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Lume, lume

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Language: Romanian


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Lume, lume interpretato dalla grande cantante folk rumena Maria Tănase.


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Jandarmul
(Maria Tănase)
Când o fi la moartea mea
(Maria Tănase)
Canzone per Ion
(Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones)


Questo è un canto tradizionale rumeno. Diciamo “rumeno” perché è in lingua rumena; la musica è zingaresca, balcanica, carpatica, è musica di quelle parti. Non si può sapere cosa sia. Lo cantano sia i rumeni che gli zingari, e anche gli zingari, a quanto ci risulta, lo cantano in rumeno. In ultima analisi, proviene dalla valle del fiume Bistra, nella regione del Banato. Può essere che sia molto, molto antico. L'intepretazione classica è quella di Maria Tănase, (1913-1963), forse la più grande cantante rumena, le cui prime opere vennero distrutte dai fascisti antisemiti della Guardia di Ferro, nel 1940, probabilmente perché la Tănase aveva amici ebrei.

bleniotur

Non è una “canzone contro la guerra” e non è contro niente; ma è qualcosa dove il mondo viene chiamato “fratello”; anzi, poiché il termine per “mondo”, in rumeno, è di genere femminile (lume, derivato dal latino lumen: il “mondo” e la “luce” sono identificati in rumeno), propriamente viene chiamato “sorella”. È un canto di rassegnazione e di amara accettazione della vita e di un destino di fame e di sete, dove l'unica cosa che rimane e di cui mai ci si stancherà sono gli affetti elementari, la propria famiglia, i genitori, i fratelli e le sorelle (anche se l'ultima strofa, che contiene questa affermazione, non è cantata in tutte le versioni).

Può darsi che per alcuni, vedere un canto tradizionale dove, in lingua rumena, il mondo viene chiamato “fratello” (o “sorella” che sia) serva a qualcosa; per altri, naturalmente, non servirà a niente. Lo dedichiamo ad ogni modo a tutti quanti. Con una nota finale linguistica. In questo canto tradizionale, tutte le parole tranne due (esattamente paharuţul e necăjeşte) sono di purissima origine latina. “Fratelli latini” un tempo erano i rumeni. [RV]
Lume, lume, soră lume
Lume, lume, soră lume
Când să mă satur de tine
Cand să mă satur de tine
Lume, soră lume

Când s-o lăsa sec de pâine
Şi paharuţul de mine
Lume, soră lume

Poate atunci m-oi sătura
Poate atunci m-oi sătura
Când mi-o sună scândura
Când mi-o sună scândura
Lume, soră lume

Când m-or băga în mormânt
Şi n-oi mai fi pe pământ
Lume, soră lume

C-aşa-i lumea, trecătoare
C-aşa-i lumea, trecătoare
Unul naşte, altul moare
Unul naşte, altul moare
Lume, soră lume

Al de naşte, necăjeşte
Al de moare, putrezeşte
Lume, soră lume

Lume, lume, soră lume
Eu de mamă şi de tată
Nu mă satur niciodată
Lume, soră lume

Pai, nici de frăţi, nici de surori
Nu mă satur până mor
Lume, soră lume.

Contributed by Riccardo Venturi - 2009/3/26 - 17:15




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
26 marzo 2009
MONDO, MONDO

Mondo, mondo, fratello mondo
Mondo, mondo, fratello mondo
Quando di te sarò sazio
Quando di te sarò sazio
Mondo, fratello mondo

Quando non avrò più pane
Quando avrò vuoto il bicchiere
Mondo, fratello mondo

Forse allora mi stancherò
Forse allora mi stancherò
Quando starò per morire
Quando starò per morire
Mondo, fratello mondo

Quando mi seppelliranno
E non sarò più sulla terra
Mondo, fratello mondo

Ché è così il mondo: passa e va
Ché è così il mondo: passa e va
Uno nasce e l'altro muore
Uno nasce e l'altro muore
Mondo, fratello mondo

E chi nasce ha sol disgrazie
E chi muore imputridisce
Mondo, fratello mondo

Mondo, mondo, fratello mondo
Io di mio padre e mia madre
No, non mi stancherò mai
Mondo, fratello mondo

Dei fratelli, delle sorelle
Non mi stanco finché muoio,
Mondo, fratello mondo.

