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Bryd one brere

Anonymous


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[XIV secolo / 14th Century]
Testo e musica / Lyrics and music:
King's College, Cambridge
MS Muniment Roll 2 W 32v Index 521 [1199]



Uno dei capisaldi di questo sito (a suo tempo coniato da Davide Giromini) è che “ogni canzone d'amore è contro la guerra”. Può anche darsi, sebbene, e lo dico in tutta sincerità, io abbia a volte qualche ragionevole dubbio. Ciononostante i casi son tanti e variopinti, e vorrei quindi raccontare sia pure per sommi capi la storia di questa canzone, che è ritenuta la prima canzone d'amore completa in lingua inglese. O meglio, in quella lontana fase dell'inglese che va sotto il nome di “inglese medio” (Middle English), l'inglese medievale che si venne formando a partire dal 1066 con la conquista Normanna, e che sfociò poi, a partire dal XVI secolo, nell'inglese moderno. Completa, dato che ne è tramandata anche la notazione musicale.

La canzone è nota come Bryd one brere, “Uccello su un rovo” (Bird on a Briar in inglese moderno). La non comune sorte di questa antica canzone è di essere stata ritrovata scritta nientemeno che su una bulla papale: un editto di Papa Innocenzo III datato 1199 e munito del sigillo pontificio. Gli inglesi sono noti da sempre per la loro eccentricità, e questo fatto non fa che confermarla: la loro prima canzone d'amore secolare, anonima ma di fattura assolutamente squisita, trascritta anonimamente su un documento ufficiale del Papa. La bulla (ora conservata presso il King's College di Cambridge, MS Muniment Roll 2 W 32v Index 521) appartenne per un dato periodo al Priorato di St. James, presso Exeter; in tale periodo, fra il 1290 e il 1320 (secondo alcuni, invece, verso il 1225) un ignoto scrisse la canzone sul documento. Dubito che oggi sarebbe fattibile scrivere una canzone di Lucio Battisti sull'originale manoscritto di un'enciclica di Pio XI, ma il paragone, seppure azzardato, può servire a rendere l'idea. All'epoca della composizione della canzone, o della sua trascrizione, la bulla era vecchia già più di un secolo.

Ancora più straordinario è il fatto che il compositore, o trascrittore, altro non poteva essere che un monaco: nessun altro avrebbe potuto comunque avere accesso a un simile documento. Per riassumere: un religioso che scrive, o trascrive, una canzone d'amore tutt'altro che divino su un vetusto documento papale, tramandandoci così non soltanto -e come già abbondantemente ripetuto- la più antica canzone d'amore in inglese, ma anche, e tout court una delle prime canzoni complete e formate di qualsiasi argomento in quella lingua, assolutamente intatta.


Bryd one brere nell'interpretazione dell'Ensemble Belladonna, Melodious Melancholye, The Sweet Sounds of Medieval England

Chiunque l'abbia scritta, era comunque ben versato nelle tecniche compositive proprie dell'inglese di quell'epoca: l'inglese medio è una lingua ricchissima, sfumata, piena di assonanze e doppi sensi e giochi di parole (uno per tutti: bryd “uccello” era, all'epoca, più o meno omofono di brid, biryd “fidanzata, sposa, donna (generico)”, con tutto quel che ne consegue; l'inglese moderno ha poi differenziato tutto, bird da una parte e bride dall'altra). Ma nella nostra canzone il tutto è volutamente confuso.

Bryd one brere ha dato peraltro parecchio da fare a studiosi e commentatori, specialmente quelli che non hanno accettato a cuor leggero il fatto del monaco che scrive una cosa del genere, tranquillo e beato, su una bulla papale. Alcuni hanno quindi voluto vedere nel bryd non un uccello, bensì il nome di Saint Bride, vale a dire Santa Brigida la bella, o meglio Santa Brigitta d'Irlanda (o di Kildare). In tale caso, l'immagine dell'amore e del desiderio di vicinanza fisica ad una bella donna sarebbe una metafora per il desiderio spirituale, la ricerca dell'unione col divino. Personalmente, però, non sono molto propenso per tale interpretazione, e non per ateismo inveterato. Mi sembrerebbe del tutto ingiusto voler negare al povero monaco di otto secoli fa le sue pene d'amore e il suo normalissimo desiderio, per Dio. Doveva essere talmente forte da non farlo desistere neppure davanti a una pergamena vergata dal Papa; vengono a mente, e forse non è un caso, i famosi Uccelli di rovo, vi ricordate il romanzo e lo sceneggiato di qualche anno fa dove giusto un prete si innamora di una bella donna, e niente affatto spiritualmente?

