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Di ritorno dal campo di Dakhla

Scritti Corsari
Lingua: Italiano


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Questo brano nasce da un viaggio fatto da Marco con la sua famiglia nel campo di Dakhla (nella provincia di Tindouf, in Algeria, non va confuso con la vera città del Sahara Occidentale che è sotto occupazione marocchina), uno dei quattro campi profughi nel quale si è rifugiata la popolazione Sahrāwī.
L'impatto di quella visita fu molto forte e Francesco, il padre di Marco, sulla via del ritorno da Dakhla, scrisse una poesia, che poi è diventata il testo di questa canzone.

La Storia del Sahara Occidentale (ex-colonia spagnola che fu invasa dal Marocco nel 1975, al momento del ritiro della Spagna) è una storia angosciosa di sopraffazione e indifferenza per le legittime aspettative di un popolo e per le reiterate risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano questa occupazione.
Chiesi alla donna della tenda:
«quale ricordo della tua gente
vuoi ch'io porti alla mia gente?»

Mi guardò. Poi, senza indugiare,
abbassò lo sguardo sulla sabbia che calpestava:
«È COME IL NOSTRO THE»

Questa è la rossa sabbia del campo di DAKHLA
intrisa delle lacrime e del sangue dei bambini
e del popolo SAHARAWI


- Forte e Amara - come il THE della VITA
- Tenera e Dolce - come il THE dell'AMORE
- Soave - come il THE della MORTE
Da questa terra d'Algeria, impossibile alla vita,
dove i figli dei pescatori mai videro il mare,
e dei nomadi dei dromedari mai videro dromedari.

Partono i figli del poplo SAHARAWI
per il fronte lontano,
alla riconquista della loro LIBERTÀ.

PER DIGNITÀ E AMORE, NON PER VENDETTA.

Là, ovunque nel mondo,
dove donna o uomo è privato della libertà,
là MANCA LA NOSTRA LIBERTÀ E IL NOSTRO AMORE.
E IL NOSTRO AMORE


- Forte e Amara - come il THE della VITA
- Tenera e Dolce - come il THE dell'AMORE
- Soave - come il THE della MORTE


[Di ritorno dal campo di Dakhla, 8 gennaio 1998]

inviata da adriana - 21/3/2008 - 07:55


Saharawi: UNA QUESTIONE DIMENTICATA?
(Gianni Sartori)
Da qualche tempo la questione del popolo saharawi e della sua lotta di liberazione dal dominio del Marocco sembra scomparsa dalla maggioranza dei media. Eppure la lotta prosegue in tante forme. Recentemente con lo sciopero della fame “a staffetta” per fare giustizia sull'assassinio di Mohamed Lamine Haidala.

