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Monte Canino

anonyme
Langue: italien


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Questa versione di "Monte Canino", insieme ad altre della I guerra mondiale ha come sfondo delle immagini del film "Uomini contro", tratto dal libro "Un anno sull'altipiano" di Lussu. Ho cercato queste immagini perché proprio stamattina ascoltavo su radio tre una splendida pagina della lettura che Marco Paolini ha fatto di questo libro (Silva)


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Canto degli Alpini


Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
Quel lungo treno - copertina
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.

- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere Sonoro"

Le canzoni dell'album:
Jack O'Leary - Era una notte che pioveva - Se questo amore è un treno - Nostra Signora Fortuna - Puoi uccidermi - Il Disertore - Noi veniam dalle pianure - Monte Canino - Ponte de Priula - Bum Bum - Adio Ronco


Questa canzone è stata interpretata anche da Massimo Bubola nell'album "Quel grande treno" (2005), però in una versione abbreviata (manca l'ultima strofa) e con qualche variazione testuale (ad es. "che ci disseta la neve ci sarà").

È semplicemente tra le canzoni della Prima Guerra Mondiale, e della mia terra in generale, più commoventi che io conosca. Ho voluto dare ad essa un andamento funebre, ma anche solenne e luminoso. È, dice Massimo Bubola, la canzone espressione di una commozione collettiva e può essere accostata, in questo senso, al verdiano "Va' pensiero".
Da un verso di questa canzone stato tratto il titolo di questo album.
È tra le più note canzoni della Prima Guerra Mondiale; la si ascoltava anche nella colonna sonora de "La Grande Guerra" (1959) di Monicelli, che, insieme ad "Uomini contro" (1970) di Francesco Rosi è stato uno dei pochissimi grandi film italiani sulla Prima Guerra Mondiale.
(dalla presentazione del disco "Quel lungo treno" di Massimo Bubola sul sito ufficiale)
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
quel lungo treno che andava al confine.
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!

Dopo tre giorni di strada ferrata,
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar...
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar..

Se avete fame guardate lontano,
se avete sete la tazza alla mano.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.

Non pù coperte lenzuola pulite.
Non più il sapore dei caldi tuoi baci.
Solo si sentono gli uccelli rapaci,
tra la tormenta e il rombo del cannon.
Solo si sentono gli uccelli rapaci
ma la tormenta e il rombo del cannoni

Alla mattina il tenente fa sveglia
e tutt’a un tratto riunisce i plotoni
e sulle cime degli alti burroni
tutti insieme il fucile si sparò
e sulle cime degli alti burroni
tutti insieme il fucile si sparò

E più di venti li ho visti a morire
e tutti gli altri li ho visti a scappare
e si sentivano tra loro a gridare
"se ci rendiamo, saremo prigionier"
e si sentivano tra loro a gridare
"se ci rendiamo, saremo prigionier"

22/11/2004 - 12:17




Langue: anglais

English Version by Tim Parks
Versione inglese di Tim Parks
dal libretto dell'album di Massimo Bubola
MOUNT CANINO

Don't you remember the month of April
that long train headed for the border
carrying thousands of Alpini
get up, run, it's time to go!
carrying thousands of Alpini
get up, run, it's time to go!

After three days on the railways
and two more on foot
we got to Mount Canino
with the blue skies above we stopped to rest
we got to Mount Canino
with the blue skies above we stopped to rest

If you're hungry look far
if you're thirsty keep your cup in hand
if you're thirsty keep your cup in hand
the snow there will quench your thirst
if you're thirsty keep your cup in hand
the snow there will quench your thirst.

24/10/2005 - 13:57




Langue: français

Version française – MONTE CANINO – Marco Valdo M.I. – 2016
Chanson italienne – Monte Canino – anonyme – Massimo Bubola – 2005


Le "long train" au retour
Le "long train" au retour


Le « long train » qui donne le titre au dernier album de Massimo Bubola semblerait renvoyer à un des « tòpos » habituels du folk et du blues américains ; il s’agit au contraire d’un titre tout italien, tiré de chant des Alpins.
"Quel lungo treno" est un album consacré à la Première Guerre Mondiale, pour le nonantième de l’entrée en guerre de l’Italie, un album concept, comme on disait dans les années ’70. Bubola reprend des chants de la tradition populaire vénitienne : certains célèbres(Era una notte che pioveva e Monte Canino) e d’autres moins connus : Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, réarrangés à la manière country ou même, tex-mex.

