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Lingua: Persiano


Sonita Alizadeh / سونیتا علیزاده‎

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Sonita Alizadeh


La sua musica è più che mai contro la guerra.
Sorge infatti dal grido silenzioso delle tante troppe vittime di una guerra silenziosa,nascosta anche tra 4 mura, dai tempi della caccia alle streghe ai giorni nostri:
la GUERRA CONTRO I DIRITTI DELLE DONNE.

Trascrizione del testo originale tratta da Lyrics Translate
بذار حرفایی به تو بگم من درگوشی
کسی نشنوه حرف بزنم از دخترفروشی
کسی نشنوه صدامو که این خلاف شرعه
می‌گن زن باید سکوت کرد، سکوت رسم این شهره

فریاد، به‌جای یه عمر سکوت یک زن
فریاد به‌جای عمق زخم‌های این تن
فریاد از جسمی که ته قفس خسته شد
زیر فشار قيمت‌های شما شکسته شد

من 15 سالم منه، از شهر هراتم
چند نفر اومدن خواستگاریم، من گیج و ماتم
گیج و ماتم ازین آدما و رسم ازدواج
دختر رو با پول می‌فروشن بدون حق انتخاب

آره بحث پدر مخارج آب و نونه
هرکی پول بیش‌تر بده دختر مال اونه
اگه می‌فهمیدم مخارج من رو خطاب می كنه
اگه می‌فهمیدم لقمه‌هامو حساب می‌کنه
با شکم گرسنه از سفره برمی‌گشتم
یا که ته‌مونده غذاهای شما رو برمی‌‌داشتم
من مثل كل دخترا من فقط خونه بندی‌ام
از چشم خانواده و مردم گوسفند لندی‌ام
که هردم تاکید می‌کنن که وقت فروش منه
منم آدمم به‌خدا، اینم چشم و گوش منه
کجا دیدین گوسفند از کشتن خود شاکی باشه؟
کجا دیدین گوسفند این‌قدر احساساتی باشه؟
من به‌خدا نمی‌تونم از شما دور باشم
هیچ‌وقت شما رو نمی‌فروشم، حتی اگه مجبور باشم
ولی شما... آخ از چی بگم؟
نمی‌فهمم منو به‌دنیا آوردین بابت چی بودم؟

بذارین داد بزنم، از سکوت خسته شدم
دستا خود رو بردارين كه حرف بزنم، خفه شدم
اون‌قده با من حرف نزدین که من هر لحظه
مجبورم دست و روی خود چک کنم که قابل لمسه

انگار صدا ندارم، وجود من پُر شکه
اگه زندانی‌ام چرا ردّ شلاقا حكه
نفهمم رسم شهر شماست که دختر ساکت شه
بگید چه کار کنم تا وجود من ثابت شه؟

شاید فرار یا خودکشی اصل حماقته
آدم چاره‌ای نداره وقتی بی‌حمایته
اما تارتار موهام رو هم که کنده باشين
این کارو نمی‌کنم که سرافکنده باشين

اگه فروش من برای شما جای خوشحالیه
سعی می‌کنم دروغ بگم: همه‌چی عالیه
من که از خدامه لبخند باشه بر لب‌ها شما
اگر لبخندی دارم عوض شه باقی مال شما

اما ای‌کاش قرآن برای شما مرور شه
کاش بفهمین نگفته زن برای فروشه
شما شاد باشین، من محتاج به آرامشم
منو تنها بگذارین من بیزار از آرایشم
صورت كبود رو هيچ آرايشی درمون نمي كنه
کاری که شما کردین کافر با مسلمون نمی‌کنه
به‌خدا زجر آوره وقتی بری و بی‌احساسی
در آغوش کسی بری که او رو نمی‌شناسی

دیگه ادامه دادن حرفام هم به سختیه
برای من خوشی شما نهایت خوش‌بختیه
اما به من نگاه کن، چهره‌مو از یاد نبر
دستی که با قرص و آب بالا سر شما بود تا سحر

من می‌رم و از لطف شما دست‌پرم
اما نگرانم شما رو دست کی بسپارم
من می‌رم اگه دلتنگم بشه دل شما
عروس خود نمی‌برم، می‌گذارم برای شما
نگذارید اون هم مثل من اشک‌هایش جاری باشه
خواهشاً اون رو نفروشین، بذارین یادگاری باشه

inviata da Alice Bellesi - 10/6/2015 - 23:17




Lingua: Inglese

Traduzione inglese (originariamente inserita in mancanza del testo originale)
BRIDES FOR SALE

