Luoghi comuni (Una cantata irrisolta)
Riccardo VenturiOriginal | La versione castigliana di tre strofe di Luoghi Comuni, di Jorge... |
LUOGHI COMUNI (UNA CANTATA IRRISOLTA) 1. Il Poeta Solitario Ogni mattina all'alba questa luce di viole Suscitando profumi nei giardinetti immobili Si riversa dai tetti sulle prime automobili E accende i vetri rotti sparsi fra le aiole; Sugli alberi gli uccelli che dormivano tranquilli Si svegliano e si salutano con delicati strilli... È il momento migliore del mondo materiale Che rinasce lavato dalla notte spirituale Dai rami polverosi scende qualche soffio di vento E il poeta solitario, fisicamente contento Passeggia per le strade, come Adamo il primo giorno Guardando attorno al suo nuovo soggiorno E inserendolo nel suo ragionamento, Mentre ascolta le voci più o meno profonde Con cui il mondo a se stesso risponde. 2. Ali Turchine A chi giova il piacere dei sensi? All'intelletto, Che d'altronde sopporta dolori e infermità Indipendentemente dalla sua capacità Di godimento proprio; perché non è perfetto E sfoggia carne e peli come gli altri animali, Senza mai liberarsi dagli ingombri carnali, Senza essere del tutto lieto e neppure del tutto abbietto; Lui che sognò di volare sul mare senza confine Con dietro le spalle un paio d'ali turchine... 3. Anima e Corpo Forse l'anima è divina, ma non è indispensabile Quanto il corpo in cui dimora e che è la sua cagione; Dalla prima infanzia in poi questo corpo è la prigione Dell'anima che fermenta come una massa malleabile Per finalmente impietrirsi nelle forme più strane, Dall'uccello melodico fino alle peggiori iguane; Ma sempre scomodissima perché non riesce a uscire Da un corpo inadeguato e sempre meno forte, Il che provoca disordini difficili da guarire, Le complicate nevrosi che accelerano la morte. 4. Quel che Non Sarà Nella sua culla maleodorante il bambino allunga la mano Per prendere qualche oggetto di solito troppo lontano Che la sua mente nebbiosa considera interessante; Ed è tutte le persone possibili in quell'istante. Poi, col tempo, andrà escludendo molte personalità, Rifiutando o trascurando migliaia di possibilità: Non sarà prete né artista, né meccanico d'officina, Non sarà un esploratore né emigrerà in Palestina, Nemmeno sarà la copia di una persona esistita, Come ogni essere del mondo dovrà vivere la sua vita. 5. Darwinismi e Sofismi L'uomo che ha trasformato il lupo in cagnolino, Che fabbrica lune false e aerei a reazione, Sarà davvero risultato di una lenta evoluzione? La distanza che c'è fra lui e il penultimo gradino È assai più grande di quella fra quest'ultimo e i precedenti, Oltre al fatto che la sua scala svolta in altra direzione. Ad ogni modo, all'origine di questi ragionamenti Sussistono due sofismi che ne invalidano la conclusione: L'uno, l'errore scientifico d'ordinare gli oggetti Per poi tirare le somme dall'ordine a cui son soggetti, E l'altro, l'errore storico d'introdurre immutato Il punto di vista contemporaneo nel più remoto passato Trascurando l'influenza di qualche circostanza Che forse in altre epoche ebbe speciale importanza. 6. Sensi Nonostante i trionfi della scienza applicata Gli strumenti migliori per osservare l'universo Sono ancora la penetrante lampada del verso, La musica, la voce di una gola privilegiata, Oppure nella penombra delle candele sparse Il pulpito cosmatesco di diorite incrostata; Qualsiasi luce indicante dove un pensiero arse, Semplici torce o splendidi lampadari, Monasteri carpatici tra i boschi secolari, Rune d'Islanda con princìpi bruschi, Falli d'ambra nella foresta, sarcofaghi etruschi. Alla luce di questi lumi l'uomo si muove più sicuro, Vede i tramonti, vede le rive del mare, E pronuncia parole il cui senso oscuro Gli si comincia alfine a rivelare. 