Les chansons de l’album :
Jack O’Leary - Era una notte che pioveva - Se questo amore è un treno - Nostra Signora Fortuna - Puoi uccidermi - Il Disertore - Noi veniam dalle pianure - Monte Canino - Ponte de Priula - Bum Bum - Adio Ronco

C'est une des chansons les plus connues de la Première Guerre Mondiale ; on l’entendit même dans « La Grande Guerre » (1959) de Monicelli, qui, avec « Des Hommes contre » (1970) de Francesco Rosi, a été un des très rares grands films italiens sur la Première Guerre Mondiale.
MONTE CANINO

Souvenez-vous, c’était en avril de la guerre,
Ce long de train qui allait à la frontière.
Qui transportait des milliers d’Alpins :
Debout, debout vite : c’est l’heure de partir !
Qui transportait des milliers d’Alpins :
Debout, debout vite : c’est l’heure de partir !

Après trois jours de chemin de fer,
Et deux autres du chemin encore à faire,
Nous sommes arrivés au Monte Canino
Et sous le ciel serein, on put se reposer…
Nous sommes arrivés au Monte Canino
Et sous le ciel serein, on put se reposer…

Si vous avez faim, regardez loin ;
Si vous avez soif, la tasse à la main.
Si vous avez soif, la tasse à la main,
S’il fraîchit, la neige, y viendra.
Si vous avez soif, la tasse à la main
S’il fraîchit, la neige, y viendra.

Plus de couverture, plus de draps propres.
Pas non plus le goût de tes baisers chauds.
On entend seulement des cris d’oiseaux,
Dans tourmente et le fracas de la canonnade.
On entend seulement des cris d’oiseaux,
Dans tourmente et le fracas de la canonnade.

Le lieutenant nous réveille au matin ;
Dans la foulée, il nous rassemble
Et sur les sommets des hauts ravins
On tire au fusil tous ensemble.
Et sur les sommets des hauts ravins
On tire au fusil tous ensemble.

Plus de vingt, j’en ai vu mourir ;
Tous les autres, je les ai vu s’enfuir
Et on les entendait crier
« Si nous nous rendons, nous serons prisonniers »
Et on les entendait crier
« Si nous nous rendons, nous serons prisonniers ».

envoyé par Marco Valdo M.I. - 4/1/2016 - 19:04


non ho capito niente...
(benedetta)

E allora cara Benedetta, è meglio che te ne torni a Facebook o a Twitter dove sicuramente capirai tutto. In bocca al lupo! (RV)

30/5/2011 - 19:36


Ho capito tutto.... Grazie!!!

12/6/2012 - 11:34


grazie mi è servito molto!!! :)

anna - 21/4/2013 - 16:52


noi in montagna cantavamo:

non più coperte né bianche lenzuola
non più l'ebbrezza dei tuoi dolci baci
solo si sentono gli uccelli rapaci
e di lontano il rombo del cannon

Silva - 22/4/2013 - 18:52


La versione più lunga di questa meravigliosa canzone ha ben SEI strofe, anche se non l'ho mai sentita cantare in tale forma. Ecco le due mancanti:

=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*

Alla mattina il tenente fa sveglia
e tutt’a un tratto riunisce i plotoni
e sulle cime degli alti burroni
tutti insieme il fucile si sparò
e sulle cime degli alti burroni
tutti insieme il fucile si sparò

E più di venti li ho visti a morire
e tutti gli altri li ho visti a scappare
e si sentivano tra loro a gridare
"se ci rendiamo, saremo prigionier"
e si sentivano tra loro a gridare
"se ci rendiamo, saremo prigionier"

=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*

Questo testo è visibile, per esempio,qui

Mi sono spesso chiesto per quale motivo le ultime due strofe siano praticamente scomparse; una mia personalissima ipotesi è che la scena di morte e di panico che chiude definitivamente la canzone sia stata percepita come troppo "deprimente", considerato anche che non viene esplicitamente detto CHI moriva, scappava e gridava (noaltri o lori?)