Let me whisper to you my words.
So no one hears that I speak of the selling of girls.
My voice shouldn’t be heard as it is againat sharia.
Women must remain silent. This is this city's tradition.
I scream to make up for a woman's lifetime silence.
I scream on behalf of the deep wounds on my body.
I scream for a body exhausted in its cage
A body that has broke under the price tags you put on it.
I am fifteen years old, from Herat.
A few have come as suitors and I am confused.
I am perplexed by this tradition and these people.
They sell girls for money. No right to choose.
Now, my father is concerned about the cost of life.
Whoever pays more the girl is his.
If I knew that you would keep count of my costs,
If I knew that you would keep track of my bites,
I would have returned hungry from the table
Or I would have eaten your leftovers.
Like all other girls, I am caged.
I am seen as a sheep grown only to be devoured.
They repeat that is time to sell me.
I am a person too, these are my eyes and my ears.
Have you ever seen a sheep complaining about death?
Have you ever seen a sheep, as emotional as I am?
Oh God, I can't live far from you,
cannot charge you with anything, no matter how in need.
But you... alas, what should I say?
I know you gave birth to me, how can I repay?
Let me scream. I am tired of the silence
Lift your hands off me. I feel suffocated
You didn't converse with me for so long
That I keep checking to assure myself I am alive.
Voiceless, I am filled with doubt.
If I am dead, how can I feel the whips?
This is your city's tradition for girls to remain silent.
Then tell me, what can I do to prove my personhood?
Maybe escape and suicide are terribly stupid
But what can one do if there is no support?
But even if you pull out all my hair
I will not do anything to embarass you.
If selling me will bring you happiness,
I will try to lie "everything is great"
I hope that God will keep your smiles
And my smiles I will exchange with your pain.
But I wish you would review the Quran.
I wish you knew it doesn't say women are for sale.
Hold on, I need some peace.
Leave me alone. I am sick of the makeup
My bruised face will not heal with makeup.
What you did to me, infidels wont'do to Muslims.
I swear it hurts when there are no feelings,
When you are in a stranger's embrace.
Continuing my verse is difficult.
Your happiness is all I want.
But look at me and remember my face.
I was the one up on your bedside all night.
I am leaving, thankful of all your kindness,
But I am worried. Who will take care of you?
I am leaving but just in case you miss me,
I leave my doll here for you.
Don't let her cry like me.
Don't sell her, let her be a gift to remember me by.

