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Magliette rosse

Ivan Guillaume Cosenza
Lingua: Italiano



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Ivan Guillaume Cosenza (2018)
https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/deed.it

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Il brano si concentra sulla progressiva involuzione della sinistra e del pacifismo di fronte al deterioramento delle condizioni sociali, alla guerra sia militare che economica, principale causa di povertà e flussi migratori, ed alla conseguente ascesa delle destre, in Italia così come nel resto dell'Occidente. L'unica risposta che l'odierna società civile è in grado di fornire sono le vuote e "spettacolari" campagne di sensibilizzazione, in cui si rimuovono le cause e si considerano esclusivamente le conseguenze.
I nomi dei fautori della guerra e dello sfruttamento vengono così sostituiti con la retorica e con azioni simboliche, i metodi classici di dibattito e di lotta vengono soffocati da autorevoli hashtag e da cortei carnevaleschi, mentre la difesa dei popoli e dei rispettivi Paesi di origine viene abbandonata in virtù di una solidarietà che rinuncia ai concetti di resistenza e di giustizia.
In questo modo il buon cuore della sinistra storica si ritrova addomesticato, in subalternità allo stesso potere a cui si dovrebbe impedire di seminare precarietà, divisione e odio. Premonitrici, anche se scritte in un contesto più intimo che organizzativo, le parole di Antonio Gramsci: "La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri."
Come mai ci è mancato il coraggio di mostrargli le colpe
non lasciando più argomentare la nostra forte voce?
Come mai adagiamo tanta fiducia in lontane barriere virtuali
spesso adatte a quel potere che ci dice a che pensare?

Ci entusiasma una lista di artisti, qualche soldo donato
per chi fugge dalla guerra o dal debito che abbiamo taciuto
Sfileremo in girotondi quando sfruttano il lavoro
spolverando la miglior maglietta rossa
per colmare la vergogna lungo il volto?

Tutti cinguettiamo di "pace ed uguaglianza",
ma possiamo abbaiare di giustizia e mordere la causa
senza questi denti da carnevale?

Fermeremo coi gessetti colorati le bombe della NATO?
O toglieremo le scarpe insieme ad Avaaz pensando di liberar la Palestina?
Spenderemo il tempo a pubblicare il nuovo hashtag di un intellettuale
così come i soldi che spendiamo a bombardare?

Ci entusiasmano le persone del mondo, danzare con loro
ma perché non le pensiamo libere di liberarsi da noi?
Sfileremo scalzi con le multinazionali
cavalcando la miglior ipocrisia
quella della carità senza alcuna indipendenza?

Tutti cinguettiamo di "pace ed uguaglianza",
ma possiamo abbaiare di giustizia e mordere la causa
senza questi denti da carnevale?

E se a destra ora si usano parole che furono le nostre
non dobbiamo permettergli di sputtanarle reagendo con la stessa pancia
E se qui a sinistra ora il vuoto lascia campo al capitale
non è con l'arcobaleno che si lotta
ma con il bianco della verità che lo contiene

inviata da Ivan Guillaume Cosenza - 15/7/2018 - 18:48




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