Forse è un'ipotesi azzardata, forse è campata in aria, ma questo bel sito è dedicato alle canzoni CONTRO la guerra, e mi sembrava giusto sollevare la questione.

Saluti a tutti,
Giuseppe

P.S. la traduzione di Tim Parks (esperto di cose italiane) è apprezzabile, ma a mio modesto parere in qualche passaggio si perde il senso di immediatezza e di asprezza del testo originale. Io qualche suggerimento lo avrei...

Giuseppe Bertini - 2/8/2013 - 11:59


Je ne sais pas pourquoi, aujourd'hui, je me souviens de cette chanson que reprenaient en choeur mon père et mes oncles durant les réunions de famille dans les années 50, 60 jusqu'aux annnées 70. la nostagie d 'une époque révolue!!! J'ai 65 ans je vis en france en tant que français,parce que papa venu en France à l'age de 12ans a adoré la france nourissière, mais est decedé toujours italien, les oncles aussi. J'ai en mémoire également "quel mazzolin di fiori" "romagnia mia" "terra straniera" et bien d'autres encore qui me viendraient si on me les fredonnait.
Je pense que ces temps là sont révolus, hélas.La convivivialité a également changé.

PERSONENI Jean Pierre - 4/8/2013 - 15:10


Bravi. teniamo vivo il ricordo di quei giovani che sono morti o hanno sofferto "le pene dell'inferno" per una patria che magari non conoscevano e che forse non li considerava che "carne da macello". eppure, si sono sentiti sempre fieri di aver dato i loro migliori anni e le loro forze per questa Italia che poi li ha dimenticati in fretta. i miei nonni, montanari come me, erano uno sul grappa ed uno sull'Ortigara ed io sono cresciuto sulle loro ginocchia e con queste canzoni. complimenti a voi.

GIORGIO CAVAGNA - 27/11/2014 - 15:21


Canzone stupenda ....solo che mancano le ultime 2 strofe

Giacomo - 2/1/2016 - 13:12


Caro Giacomo, le strofe mancanti sono presenti qui. Ora le integreremo al testo. Saluti!

CCG/AWS Staff - 2/1/2016 - 16:20


Teniamo vivi quei canti che ci ricordano i nostri nonni, o bisnonni, che ci trasmettono l' emozione e i valori che loro ci hanno tramandato

Giuseppe Angeleri 17/10/2018 - 17/10/2018 - 23:39


Io penso al mio papà . alpino in Grecia e Albania -ma le canzoni erano le stesse ed io bambina purtroppo non capivo la loro importanza e mi infastidivano

Maria Rita Gallieni (si proprio come il generale della difesa di Parigi ) - 2/3/2020 - 15:52




Langue: italien

Se permettete, trascrivo Monte Canino da una registrazione di circa 25 anni fa, su cassetta.

La canzone mostra il disagio dei soldati nel vedersi mandati al macello da fanatici (e sanguinari) comandanti militari, spesso allo scoperto sotto il fuoco delle mitraglie austriache. L'imperativo era "attaccare e sfondare", altrimenti si veniva deferiti al tribunale di guerra.
Durante la ritirata di Dunkerque gli inglesi furono accusati di codardia. Risposero: un soldato che scappa è buono per un'altra volta.
MONTE CANINO

Non ti ricordi quel mese d’aprile,
un lungo treno che andava ai confini
che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!

Dopo tre giorni di strada ferrata,
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati sul Monte Canino
a ciel sereno ci tocca riposar

Non più coperte lenzuola cuscini.
Non più si sente l'amor dei tuoi baci.
Però si sentono gli uccelli più rapaci,
e più sovente il rombo del cannon

Alla mattina il tenente fa sveglia
Il capitano raduna i plotoni
e sulle cime degli alti burroni
là tutti assieme fucile si sparò

Se avete fame guardate lontano,
se avete sete tazzino alla mano
se avete sete tazzino alla mano
Qui c'è la neve che vi ristorerà.

E più di dieci ne ho visti cadere
E più di cento ne ho visti scappare
Là si sentivano, sentivano gridare
"Sù sù rendiamoci che siamo prigionier"
Là si sentivano, sentivano gridare
"Sù sù rendiamoci che siamo prigionier"

envoyé par gustavo previtali - 15/8/2022 - 16:06




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