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Elle n'est pas morte!

Eugène Pottier
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Canto e chitarra: Margot Galante Garrone
LA COMUNE NON È MORTA

L'han fatta fuori a cannonate
e a colpi di mitraglia
le sue bandiere han trascinate
fra lo sterco e la paglia

E quella banda di assassini
la credono sepolta
Ma la Comune, amico mio
no, non è ancora morta

Ma la Comune amico mio
no, non è ancora morta
E han falciato come grano
gli uomini a migliaia

I Versagliesi han calpestato
i corpi come ghiaia
Ma questo orribile massacro
in fondo a cosa porta?

Che la Comune, amico mio
no, non è ancora morta
Che la Comune, amico mio
no, non è ancora morta

Son stati peggio dei banditi
ci han presi di sorpresa
nei letti uccisero i feriti
ormai senza difesa

E il sangue a fiumi straripò
usci fuor dalla porta
Ma la Comune, amico mio no,
non è ancora morta
ma la Comune, amico mio non,
non è ancora morta.

Dei giornalisti e certi artisti
mercanti di calunnie
han vomitato su di noi
fiotti di ignominie

e inneggiato hanno poi
la schiavitù risorta
ciò non vuol dire, amico mio
che la Comune è morta
ciò non vuol dire, amico mio
che la Comune è morta

Di Damocle la spada ormai
sta sopra il loro capo
e al funeral dei comunardi
erano senza fiato

Sai, tutto il popolo era là
a far loro da scorta
perché, amico, la Comune no,
non è ancora morta
perché, amico, la Comune no,
non è ancora morta

Malgrado ci abbian messi al bando
e i colpi del sicario
noi festeggiamo banchettando
questo anniversario

E ognun di noi alla Comune
un brindisi le porta
perché, amico, la Comune
no, no. non è mai morta
perché, amico, la Comune
no, no, non mai morta.
NON E' MORTA (E NON DORME)

L’hanno repressa nei falò,
nei colpi di mitraglia,
la sua bandiera si gettò
nel fango e nella paglia,
e l’alta borghesia, di ciò,
adesso si conforta.
Ma la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta.

Ma la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta!

Come a veder cadere giù
del grano ormai falciato,
caddero in centomila e più
quei corpi sul selciato.
Uno dei nostri, ora, però
cento a loro ne porta,
se la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta.

Se la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta!


Contando sull’oscurità,
ci tennero a mattanza
e uccisero senza pietà
feriti in ambulanza;
in strada il sangue a fiotti uscì
da sotto a quella porta.
Ma la Comune, anche così,
no, non è ancora morta.

Ma la Comune, anche così,
no, non è ancora morta!

Al soldo delle Autorità,
giornalisti bugiardi
di tutte le ignominie han già
coperto i comunardi
e contro noi la verità
han subito ritorta.
Ma la Comune, fatto sta
che non è ancora morta.

Ma la Comune, fatto sta
Che non è ancora morta!

La spada di Damocle sta
pendendo su di loro!
Ai funerali stavan già
tremando al nostro coro,
a quanta folla c’era, più
di ogni loro scorta!
E la Comune, prova fu,
Che non è ancora morta.

E la Comune, prova fu,
che non è ancora morta!


Se è chiaro al comunardo che,
malgrado le sfortune,
ha un canto da cantare ed è:
“Evviva la Comune!”,
la borghesia s’accorgerà,
se ancora non s’è accorta,
che la Comune non morrà
e che non è mai morta.

Che la Comune non morrà
e che non è mai morta!


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