Il ritorno di un esiliato, o Già allo sguardo
Carlo VitaOriginale | Nel LP “Un fiorentino a Livorno” (1958) Narciso Parigi incise una... |
IL RITORNO DI UN ESILIATO, O GIÀ ALLO SGUARDO Già allo sguardo, Già allo sguardo mi apparve la terra Tra gli albori di un sole nascente. Nel vederla, Nel vederla, il mio cuore si serra, Nel mio petto [1] mi balza fremente. Tra le nebbie lontane lontane [2] Già discorgo [3] del porto i fanali, Non più lungi dal bel suolo toscano [4] Che fu patria [5] di tanti immortali, Immortali. Perché mai, Perché mai da te sí lontano [6] Fui esiliato? [7] Qual colpa commisi? Perché mai, Perché mai sì potente la mano [8] mi strappò dai più [9] dolci sorrisi? Fra il lavoro e l'amore sognavo [10] Di vederlo il mio popol redento, E nel mio petto l'amore albergavo, [11] Non dell'odio il terribil tormento, [12] Tormento. Dell'amore, [13] Dell'amore la colpa espiai E dall'Isola infame ritorno, Ma la fede, Ma la fede che ho sempre nel cuore [14] La riservo in un triste soggiorno. [15] Fra un istante avrò il piede posato Sulla terra ove nacqui ed amai, Ove il duolo e la gioia ho provato, Ove tante memorie lasciai, Lasciai. Potrò alfine, Potrò alfine ristringere [16] al seno La mia sposa [17] e i miei figli adorati Ma l'amplesso, Ma l'amplesso più puro e sereno [18] Gioirò fra questi esseri amati. [19] Ma per sempre la fede e il cuore [20] Serberò per chi soffre e chi geme, L'ideale di pace e d'amore Sarà sempre la sola mia speme, Mia speme. | IL RITORNO DI UN ESILIATO, O GIÀ ALLO SGUARDO Già allo sguardo già allo sguardo m’apparve la terra tra gli albori di un sole nascente Nel vederla nel vederla il mio cuore si serra nel mio petto s’imbalza fremente. Tra la nebbia lontano lontano già de’ scorgo del porto i fanali e non più lungi dal suolo toscano che fu patria di tanti immortali … Immortali. |
[1] E nel petto
[2] Fra la nebbia, lontano lontano
[3] Li scorgo
[4] E più lungi, il bel suolo toscano
[5] Padre
[6] Sto lontano
[7] Fui cacciato?
[8] Perché mai del potente la mano
[9] Da quei
[10] Fra il lavoro e la gioia sognava (sognava è qui 1a pers. singolare dell'imperfetto ind., ancora comune all'epoca nei testi letterari)
[11] Albergava (v. nota 10; ma qui potrebbe trattarsi anche di una III pers. singolare)
[12] C'è nell'odio un terribil tormento
[13] Come menzionato anche nell'introduzione, tale strofa (con la sua quartina di coda) viene comunemente omessa nel canto. Presenta comunque delle varianti.
[14] Ma la fede che prima giurai
[15] La riporto da un triste soggiorno
[16] Ristringermi
[17] La mia donna
[18] Nell'affetto più puro e sereno / Nell'affetto più puro e sereno / Nell'abbraccio più puro e sereno. Nel testo dato, il futuro gioirò del verso successivo ha valore transitivo e regge "amplesso": "godrò dell'amplesso" ecc.
[19] Gioirò fra quell'esseri amati
[20] Ma pur sempre la fede nel cuore