violenza che divora. E nell'alba in vecchio treno mi sparisce la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni alba in vecchio treno. Nella sera un vecchio treno mi riporta la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni sera un vecchio treno. Poi l'inverno al finestrino con il sonno della neve e la spalla del vicino che la sera ha addormentato guardo questa nostra vita dove passa in altalena ora un giorno buono appena ora di malinconia. E nell'alba in vecchio treno mi sparisce la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni alba in vecchio treno. Nella sera un vecchio treno mi riporta la tua mano ed un figlio, un quinto piano ogni sera un vecchio treno. | CHANSON DE VOYAGE Je traverse au printemps de longs champs d’herbe nouvelle et je retrouve les foules vertes des hauts peupliers et les gares, tandis que je rencontre des visages connus, les cheminots, les professeurs et les commis voyageurs aux yeux ensommeillés. Et à l’aube dans un vieux train je vois disparaître ta main et un fils, un cinquième étage à chaque aube dans un vieux train. Au soir un vieux train me ramène ta main et un fils, un cinquième étage chaque soir, un vieux train. Je traverse en été des fleuves paresseux et des eaux maigres nous sommes tous en bras de chemise et le vert s’est fait pâle. Il y a celui qui espère la paix celui qui veut encore la guerre, celui qui regarde seulement et se tait, tandis que défilent le ciel et la terre. Je traverse en automne la plaine déjà fânée avec la mélisse finie aux balcons des maisons, tandis que les journaux hurlent le nom de qui meurt à chaque heure dans les rues, au milieu des fusils d’une violence qui dévore. Puis l’hiver à la fenêtre avec le sommeil de la neige et l’épaule du voisin que le soir a endormi, je regarde cette vie qui est la nôtre où passent sur la balançoire tour à tour un jour bon à peine et un jour de mélancolie. |