Ero povero ma disertore
anonimo
Originale | Versione emiliano/veneta raccolta dalla Bonifica Emiliana Veneta. |
ERO POVERO MA DISERTORE Ero povero ma disertore e disertai dalle mie frontiere e Ferdinando l'impé', l'imperatore che mi ha perseguità. Valli e monti ho scavalcato e dai gendarmi ero inseguito, quando una sera mi addo', mi addormentai e mi svegliai incatenà. Incatenato le mani e i piedi e in tribunale mi hanno portato ed il pretore mi ha do', mi ha domandato: " Perché mai sei incatenà? ". Io gli risposi francamente: " Camminavo per la foresta quando un pensiero mi vie', mi viene in testa: di non fare ma' più il soldà ". Caro padre, che sei già morto, e tu, madre, che vivi ancora, se vuoi vedere tuo figlio alla, alla tortura, condannato senza ragion. O compagni che marciate, che marciate al suon della tromba, quando sarete su la, su la mia tomba griderete: pietà di me! | ERO UN POVERO DISERTORE Ed ero un povero, un povero disertore. che disertava in una foresta ed un pensiero mi vien mi viene in testa di non far mai più al soldè. E valli e monti che io attraversai e alla fine mi addormentai e alla mattina io mi risvegliai e mi trovai tot lighè. E mani e piedi mi avevano legato ed in prigione mi avevano portato ed il pretore mi ha do', mi ha domandato per qual fin io disertai. E la mi scusi signor signor pretore e la mi scusi s'io son scappato via sol per vedere il papà e la mamma mia e per poterli ancora abbracciar. O babbo mio perchè perchè sei morto o mamma mia perchè non vivi ancora sol per vedere il tuo figlio alla tortura condannè senza ragion. |