La laguna è grande ma non è un mare
il fango è grigio ma non è la sabbia
in quel grigio ti puoi anche bagnare
ma addosso ti lascia la rabbia
di poveri giorni notti insonni
a vincer la paura della fame
Correva la guerra e i sogni si fermavano
crescevano bimbi senza giochi
e donne madri sole senza figli
e figli e vecchi da sfamare
di poveri giorni notti insonni
a vincer la paura di sperare
Chi c'è nato questo lo sa
Chi c'ha vissuto anche lo sa
Romeo Isepetto nato cresciuto e morto
ai margini della grande laguna anche lo sa
Ha giurato a se stesso e ai compagni
di fissare in quel margine i giochi
in quell'acqua i guizzi i bambini
e sulla riva i sorrisi di donne
l'ha giurato a quel fango e a quel verde
che di verde ha solo il colore e il sapore
di un mare che mare in laguna non è
l'ha giurato ai compagni di lotte
e di angosce messe a tacere
e ognuna di esse un mucchio di sabbia
per ogni sorriso una pietra
di una grande unica spiaggia proletaria
una spiaggia con la grande pretesa
di sfamare tanta fame di sole
che cambia il paese
che investe ogni strada ogni casa ogni scuola
che trasforma vita cultura
cancella violenza sopruso miseria
confino torture e galera
che ci rende ogni giorno più uguali
sempre più uguali
una spiaggia una montagna di sabbia rossa
come il rosso della bandiera
che ha alzato sui bordi del mare
quella stessa bandiera per la quale ha rischiato la morte
per la stessa bandiera ora vuole cambiare la vita
per la stessa bandiera ora vuole cambiare la vita
Oggi il tempo ha cancellato la spiaggia di Giare
il fango ha ingoiato giochi e sorrisi
progetti di vita, vite sognate
ora vecchi bambini su barche affannate
attraversano i giorni con distratto furore
il ricordo non vive, se è già spento il dolore
il verde di Giare, quel verde che mare in laguna non è
non può raccontare, non sa raccontare
il verde di Giare, quel verde che mare in laguna non è
non può raccontare, non sa raccontare
il fango è grigio ma non è la sabbia
in quel grigio ti puoi anche bagnare
ma addosso ti lascia la rabbia
di poveri giorni notti insonni
a vincer la paura della fame
Correva la guerra e i sogni si fermavano
crescevano bimbi senza giochi
e donne madri sole senza figli
e figli e vecchi da sfamare
di poveri giorni notti insonni
a vincer la paura di sperare
Chi c'è nato questo lo sa
Chi c'ha vissuto anche lo sa
Romeo Isepetto nato cresciuto e morto
ai margini della grande laguna anche lo sa
Ha giurato a se stesso e ai compagni
di fissare in quel margine i giochi
in quell'acqua i guizzi i bambini
e sulla riva i sorrisi di donne
l'ha giurato a quel fango e a quel verde
che di verde ha solo il colore e il sapore
di un mare che mare in laguna non è
l'ha giurato ai compagni di lotte
e di angosce messe a tacere
e ognuna di esse un mucchio di sabbia
per ogni sorriso una pietra
di una grande unica spiaggia proletaria
una spiaggia con la grande pretesa
di sfamare tanta fame di sole
che cambia il paese
che investe ogni strada ogni casa ogni scuola
che trasforma vita cultura
cancella violenza sopruso miseria
confino torture e galera
che ci rende ogni giorno più uguali
sempre più uguali
una spiaggia una montagna di sabbia rossa
come il rosso della bandiera
che ha alzato sui bordi del mare
quella stessa bandiera per la quale ha rischiato la morte
per la stessa bandiera ora vuole cambiare la vita
per la stessa bandiera ora vuole cambiare la vita
Oggi il tempo ha cancellato la spiaggia di Giare
il fango ha ingoiato giochi e sorrisi
progetti di vita, vite sognate
ora vecchi bambini su barche affannate
attraversano i giorni con distratto furore
il ricordo non vive, se è già spento il dolore
il verde di Giare, quel verde che mare in laguna non è
non può raccontare, non sa raccontare
il verde di Giare, quel verde che mare in laguna non è
non può raccontare, non sa raccontare
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