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Thank you, Satan!

Léo Ferré
Lingua: Francese


Léo Ferré

Lista delle versioni e commenti


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[1961]
Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré



Tant qu'à être excommunié, autant l'être avec Ferré...

Et l'être avec sa meilleure chanson ou pour dire la chose différemment, celle qui le représente le mieux, celle où il met son cœur à nu, où l'on trouve les ressorts cachés de la poésie.
Sa meilleure chanson, sans doute, celle qui porte en elle toutes les autres et qui est une chanson de révolte pure après deux mille ans de dictature apostolique et romaine : Thank you, Satan !

Tout y passe, si l'on veut bien prendre le temps de suivre Léo Ferré dans ce parcours complexe des replis de la conscience résolument athée, laïque, libertaire, hautement littéraire – on dirait un personnage faustien, qui rencontre le diable, celui de Marguerite que Boulgakov créa sous la moustache du petit père Joseph. Un personnage Léo Ferré libertin, libre de ses gestes et de ses mouvements.
Littéraire, hautement, cultivé sereinement, prenons ces vers (comme disent les poissons de la maman chez Boby Lapointe...) - Rimbaud et Baudelaire dans un seul vers : Des fleurs du mal de dix-sept ans. Et qu'on ne croie pas au hasard, Léo Ferré les a tous deux (et même tous les trois, Verlaine accompagnant Rimbaud) mis en musique et les a chantés. Admirablement, sans doute un des plus grands moments de la chanson...
Libertin dans le sens où il crie pour la liberté dans la vie amoureuse et sensuelle : dès le départ, pour la flamme que tu allumes... Vu ainsi, on se ferait brûler à longueur de vi(t)e.
Liberté aussi pour ceux que l'on emprisonne et pour la destruction des prisons – la prise de la Bastille, même si ça ne sert à rien... Mais, ça servira bien un jour...
Dans la chasse aux sorcières, je suis toujours du côté des sorcières, dit en écho à Léo, Marco Valdo M.I....

Hey, hey, Berluscon, que penses-tu (si tu penses...) de « ton honneur à ne jamais paraître à la télévision.... Thank you, Satan ! » ? Rien, évidemment ! Tu es immunisé contre la pensée, maintenant...
Eglise, télé, même combat !
C'est Léo qui le dit, il y a plus de quarante ans déjà...
Dans ce monde où les muselières ne sont plus faites pour les chiens....
Il y en a qui gueulent encore...
et ils ont raison contre la mort, contre l'étouffement, contre la narcose collective, contre leur société, il faut gueuler encore et encore...

Avec la signature :
Pour l'anarchiste à qui tu donnes
Les deux couleurs de ton pays
Le rouge pour naître à Barcelone
Le noir pour mourir à Paris

Thank you, Satan !

Marco Valdo M.I.

Visto che siamo scomunicati, tanto vale esserlo con Ferré...

Ed esserlo con la sua canzone migliore o, per dirla in altro modo, quella che rappresenta il meglio, quella dove si mette il cuore a nudo, dove si trovano gli impulsi segreti della poesia.
La sua canzone migliore, senz'altro, quella che racchiude tutte le altre. Una canzone di pura rivolta dopo duemila anni di dittatura apostolica romana: Thank you, Satan!

Tutto vi passa dentro, se si vuol prendere il tempo di seguire Léo Ferré in questo complesso percorso delle pieghe della coscienza decisamente atea, laica, libertaria, elevatamente letteraria -lo si direbbe un personaggio faustiano che incontra il diavolo, quello di Margherita che Bulgakov creò sotto il baffone del piccolo padre Josef. Un personaggio libertino, Léo Ferré, libero nei suoi gesti e movimenti.
Letterario, ed elevatamente; colto, e serenamente. Prendiamo questi versi (come dicono i « pesci della mamma » di Boby Lapointe...), Rimbaud e Baudelaire in un solo verso: Dai fiori del male di diciassette anni. E -non lo si pensi certo a caso- Léo Ferré li ha messi in musica e cantati tutti e due (e pure tutti e tre, quando Verlaine accompagna Rimbaud). In modo ammirevole, senz'altro uno dei maggiori momenti della canzone...
Libertino poiché urla la libertà nella vita amorosa e sensuale: sin dall'inizio, per la fiamma che accendi... Messa a questo modo, ci si farebbe bruciare per tutta la vita (e alla svelta).
Libertà anche per coloro che sono messi in galera e per la distruzione delle galere – la presa della Bastiglia, anche se non serve a nulla...Però, un giorno, servirà eccome...
Nella caccia alle streghe sono sempre dalla parte delle streghe, disse Marco Valdo M.I. Echeggiando Léo...

Ehi, ehi, Berlusca, che ne pensi (se pensi...) del tuo « onore di non apparire mai in tv...Thank you, Satan ! »? Niente, evidentemente ! Tu sei immunizzato contro il pensiero, adesso...
Chiesa, tv, la stessa lotta !
E' Léo che lo disse già più di quarant'anni fa...
In questo mondo dove le museruole non sono più fatte per i cani...
Ma qualcuno ringhia ancora...
E ha ragione. Contro la morte, contro il soffocamento, contro la narcosi collettiva, contro la loro società, bisogna ringhiare sempre di più...

Con la firma:
Per l'anarchico cui doni
I due colori del tuo paese
Il rosso per nascere a Barcellona
Il nero per morire a Parigi

Thank you Satan !

Marco Valdo M.I.