28/1/2021 - 23:23




Lingua: Italiano

Versione italiana di Alice Bellesi
MOGLI IN VENDITA

Lasciate che vi sussurri le mie parole,
cosìcché nessuno oda che parlo della vendita di ragazze.
La mia voce non dovrebbe essere udita, dal momento che è contraria alla sharia.
Le donne devono rimanere in silenzio. Questa è la tradizione di questa città.
Io grido per rimediare al silenzio lungo una vita delle donne.
Io grido a nome delle profonde ingiurie sul mio corpo.
Io grido per un corpo esaurito nella sua gabbia
Un corpo che si è spezzato sotto i cartellini dei prezzi che vi avete messo sopra.
Ho quindici anni, vengo da Herat.
Alcuni sono venuti come pretendenti ed io sono confusa.
Sono perplessa da questa tradizione e da questa gente.
Vendono ragazze per denaro. Nessun diritto di scegliere.
Orbene, mio padre si preoccupa del prezzo della vita.
Chiunque paghi di più, la ragazza è sua.
Se avessi saputo che avreste tenuto il conto deo miei prezzi,
Se avessi saputo che avreste preso nota dei miei morsi,
Sarei tornata affamata dalla tavola
O avrei mangiato i vostri avanzi.
Come tutte le altre ragazze, io sono chiusa in gabbia.
Mi vedono come una pecora allevata solo per essere divorata.
Ripetono che è giunta l’ora di vendermi.
Anche io sono una persona, questi sono i miei occhi e le mie orecchie.
Avete mai visto una pecora lamentarsi della morte?
Avete mai visto una pecora, emotiva come me?
Oh Dio, non posso vivere lontana da voi,
non posso accusarvi di niente, non importa quanto ce ne sia bisogno.
Ma voi... ahimè, che dovrei dire?
So che mi avete dato la vita, come posso ripagare?
Lasciami gridare. Sono stanca del silenzio
Toglietemi le mani di dosso. Mi sento soffocare
Non avete conversato con me per così tanto tempo
Che continuo a controllare per assicurarmi di essere viva.
Priva di voce, sono piena di dubbi.
Se fossi morta, come potrei sentire le frustate?
Questa è la tradizione della tua città per le ragazze: rimamere in silenzio.
Poi ditemi, cosa posso fare per provare il mio essere una persona?
Forse la fuga ed il suicidio sono terrbilmente stupidi
Ma cosa si può fare se non c’è alcun sostegno?
Ma perfino se mi strappate tutti i capelli
Non farò nulla per mettervi in difficoltà finanziarie.
Se vendermi vi porterà la felicità,
Proverò a mentire "è tutto fantastico"
Spero che Dio conserverà i vostri sorrisi
Ed I miei sorrisi li scambierò con il vostro dolore.
Però vorrei che rivedeste il Corano.
Vorrei che sapeste che non dice che le donne sono in vendita.
Aspettate, ho bisogno di un po’ di pace.
Lasciatemi sola. Sono stufa del trucco
Il mio volto ammaccato non guarirà con il trucco.
Quello che avete fatto a me, gli infedeli non lo farebbero ai Musulmani.
Giuro che fa male quando non ci sono i sentimenti,
Quando sei nell’abbraccio di un’estraneo.
Continuare I miei versi è difficile.
La vostra felicità è tutto ciò che voglio.
Ma guardatemi e ricordate il mio volto.
Io ero quella sveglia al vostro capezzale per tutta la notte.
Io me ne vado, grata di tutta la vostraa gentilezza,
Ma sono preoccupata. Chi si prenderà cura di voi?
Io me ne vado ma nel caso voi sentiste la mia mancanza,
Lascio la mia bambola qui per voi.
Non lasciatela piangere come me.
Non vendetela, lasciate che sia un regalo con cui ricordarmi.

inviata da Alice Bellesi - 10/6/2015 - 23:23


Lo scorso 8 marzo, nell'ambito della Giornata europea dei Giusti, presso il Giardino dei Giusti di tutto il mondo realizzato nel parco del Monte Stella (la "Montagna de San Sir") a Milano, sono stati piantati sei nuovi alberi dedicati ad altrettante donne. Tra di loro, Sonita Alizadeh, rapper afghana di Herat, per il suo impegno contro il dramma delle spose bambine.

Bernart Bartleby - 19/3/2016 - 10:24


'Sonita', la rapper afgana che con una canzone ha sconfitto la Sharia
Il documentario, diretto da Rokhsareh Ghaemmaghami e presentato in anteprima nazionale al Biografilm Festival di Bologna, racconta la vicenda di una ragazza che attraverso la musica, nel suo paese vietata alle donne, è riuscita a ribellarsi alla consuetudine che obbliga le giovanissime donne a sposarsi per soldi

Come rifugiata afghana a Teheran, Sonita non ha un'identità. Non può avere documenti, quindi non è nessuno. Lei però sa perfettamente chi vorrebbe essere: "Una cantante rap, nata negli Stati Uniti" da papà Michael Jackson e mamma Rihanna. Questo è quello che Sonita scrive nel passaporto immaginario che l'educatrice della Ong che frequenta (non avendo diritto a un'istruzione) le chiede di compilare. Nella casa fatiscente che divide con suo fratello, la moglie di suo fratello e la loro bimba ma che, da ordini, devono lasciare al più presto, Sonita ha una camera come quella di tutte le ragazze della sua età: poster dei cantanti preferiti appesi alle pareti, libri e quaderni nei quali annota i sogni, o meglio, il suo sogno: fare musica. Non ha però la vita di una normale ragazza di quattordici anni: innanzitutto perché la legge vieta alle donne afghane di cantare e poi perché la sua famiglia ha deciso che Sonita deve sposarsi. I novemila dollari che il suo futuro marito è disposto a pagare per lei servono perché il fratello di Sonita possa, a sua volta, comprare una moglie.