Non si ferma la testimonianza di Takbar Haddi per costringere le autorità marocchine a far luce sulle circostanze della morte del figlio, Mohamed Lamine Haidala, mentre era in mano alla polizia e dopo che era stato ferito gravemente da alcuni coloni marocchini. Dopo quasi tre mesi, la lotta è condotta con uno “sciopero della fame a staffetta” (formula spesso adottata da parenti e amici dei prigionieri politici baschi), a cui partecipano intellettuali, militanti, giornalisti, docenti, sindacalisti, persone solidali. Sospeso invece quello portato avanti in prima persona da Takbar Haddi dopo che i medici le hanno imposto di smettere per i seri rischi che stava correndo. Attualmente il gruppo più numeroso di scioperanti è quello riunito in una tenda davanti al Palazzo del Governo Centrale a Las Palmas de Gran Canaria. Qualche giorno fa il Governo Rajoy ne ha vietato la prosecuzione davanti al Consolato del Marocco nelle Canarie, dove si era svolto in un primo tempo. Altri “segmenti” dello sciopero della fame si stanno svolgendo in varie località spagnole, del Portogallo, dell’America Latina, della sede del Parlamento Europeo, ecc. Tra i più consistenti va citato il “73° segmento”, sostenuto dalla Deputata di Podemos Nati Arnaz. La staffetta 77 invece vede impegnati dirigenti ed eletti di IU di Dos Hermanas (Andalusia). Intanto a Santander (capitale della Cantabria) si sta organizzando una grande manifestazione popolare. El diario informava che alla giornata di sciopero della fame in questa città, partecipa l'intera delegazione saharawi in Regione. Dopo la partenza dei gruppi di bambini saharawi che hanno trascorso un periodo di vacanza nella penisola iberica, alle giornate di sciopero della fame a staffetta, si sono uniti molti membri delle famiglie che li avevano ospitati. Alla fine di settembre la “staffetta” aveva già superato il numero di 100 “frazioni”, per essere poi ulteriormente superata.
In settembre, l'Alta Responsabile Europea per la Politica Estera e Vice Presidente della Commissione europea, Federica Mogherini, interrogata in Parlamento rispondeva che l'Unione e la Commissione sono seriamente preoccupate per la situazione dei diritti umani in Marocco. In particolare per quella dei detenuti saharawi nelle carceri marocchine, per cui chiedono che Rabat consenta visite di verifica di rappresentanti di ONG straniere. La Mogherini, a nome della Commissione, aveva anche chiedsto che Rabat permettesse un'inchiesta imparziale sugli avvenimenti legati alla morte di Mohamed Lamine Haidala. (Europa Press e Yabiladi, 02.09.). La deputata spagnola di IU, Paloma Lopez, si dichiarava soddisfatta di tale risposta, purché alle parole seguissero azioneireali di pressione sul Governo marocchino. L'Esecutivo dell'Unione Nazionale delle Donne Saharawi, riunito in preparazione del Congresso del Polisario, ha approvato un documento di piena solidarietà con madre Takbar ("Takbar Haddi continua a pretendere giustizia"), associandosi alla richiesta di un'indagine internazionale che le renda finalmente giustizia per l'assassinio del figlio. Da segnalare inoltre la decisione di un Magistrato spagnolo della Procura di Las Palmas, che ha disposto l'archiviazione delle denunce presentate dal Console marocchino A. Mura contro l'attivista saharawi Embarek Abelil (e contro altri attivisti, che sostenevano lo sciopero della fame della madre Takbar Haddi, proprio davanti al Consolato) per "aggressione" contro lo stesso console e altri funzionari marocchini. Per i Magistrati del Tribunale spagnolo le denunce dei Marocchini contro gli attivisti saharawi sono da considerarsi semplicemente “ false”.
Gianni Sartori

Gianni Sartori - 19/11/2015 - 21:52


AUTODETERMINAZIONE IN VISTA PER IL SAHARA OCCIDENTALE?

IL 14° CONGRESSO DEL POLISARIO CHIEDE:
REFERENDUM SUBITO!

(Gianni Sartori)

Si è appena concluso il 14° Congresso del Fronte Polisario.
Mohamed Abdelaziz è stato riconfermato, per elezione diretta, Segretario generale del Polisario e, in base alla Costituzione, presidente della RASD. Iniziato il 16 dicembre nella wilaya di Dakhla (duramente colpita dall’inondazione dello scorso ottobre e dove fervono i lavori di ricostruzione) il Congresso ha eletto anche il Segretariato nazionale, istanza dirigente del Fronte. Vi hanno partecipato ben 2472 delegati e all’apertura dei lavori, il 16 e 17 dicembre, numerose delegazioni straniere (presenti soprattutto quelle africane) hanno portato i loro saluti. Tra i partecipanti Luciano Ardesi, presidente dell’ANSPS (Associazione nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi) che ha espresso i saluti del movimento italiano di solidarietà.
Sono inoltre pervenuti messaggi di sostegno da parte di alcuni parlamentari e partiti italiani.
Durante lo svolgimento del Congresso è stata favorevolmente commentata la sentenza del 10 dicembre della Corte europea di giustizia che ha annullato l’Accordo agricolo Marocco-UE relativamente alla parte che riguarda il Sahara Occidentale.

Per il 1° gennaio è prevista una petizione internazionale per il “Referendum subito!” e sempre in gennaio è attesa la visita del Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Quasi contemporaneamente dovrebbe riunirsi a Bruxelles la Task Force europea per varare il Piano di lavoro 2016, alla luce delle decisioni del Congresso del Fronte Polisario e dei lavori dell’EUCOCO di Madrid (13-14 novembre 2015)*.

Da troppi anni ormai il popolo sahrawi attende dalla comunità internazionale impegni precisi in merito all’autodeterminazione del Sahara Occidentale. Da parte nostra possiamo solo auguragli che con il 2016 si aprano prospettive concrete.
Gianni Sartori (dicembre 2015)

* Nota: sia la Risoluzione finale che i Rapporti dei gruppi di lavoro dell’EUCOCO sono disponibili sul sito www.eucocomadrid.org.

Gianni Sartori - 25/12/2015 - 22:02




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