Pour la flamme que tu allumes
Au creux d'un lit pauvre ou rupin
Pour le plaisir qui s'y consume
Dans la toile ou dans le satin
Pour les enfants que tu ranimes
Au fond des dortoirs chérubins
Pour leurs pétales anonymes
Comme la rose du matin

Thank you Satan

Pour le voleur que tu recouvres
De ton chandail tendre et rouquin
Pour les portes que tu lui ouvres
Sur la tanière des rupins
Pour le condamné que tu veilles
A l'Abbaye du monte en l'air
Pour le rhum que tu lui conseilles
Et le mégot que tu lui sers

Thank you Satan

Pour les étoiles que tu sèmes
Dans le remords des assassins
Et pour ce cœur qui bat quand même
Dans la poitrine des putains
Pour les idées que tu maquilles
Dans la tête des citoyens
Pour la prise de la Bastille
Même si ça ne sert à rien

Thank you Satan

Pour le prêtre qui s'exaspère
A retrouver le doux agneau
Pour le pinard élémentaire
Qu'il prend pour du Château Margaux
Pour l'anarchiste à qui tu donnes
Les deux couleurs de ton pays
Le rouge pour naître à Barcelone
Le noir pour mourir à Paris

Thank you Satan

Pour la sépulture anonyme
Que tu fis à Monsieur Mozart
Sans croix ni rien sauf pour la frime
Un chien, croque-mort du hasard
Pour les poètes que tu glisses
Au chevet des adolescents
Quand poussent dans l'ombre complice
Des fleurs du mal de dix-sept ans

Thank you Satan

Pour le péché que tu fais naître
Au sein des plus raides vertus
Et pour l'ennui qui va paraître
Au coin des lits où tu n'es plus
Pour les ballots que tu fais paître
Dans le pré comme des moutons
Pour ton honneur à ne paraître
Jamais à la télévision

Thank you Satan

Pour tout cela et plus encor
Pour la solitude des rois
Le rire des têtes de morts
Le moyen de tourner la loi
Et qu'on ne me fasse point taire
Et que je chante pour ton bien
Dans ce monde où les muselières
Ne sont plus faites pour les chiens...

Thank you Satan!

inviata da Marco Valdo M.I. - 25/7/2008 - 10:38



Lingua: Italiano

Nuova versione italiana di Riccardo Venturi
28 luglio 2008

Due parole su questa traduzione.
Dico "nuova" perché ne avevo fatta una, due secoli fa, circa a diciassett'anni. Chissà dove diavolo (appunto!) è finita, ma c'era. Di alcuni punti me ne ricordavo e li ho messi in questa traduzione; ma non sono molti.
Cercare una traduzione italiana in rete, già esistente, si è rivelato improbo. C'è questa, ma in diversi punti è purtroppo gravemente sbagliata. Allora è stato opportuno rifarla; e, nel rifarla, mi sono preso qualche libertà.

Nel titolo e nel ritornello. A qualcuno, forse, potrà sembrare un po' azzardato rinunciare al "Thank you Satan" fondante; ma la canzone, palesemente e diabolicamente, è in forma di litania religiosa, un vero e proprio inno a Satana. Da qui il mio ricorso ad una formula italiana pienamente da messa, "Ti sian rese grazie, Satana". Anche in alcuni punti del testo mi sono leggermente allontanato dal significato letterale di certe parole, ma sempre a ragion veduta. Di fare una versione in rima e, come si suol dire, "cantabile", ancora non me la sento. Magari qualcuno ci avrà però già pensato.
TI SIAN RESE GRAZIE, SATANA

Per la fiamma che accendi
In un letto povero o elegante
Per il piacere che vi si consuma
Nella tela grezza o nel raso
Per i bambini che rianimi,
Cherubini nei dormitori
Per i loro petali anonimi
Come la rosa del mattino

Ti sian rese grazie, Satana

Per il ladro che copri
Col tuo maglione morbido e rosso
Per le porte che gli apri
Sulla tana dei ricchi
Per il condannato che accudisci
Su all'Abbazia in cima al monte
Per il rum che gli consigli
Per la cicca che gli servi

Ti sian rese grazie, Satana

Per le stelle che semini
Nel rimorso degli assassini
Per questo cuore che batte anche
Dentro al petto delle puttane
Per le idee che sparigli
Nella testa dei cittadini
Per la presa della Bastiglia
Anche se non serve a nulla

Ti sian rese grazie, Satana

Per il prete che s'addanna
A ritrovare il dolce agnello
Per il vinaccio terra-terra
Che prende per Chianti vecchio
Per l'anarchico cui doni
I due colori del tuo paese
Il rosso per nascere a Barcellona
Il nero per morire a Parigi

Ti sian rese grazie, Satana

Per l'anonimo funerale
Che hai fatto al signor Mozart
Senza croce né nulla, salvo per finta
Un cane, beccamorti del caso
Per i poeti che fai scivolare
Al capezzale degli adolescenti
Quando s'infilano nell'ombra complice
Dei fiori del male di diciassett'anni

Ti sian rese grazie, Satana

Per il peccato che instilli
Nelle virtù più granitiche
Per la noia che s'installa
Accanto ai letti da te abbandonati
Per gli imbecilli che fai pascolare
Nel prato, come pecoroni
Per l'onore che mi fai
Di non apparire mai in tv

Ti sian rese grazie, Satana

Per tutto questo ed altro ancora
Per la solitudine dei re
Per i ghigni dei decapitati
Un modo di aggirare la legge
Non mi si faccia punto tacere
E che io canti in tuo favore
In questo mondo dove le museruole
Non son più fatte per i cani...

Ti sian rese grazie, Satana!

28/7/2008 - 21:13




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