Lingua   

Caserne et forêt

Eugène Pottier
Lingua: Francese


Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Le pressoir
(Eugène Pottier)
Laissez faire, laissez passer!
(Eugène Pottier)
Le défilé de l'Empire
(Eugène Pottier)


[1867]
Fontainebleau, août 1867
à PAUL AVENEL (lice chansonnière)


chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.
Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants rèvolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎


J'espérais à Fontainebleau
Savourer les bois solitaires,
Mais par malheur ce lieu si beau
Grouille de militaires.

Parmi la feuille et le granit,
Dès l'aube en soldat malhonnête
Réveille l'oiseau dans son nid,
Au son de la trompette.

Le silence étend son velours
Dans le creux d'un vallon sauvage ;
Mais sur les rochers, des tambours
Font leur apprentissage.

Refaisant le monde et chantant
L'avenir large et l'espérance,
On s'éveille en sursaut, heurtant
Un pantalon garance.

Puant fort le vin et l'amour,
Des femmes à soldats font tache
Sur des prés où jusqu'à ce jour
J'ai vu paître la vache.

Ne pourrions-nous pas - en secret -
Sans nuire au pouvoir qui gouverne,
Une nuit porter la forêt
Bien loin de la caserne ?...

inviata da Riccardo Venturi - 8/11/2005 - 17:27



Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
8 novembre 2005
BOSCO E CASERMA

Speravo, a Fontainebleau
di godermi i boschi solitari,
ma, per sventura, ques’ameno luogo
pullula di militari.

Tra la foglia ed il granito,
sin dall’alba, uno stronzo di soldato
sveglia l’uccello nel suo nido
al suono della tromba.

Il silenzio si stende come velluto
nelle cavità d’un vallone selvaggio ;
ma sulle rocce, dei tamburi
fanno il loro addestramento.

Mentre, a canzoni, si rifà il mondo,
il grande avvenire e la speranza,
ci si sveglia di soprassalto, sbattendo
contro dei pantaloni vermigli.

Puzzando forte di vino e d’amore
delle puttane da soldati macchiano
prati dove fino a quel giorno
avevo visto pascolar le vacche.

Ma non potremmo, di soppiatto,
e senza far male al governo al potere
Una notte spostare il bosco
lontano lontano dalla caserma ?…

8/11/2005 - 17:47




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org