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2018
Il coraggio della rivoluzione
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Non lo sapevo che in Italia si potesse arrivare anche per mare
E che se il mare lo bevi e lo appoggi al palato è pure salato
D’altronde il viaggio mio non è organizzato, è un po’ improvvisato
È più che altro una fuga, un’urgenza, è sopravvivenza
Io sono nato dove il cielo ogni giorno rimbomba, e ad ogni passo una tomba
Ho perso tutto nello sporco gioco della violenza, nel tempo di una danza
Eppure con gli amici miei cantavo canzoni, avevo grandi ambizioni
Eravamo i Benin City Boys e c’era posto anche per noi

Mare nostro, vostro. Di chi è ‘sto mare?!
Mare nostro, vostro. Tutti giù ad affogare.
Mare nostro, vostro. Di chi è ‘sto mare?!
Mare nostro, vostro. Tutti giù ad affogare.

Insieme a James sono partito per cercare un lavoro, non cercavamo il tesoro
Non credo mai nelle partenze per cercare fortuna, ma chi la vuole la luna?!
Ho solamente in tasca i sogni di un qualunque ragazzo, no, non pensarmi pazzo,
cantare, ballare, guardare le stelle. Tenere cara la pelle.
Dopo due mesi di viaggio, di fatiche e speranze, di strade e di mancanze
Siamo approdati in Libia, una nuova terra, ma anche qui solo guerra
Ad ogni angolo di strada una camionetta e tutti con la Beretta
Sarà un bambino e c’avrò pure la testa dura, ma a me la guerra fa paura
Ora sono quattro giorni che viaggio per mare
E non ho idea di dove voglio arrivare
Ma mi permetto di varcare il confine, per un solo motivo:
Il tuo diritto di esser libero, il mio diritto di esser vivo

Mare nostro, vostro. Di chi è ‘sto mare?!
Mare nostro, vostro. Tutti giù ad affogare.
Mare nostro, vostro. Di chi è ‘sto mare?!
Mare nostro, vostro. Tutti giù ad affogare.

inviata da Dq82 - 2/6/2018 - 10:50




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