2009/3/26 - 17:38




Language: English

La versione inglese proveniente da Virtual Romania. È la versione cantata da Maria Tănase, priva della strofa finale.

Maria Tănase.
Maria Tănase.


Riportiamo, a proposito di questa traduzione, una nota presente nella pagina di provenienza:

"Cand s-o lasa sec de paine" - "When I give up bread for Lent" is a very loose translation. Romanians have "selective" fasting on Wednesdays and Fridays and certain periods of the year. Those days they give up meat for Lent, and anything of animal origin. However, bread is such a basic food in Romania that giving up bread for Lent would be unimaginable, and it doesn't exist as a tradition. A very exact translation of "When I give up bread for Lent" would be "never". Same with "when the glass will give up on me", which is meant to be the other way around, "when I give up drinking", which again has the meaning of "never".
WORLD, WORLD

World, world, sister world
World, world, sister world
When will I have enough of you
When will I have enough of you
When I give up bread for Lent
And the glass will give up on me

Maybe then I'll have enough of you
Maybe then I'll have enough of you
When they hammer the nails on my coffin
When they hammer the nails on my coffin
World, sister world
When they put me in my grave
And I won't be on earth anymore
World, sister world

That's how the world is, transient
'Cause that's how the world is, transient
One is born, another dies
One is born, another dies
World, sister world
The born one suffers
The dead one rots

'Cause that's how the world is, transient
One is born, another dies
World, sister world
The born one suffers
The dead one rots
World, sister world.

Contributed by Riccardo Venturi - 2009/3/26 - 18:04




Language: Dutch

La versione neerlandese di Elke Tindemans, proveniente dal sito della corale Hei Pasoep
Nederlandse vertaling van Elke Tindemans
WERELD, WERELD

Wereld, wereld, zuster wereld
Wereld, wereld, zuster wereld
Wanneer zal ik genoeg van je hebben
Wanneer zal ik genoeg van je hebben
Wereld, zuster wereld

Wanneer vast ik
En drink ik niet
Wereld, zuster wereld

Misschien heb ik dan genoeg van je
Misschien heb ik dan genoeg van je
Als de andere kant me roept
Als ze roept, de andere kant
Wereld, zuster wereld

Wanneer ik in een graf gestoken
En niet meer op aarde ben
Wereld, zuster wereld

Want zo is de wereld, vergankelijk
Want zo is de wereld, vergankelijk
De een wordt geboren, de ander sterft
De een wordt geboren, de ander sterft
Wereld, zuster wereld

Degene die geboren wordt, brengt pijn
Degene die sterft, vergaat
Wereld, zuster wereld

Wereld, wereld, zuster wereld
Van mijn mama en mijn papa
Krijg ik nooit genoeg
Wereld, zuster wereld

Och, ook van mijn broers en zussen
Krijg ik niet genoeg tot ik sterf
Wereld, zuster wereld.

Contributed by Riccardo Venturi - 2009/3/26 - 18:07


Pittore, ti voglio parlare

In origine, questa canzone era illustrata da un'opera pittorica di un poliedrico artista di cui non faremo il nome, talmente è noto. La avevamo reperita in rete e scelta perché ci sembrava particolarmente adatta; ma, ohimé, non abbiamo fatto i conti con la suscettibilità dell'artista in questione, il quale ci ha scritto -assai risentito- perché, per riprodurre la sua opera, non gli avevamo chiesto l'autorizzazione. Ci ha quindi imposto di rimuovere l'opera sua da questa pagina, cosa che abbiamo prontamente fatto.

Nella risposta alla sua missiva, gli abbiamo ovviamente fatto presente che non intendevamo in alcun modo ledere i suoi diritti, che il suo nome era riportato correttamente e che, addirittura, pensavamo che essere presente su un sito come questo (sia per la sua natura, sia -ci permettiamo di aggiungere- per il fatto che ha circa 90.000 accessi mensili, i quali potrebbero rappresentare un buon veicolo di conoscenza per chiunque) potesse fargli piacere. Apriti cielo.