Rokhsareh Ghaemmaghami è la regista di Sonita, documentario presentato in anteprima nazionale al Biografilm Festival di Bologna. No, non è solo la regista del film sulla vita di questa adolescente, Ghaemmaghami ad un certo punto si troverà a dover scegliere se avere un ruolo diretto nella storia di Sonita o meno. Deciderà di fare quello che i documentaristi solitamente non fanno: superare la linea immaginaria che li divide dai protagonisti delle loro storie. "Era tutto troppo brutale, non potevo restare in un angolo a guardare". Rokhsareh Ghaemmaghami conosce Sonita quando sua cugina, volontaria nell'istituto frequentato dalla ragazza, le chiede se tra i suoi amici musicisti ci fosse qualcuno disposto a dare lezioni di chitarra a Sonita. "Quando ci siamo incontrate non pensavo certo all'idea di girare un film su di lei, poi Sonita ha iniziato a frequentare sempre più spesso casa mia per le lezioni di musica e il mio interesse verso di lei cresceva. La sua capacità di sognare, in contrasto con la realtà terribile della sua vita mi ha colpito tantissimo. Qualsiasi ragazzo nelle sue condizioni è portato a perdere la fantasia, ma non lei. La sua ambizione era fortissima".

Ghaemmaghami è sempre più presente nella vita di Sonita, la segue a scuola quando canta di fronte alle altre ragazze che le fanno da coro, è con lei ad ogni "no" dei produttori discografici (perché è donna, perché non ha abbastanza soldi, perché "è brava, ma non speciale") e quando Sonita vuole andare a dormire ed è costretta a chiederle: "spegni la telecamera, devo togliermi il velo e non posso mostrarmi senza". Ghaemmaghami è ormai l'ombra di Sonita e il loro rapporto si fa sempre più stretto. La regista è con la ragazza anche il giorno in cui sua mamma, rimasta in Afghanistan, va a Teheran: "Sonita era felicissima, credeva che fosse lì per aiutarla. Quando ha capito che il motivo era riportarla in Afghanistan perché si sposasse, è cambiato tutto". E proprio perché, a questo punto, il destino delle due donne è inevitabilmente legato "anche per me è diventato tutto più complicato – racconta Ghaemmaghami – da regista non potevo che essere contenta che la storia si facesse complessa, ma d'altra parte non volevo assolutamente che Sonita fosse venduta". È in quel momento che sceglie di interferire: "Non potevo permettere che sua mamma la riportasse a Herat". Ghaemmaghami paga duemila dollari alla mamma di Sonita che significano sei mesi in più per la ragazza, prima di dover tornare in Afghanistan. "Sapevo che probabilmente avrei tolto tutto il dramma dal film, ma poi ho capito che non c'erano opzioni, non sarei mai riuscita ad andare a Herat e filmare il matrimonio di Sonita. Sarebbe stato troppo brutale lasciare che la vendessero e riprendere tutto con una telecamera. Troppo brutale, non potevo starmene in un angolo a guardare".

È proprio durante questi sei mesi che Ghaemmaghami regala a Sonita che vede la luce Bride for Sale la canzone che salverà la vita della ragazza. "Lascia che ti sussurri queste parole, così che nessuno senta che sto parlando delle bambine vendute. La mia voce non dovrebbe essere ascoltata perché contro la Sharia, le donne devono rimanere in silenzio". Ghaemmaghami accetta di girare il video per questa canzone: su uno sfondo nero, Sonita appare con un codice a barre disegnato in fronte, poi con il volto tumefatto e infine in abito da sposa. La regista produce il brano e lo diffonde in rete: "il rap e Internet hanno dato a Sonita la possibilità di scappare dal suo destino". Le parole di denuncia di Sonita fanno il giro del mondo e arrivano fino in Utah. Qui la Wasatch Academy offre alla ragazza una borsa di studio per continuare a cantare e fare musica. Il problema però è ancora uno: i documenti. Sonita deve tornare a Kabul per avere un passaporto e una carta di credito, ma sia lei che Ghaemmaghami sanno benissimo quale rischio comporti superare il confine, che potrebbero non rilasciare i documenti a Sonita o che la sua famiglia la obblighi a restare lì. "È stata una grande responsabilità, ci siamo sentite come su una strada senza uscita in cui puoi e devi solo andare avanti". Ottenere i documenti non è stato così semplice come può sembrare guardando il film, "abbiamo avuto diversi problemi che non abbiamo potuto documentare perché molti impiegati e addetti alla sicurezza non volevano essere ripresi. È stato davvero stressante". Sonita è riuscita a realizzare la parte realizzabile del suo sogno: è una rapper e vive negli Stati Uniti. Rihanna e Michael Jackson, non può che continuare ad ascoltarli, ma ora ha un'altra ambizione: "Sta studiando tantissimo, vuole diventare avvocato".

GIULIA ECHITES
Repubblica - 18 giugno 2016

dq82 - 19/6/2016 - 14:48




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