L'ombra del vento è un assassino
che ha ceduto al suo dolore,
Si è sdraiata dove passa il treno
a pochi passi dal tuo cuore.
Luigi parla poco, e quando parla
non ti dice cosa fare
Ti è rimasta soltanto quella pipa
e una casa da pagare.
Miralo bene,
colpisci da lontano
Respira, trattieni il fiato,
tieni ferma la tua mano.
A Livorno mi venne incontro un uomo
vestito da serpente,
Occhi rossi, grossi anelli, poca barba
e nemmeno un dente
Mi offrì da bere e un lavoro
sulla nave "Grazia di Dio",
Dopo tre mesi arrivammo in Brasile,
sul porto di Rio.
E i bambini ci venivano incontro
come si va incontro alla vita
E le madri sulle porte, le caviglie
gonfie e i rosari fra le dita.
Dopo tre anni mi consegnarono una lettera
che arrivava da Verona,
Dovevo costituirmi
per omicidio di persona.
È febbraio ed è l'ultima volta
che vedo questo mare,
Non è mai il momento giusto
per fermarsi a ricordare.
Non conosco mio padre
e non l'ho mai cercato,
Ma conservo ancora lo sguardo
e la voce che mi ha dato.
Non importa più chi sono,
se sia marzo oppure aprile
I compagni di cella
mi chiamano Brasile.
Gli racconto del profumo
del cacao e del caffè
e di questa strana nostalgia
che non sanno cos'è
Il tetto del cielo
infinito di questo viaggio,
la tristezza finirà domattina
dentro un altro tatuaggio.
Ettore ha ammazzato sua sorella
o l'ha aiutata a dormire,
Sono mesi che studia un piano
infallibile per farci uscire.
Proprio oggi ho ricevuto un'altra lettera
e la mia vecchia pipa,
Non mi sento di aprirla, fumavo sì,
ma in un'altra vita.
E domani riusciremo a fuggire
e sarà un grande giorno,
E chissà se mi aspetta un'altra nave
al porto di Livorno.
I miei compagni li hanno presi
a metà galleria,
E ora mi restano la mia ombra e una faina
a farmi compagnia.
Guarda avanti, non puoi
più tornare indietro,
Striscia nudo in mezzo al fieno, ché questa notte
taglia più del vetro.
che ha ceduto al suo dolore,
Si è sdraiata dove passa il treno
a pochi passi dal tuo cuore.
Luigi parla poco, e quando parla
non ti dice cosa fare
Ti è rimasta soltanto quella pipa
e una casa da pagare.
Miralo bene,
colpisci da lontano
Respira, trattieni il fiato,
tieni ferma la tua mano.
A Livorno mi venne incontro un uomo
vestito da serpente,
Occhi rossi, grossi anelli, poca barba
e nemmeno un dente
Mi offrì da bere e un lavoro
sulla nave "Grazia di Dio",
Dopo tre mesi arrivammo in Brasile,
sul porto di Rio.
E i bambini ci venivano incontro
come si va incontro alla vita
E le madri sulle porte, le caviglie
gonfie e i rosari fra le dita.
Dopo tre anni mi consegnarono una lettera
che arrivava da Verona,
Dovevo costituirmi
per omicidio di persona.
È febbraio ed è l'ultima volta
che vedo questo mare,
Non è mai il momento giusto
per fermarsi a ricordare.
Non conosco mio padre
e non l'ho mai cercato,
Ma conservo ancora lo sguardo
e la voce che mi ha dato.
Non importa più chi sono,
se sia marzo oppure aprile
I compagni di cella
mi chiamano Brasile.
Gli racconto del profumo
del cacao e del caffè
e di questa strana nostalgia
che non sanno cos'è
Il tetto del cielo
infinito di questo viaggio,
la tristezza finirà domattina
dentro un altro tatuaggio.
Ettore ha ammazzato sua sorella
o l'ha aiutata a dormire,
Sono mesi che studia un piano
infallibile per farci uscire.
Proprio oggi ho ricevuto un'altra lettera
e la mia vecchia pipa,
Non mi sento di aprirla, fumavo sì,
ma in un'altra vita.
E domani riusciremo a fuggire
e sarà un grande giorno,
E chissà se mi aspetta un'altra nave
al porto di Livorno.
I miei compagni li hanno presi
a metà galleria,
E ora mi restano la mia ombra e una faina
a farmi compagnia.
Guarda avanti, non puoi
più tornare indietro,
Striscia nudo in mezzo al fieno, ché questa notte
taglia più del vetro.
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