Ma, a proposito ancora della bulla papale di Innocenzo III, sapete di che cosa si trattava? Nientemeno che di una copia della Vergentis in senium del 1199, editto con il quale si equiparava l'eresia al delitto di lesa maestà. In pratica, tale bulla è considerata come il preludio della legittimazione della Santa Inquisizione, avvenuta poi definitivamente nel 1233. Tutto questo si inserisce nella strenua lotta che Innocenzo III (al secolo Lotario dei conti Segni, 1161-1216, sommo pontefice dal 1198 alla morte, avvenuta il 16 luglio 1216 a Perugia) aveva condotto contro le idee eretiche che si erano diffuse in Europa. In particolare, Innocenzo III è ricordato per aver promosso la crociata degli Albigesi, sotto la guida di Simone IV di Montfort. La crociata, in pratica, che portò allo sterminio dei Catari e che previde non solo l'atroce e scrupoloso massacro di Béziers del 22 luglio 1209 (quello durante il quale, almeno secondo la leggenda, il De Montfort avrebbe pronunciato la famosa frase: Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi), ma anche la presa della fortezza di Montségur e la fine di tutta la civiltà provenzale. Correva l'anno 1244, e per tutto questo bisognerà spostarsi ad un'altra pagina di questo sito, quella dedicata a Lo boièr.

Su questa bulla, tutta a base di eresie, lese maestà e preludi di inquisizione, lo sconosciuto monaco scrisse o trascrisse la sua canzonetta d'amore, un po' di tempo dopo. Gliene importava un accidente, a lui, di un papa morto da un secolo, delle eresie, delle inquisizioni, dei Catari; probabilmente non sapeva nemmeno chi diavolo fossero. Lui ci aveva da struggersi di passione: “Potessi averla, costante nell'amore...” Ci voleva un pezzo di pergamena qualsiasi per sfogarsi. Come si diceva all'inizio, a proposito delle canzoni d'amore che sono sempre contro la guerra?... In un modo o nell'altro, e a volte in modi parecchio singolari. [AT-XXI]
1. Bryd one brere,            
Brid, brid one brere,
Kynd is come of loue 
Loue to crave.       
Blithful biryd, 
On me thu rewe.        
Or greyth, lef,        
Greith thu me my graue.

2. Hic am so blithe,   
So bryghit brid on brere, 
Quan I se that            
Hende in halle            
Yhe is quit of lime,      
Loueli, trewe,            
Yhe is fayr and           
Flur of alle.             

3. Mikte hic hire     
At wille haven,       
Stedefast of loue,    
Loueli, trewe,        
Of mi sorwe           
Yhe may me sauen;     
Ioye and blisse were   
Ere me newe.           

Contributed by L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 2017/9/15 - 02:11



Language: Italian

Traduzione italiana dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo
15 settembre 2016 02:58
UCCELLO SU UN ROVO

1. Uccello su un rovo,
uccello, uccello su un rovo,
la natura è discesa dall'amore
per chiedere amore.
Beata donna, [1]
abbi pietà di me.
Oppur preparami, amore,
preparami la tomba.

2. Sono così felice,
splendido uccello su un rovo,
quando io vedo
la bella nella sala,
le membra bianche,
fedele, amorosa,
ella è bella
e il fiore di tutte.

3. Potessi averla
a mio volere,
costante nell'amore,
fedele, amorosa,
dalla mia pena
potrebbe salvarmi;
per me sarebbe gioia
e felicità sempre nuova.

[1] Potrebbe trattarsi, per assonanza indecifrabile, anche dell'uccello [bryd / biryd].

2017/9/15 - 02:59




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