7. Lumi Per l'uomo arrivato a una certa età L'uso di questi lumi diventa necessità. Da giovani non ci avevano detto di prepararci a questo, Che d'altronde non era previsto da nessuna teoria: Non una sfilata trionfale, nemmeno un convito modesto, Bensì un funerale di quarta categoria Davanti a qualche fondale dipinto da dilettanti Fra i praticabili tremolanti. Dobbiamo pertanto cercare una scenografia migliore E nel buio del caos lasciarci illuminare Dall'anello di bronzo col suo profilo di signore, Dalla tomba con scene di picnic o di amore, O l'auriga che fustiga i cavalli del mare Fra vegliardi che suonano il flauto nostalgicamente; Qualunque cosa sottratta dal lume della mente Al tempo rotatorio, allo spazio fluente. 8. Determinazione L'idea che ci facciamo dello spazio non differisce Dall'idea che se ne fa la maggioranza della gente, Ma è puramente mentale e con la mente sparisce Per esempio sotto l'azione delle eccitazioni violente. L'uomo sa muoversi da solo, orientarsi topograficamente E trovarsi coi suoi simili in luoghi determinati, Adoperando la ragione e i sensi combinati; Così traccia labirinti sulla faccia della terra E sovrappone i suoi passi a quelli dei suoi antenati Che come lui cercavano femmine, cibo, e talvolta guerra. 9. Il Tempo La nostra idea del tempo è ineffabile E quella che ci vien proposta è quasi sempre puerile, Sia il tempo statico che quello misurabile, Quello che scorre all'inverso o il semplice tempo civile; Nessuna di queste ipotesi riesce abbastanza universale, Se si pensa, per esempio, ad un morto o a un animale; Poiché la soluzione del problema la si trova in fondo a noi stessi, Non è facile scendere a questi recessi In cui il tempo della materia e il tempo della coscienza Non conservano la stessa corrispondenza; Infatti non conservano alcuna relazione Accessibile alla comprensione. 10. Envoi Trenta secoli dopo il viaggio di Odisseo I turisti percorrono le grotte del Circeo Senza trovarvi traccia della fattucchiera isterica Né un relitto assegnabile all'età preomerica. E non serve spiegare che l'isola non è tale Bensì un monte isolato sulla costa laziale, E che, tutto sommato, cercare l'orma della fata È un modo come un altro di passare la giornata, Perché il tempo, come un ghiacciaio, trascina senza pietà I luoghi, e li trasferisce in altre località. | 3. [Alma y cuerpo] Tal vez el alma es divina, pero no es indispensable, como el cuerpo, en el que mora y que es su ocasión. Desde la primera infancia ese cuerpo es la prisión del alma que fermenta como una masa maleable, para finalmente endurecerse en las formas más raras, desde pájaro melodioso hasta las peores iguanas; pero siempre incomodísima pues no logra escapar de un cuerpo inadecuado y siempre menos fuerte, que provoca desordenes difíciles de curar, las complicadas neurosis que aceleran la muerte. 8. [Determinación] La idea que nos hacemos del espacio no es distinta de la idea que se hace la mayor parte de la gente, pero es mental puramente y se extingue con la mente, por ejemplo bajo la acción de excitaciones violentas. El hombre sabe moverse solo, orientarse topográficamente, y encontrarse con sus semejantes en lugares determinados, usando la razón y los sentidos combinados; así traza laberintos sobre la faz de la tierra y superpone sus pasos a los de sus antepasados que como él buscaban hembras, alimento y a veces guerra. 10. [Envoi] Treinta siglos después del viaje de Odiseo, los turistas recorren las grutas del Circeo, sin encontrar trazas de la hechicera histérica ni un resto asignable a la era prehomérica. Y no sirve explicar que la isla no es tal, sino un monte del Lacio en la costa occidental, y que en suma buscar la huella del hada es un modo como otro de pasar la jornada, porque el tiempo como un glaciar arrastra sin piedad los lugares y los transfiere a otra localidad. |