Il suscettibile artista ci ha risposto con un'ulteriore mail piena di insulti, personali e all'indirizzo del nostro sito. Su quelli personali sorvoliamo, anche perché ce ne importa il giusto (cioè niente). Vorremmo sorvolare anche su quelli rivolti al sito, perché ognuno è libero di pensarla come gli pare. Però la mail di risposta di questo signore era intitolata in un modo insultante verso il contenuto di questo sito, vale a dire le canzoni stesse (definite “canzonette”).

Ora, non c'è dubbio che in questo sito siano presenti molte canzonette; però, in eguale numero, sono presenti capolavori non solo della canzone, ma anche della poesia. E capolavori della musica stessa. Direi che così potremmo definire, ad esempio, l'Ode an die Freude musicata da Beethoven e scritta da Schiller. Capolavori a volte illustrati con opere pittoriche di artisti come Raffaello, Andrea Mantegna o Pablo Picasso. Ma, evidentemente, al nostro suscettibile pittore essere presente su queste pagine in compagnia di tali artisti non fa piacere.

“Cosa vi ha fatto pensare che mi avrebbe fatto piacere essere su un sito come il vostro?”, ci ha infatti scritto; lanciandosi poi in una formidabile lezione di vita che sicuramente ci ricorderemo per almeno 3 nanosecondi. L'artista ha poi concluso la sua mail dichiarando che “ogni nostra eventuale risposta” sarebbe stata automaticamente non letta e cestinata. Gli rispondiamo allora pubblicamente, in modo non cestinabile e che non rimuoveremo affatto.

Dichiarandogli peraltro che la sua opera pittorica ci era sinceramente piaciuta per illustrare questa canzone, e che continua a piacerci. Su questo vorremmo essere chiari; non cambiamo il nostro giudizio positivo su un'opera solo perché la consistenza umana del suo autore si rivela non eccelsa. Per questo motivo, auguriamo a tale opera di avere un cammino luminoso, possibilmente staccandosi dall'artista che la ha dipinta. Accade del resto spesso che le opere siano assai migliori di chi le ha create, e questo è ne è un esempio perfetto.

CCG/AWS Staff - 2009/4/1 - 16:43


"Questo è un canto tradizionale rumeno. Diciamo “rumeno” perché è in lingua rumena; la musica è zingaresca, balcanica, carpatica, è musica di quelle parti. Non si può sapere cosa sia. Lo cantano sia i rumeni che gli zingari, e anche gli zingari, a quanto ci risulta, lo cantano in rumeno".
VOGLIO SOLO CORREGERE: E UN CANTO TRADIZIONALE RUMENO DALLA PARTE DI MOLDAVIA,PERO LA MUSICA NON E ZINGARA, E MUSICA "LAUTAREASCA - IN RUMENO".NON TROVO IL SEGNIFICATO ESATTO IN DICTIONARIO,PERO "LAUTAR(RO)-STRIMPELLATORE(IT) E LA PERSONNA CHE CANTA QUESTA MUSICA.

IONELA - 2013/8/1 - 22:38


Speriamo che Kayah non Vi citerà in giuduzio per questo videoclip :)


http://doc.rmf.pl/media/img_muzyka/wyk...


krzyś - 2015/7/22 - 20:03


Ànche l' Aida la cantano gli zingari, che sia italiana chissà... magari Verdi l'ha copiata dagli zingari?
È un'idea per far riflettere il signor Riccardo Venturi!

2018/11/11 - 12:09


Un invito alla riflessione non si rifiuta mai, a condizione che si riesca a capire bene su che cosa si dovrebbe riflettere. Disgraziatamente, non mi è riuscito. Peraltro debbo dichiarare con sincerità che non sono un eccelso conoscitore delle fonti della musica verdiana, sebbene -come nel caso di qualsiasi musicista di qualunque epoca- possa ragionevolmente immaginare che siano state oltremodo composite, svariate, variopinte. Attendo comunque maggiori delucidazioni da parte dell'anonimo invitatore alla riflessione, se avrà la bontà di fornirle. Con deferenti saluti.

Riccardo Venturi - 2018/11/11 - 18:39


È un canto che proviene dalla Transilvania.Herta Muller ne dà una versione diversa nel suo libro La paura non può dormire

2020/5/16 - 16:38




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