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Défends-toi, Paris !‎

Eugène Pottier
Lingua: Francese


Lista delle versioni e commenti


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Le pressoir
(Eugène Pottier)
Caserne et forêt
(Eugène Pottier)
La grève
(Eugène Pottier)


‎[Settembre 1870]‎
Versi di Eugène Pottier, dai Chants ‎révolutionnaires, 1908, seconda edizione.‎

‎Raoul Urbain‎



chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.
Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants rèvolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎




Con dedica “À Urbain, membre de la Commune”. Trattasi di Raoul Urbain (1837-1902), ‎insegnante, membro della Guardia nazionale durante l’assedio di Parigi da parte delle truppe ‎prussiane, dirigente del “Comité central républicain des Vingt arrondissements” e poi eletto ‎consigliere della Comune di Parigi. Schiacciata nel sangue quell’esperienza di autogoverno, Urbain ‎fu arrestato e condannato ai lavori forzati a vita. Dopo l’amnistia del 1880 si occupò del movimento ‎cooperativo.‎
Entends-tu les pas d’une armée,
Paris, quels sombres châtiments !
Sur tes coteaux vois la fumée
Des avant-postes allemands.
Voilà ce que l’Empire coûte :
La défaite et le désarroi !
Mais tu vas leur barrer la route.
Défends-toi ! Paris, défends-toi !

En un seul jour tomber du faîte
Grâce au culte des Intérêts,
C’est la France que nous a faite
Le règne des coupe-jarrets.
Mais tu vas rouvrir l’épopée,
Et comme ce gâteux sans foi,
Toi, tu ne rends pas ton épée.
Défends-toi, Paris, défends-toi !

S’ils entraient ! la tâche est ardue,
Quand tous les cœurs sont soulevés.
Les femmes ont la poix fondue,
Gavroche roule les pavés.‎
Allons, Paris, vieux camarade,
Tire la corde du beffroi,
Sois de granit…, sois barricade !
Défends-toi, Paris, défends-toi !

Jette Babylone aux orties.
Chasse dans tes sombres fureurs
Les catins et les dynasties,
Les marlous et les empereurs.
Insurge une France française,
Redeviens en ces jours d’effroi
Le volcan de quatre-vingt-treize.
Défends-toi, Paris, défends-toi !‎

inviata da Dead End - 7/1/2013 - 14:06



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
8 gennaio 2013

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Immagini dell'assedio di Parigi del 1870. A sinistra, una via cittadina distrutta. A destra, bambini morti sotto un bombardamento.
Senti i passi di un'armata,
Parigi, quali castighi e cupi!
Sopra i tuoi colli, dei teutonici
avamposti vedi il fumo.
Questo il prezzo dell'Impero:
la disfatta e lo scompiglio!
Ma tu sbarrerai lor la strada:
Difenditi! Difenditi, Parigi!

Precipitare in un sol giorno
per l'Interesse deificato!
È la Francia che ci ha dato
il regno di quei tagliagole.
Ma tu rifarai l'epopea, tu,
e come quel pazzo miscredente
tu, no, non consegni la spada.
Difenditi! Difenditi, Parigi!

Entrassero! Ardua è la cosa
quando ogni cuore è in rivolta.
La donne hanno la pece fusa,
Gavroche vola per le strade.
Su, Parigi, vecchia compagna,
suona le campane a stormo,
sii di granito, sii barricata!
Difenditi! Difenditi, Parigi!

Getta Babilonia alle ortiche,
caccia via con furia incupita
le puttane e le dinastie,
i magnaccia e gli imperatori!
Insorga una Francia francese,
e, in questi giorni tremendi,
sii di nuovo il vulcano del '93!
Difenditi! Difenditi, Parigi!

8/1/2013 - 14:33


Per Dead End: Penso che troverai di particolare interesse la lettura di questo libro qui. A te il compito e l'onore di scrutartelo tutto a dovere!

Riccardo Venturi - 8/1/2013 - 14:23




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