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La Badoglieide

Nuto Revelli
Lingue: Italiano, Italiano (Piemontese)


Nuto Revelli

Lista delle versioni e commenti


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[1944]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Nuto Revelli - Dante Livio Bianco - Quarta Banda Partigiana
Musica: "E non vedi che sono toscano" (Canzone popolare / Folksong / Chanson populaire / Kansanlaulu)

Pietro Badoglio
Pietro Badoglio
Queste strofe vennero composte da un gruppo di partigiani della Quarta Banda, tra cui Dante Livio Bianco e Nuto Revelli, alle Grange di Narbone (Cuneo) nell'aprile 1944.

La musica si compone di due temi di origine distinta. Le strofe in italiano sono adattate all'aria della canzone entrata nel repertorio goliardico "E non vedi che sono toscano". Il ritornello in piemontese appartiene alla tradizione locale.

Per il contenuto antisabaudo e antibadogliano queste strofe vennero cantate, con alcune modifiche, anche da reparti militari fascisti, a dimostrazione del carattere popolare della canzone che viene riadattata e piegata anche a contenuti ben diversi da quelli espressi dall'autore.

Il testo qui proposto è tratto del Canzoniere Partigiano.

Tra i principali interpreti: Margot in Cantacronache 4, Fausto Amodei, Duo di Piadena.

Nuto Revelli.
Nuto Revelli.
''In una brevissima pausa del grosso rastrellamento dell'aprile 1944 (nella notte tra il 25 e il 26), in una baita d'una località vicino a Narbona, tra le valli Grana e Maira, otto o nove partigiani della quarta banda Giustizia e libertà (II settore), parlano, accennano ad un motivo, cantano (sono Ivanoe Bellino, Alberto e Livio Bianco, Nino Monaco, Nuto Revelli e altri). Sul motivo molto orecchiabile della canzone E non vedi che sono toscano, nasce la prima strofa, poi, in collaborazione collettiva, le altre e tutta la canzone. (Ricordi e testimonianza di Revelli.)''
(L. Mercuri C. Tuzzi ''Canti politici italiani 1793-1945'' Editori Riuniti, 1962)

''Il giorno 8 aprile il pretore di Ravenna ha emesso decreto penale di condanna contro il giovane cantante Antonio Ricci di Villanova di Bagnacavallo. Il fatto si collega al recital sulla Resistenza che il Ricci, assieme al dicitore Enzo Fabbri di Mezzano, allestì verso la fine dello scorso anno in numerose località della Romagna. Nel settembre il recital andò in scena nella frazione di San Pietro in Campiano, ma suscitò le vivaci reazioni del maresciallo dei carabinieri allorché il Ricci cantò la notissima Badoglieide di cui esiste un regolare disco commerciale. Il Ricci e' stato condannato a pagare 10 mila lire.''
(articolo dell'Unita', sabato 9 aprile 1966)

Grazzano è il paese natale di Badoglio, in cui il generate si era ritirato a vita privata dopo le sue dimissioni. La musica è stata in seguito adottata più volte nelle canzoni di fabbrica; l'ultima strofa, in particolare, con i nomi cambiati, torna in tutte le versioni.
(note tratte da Voci di mezzo)

Sull'adozione de "La Badoglieide" anche da parte di alcuni repubblichini di Salò, si legge ne "I canti di Salò" di Giacomo De Marzi:

[...] Il contenuto del canto è fortemente antimonarchico e una satira feroce aggredisce l’operato di Pietro Badoglio in alcune sequenze suggestive ed eloquenti nella loro asciuttezza: «Ti ricordi la fuga ingloriosa/ Con il re verso terre sicure?/ Siete proprio due losche figure/ Meritate la fucilazion…». Queste rime, il cui livello di cultura e di gusto è molto alto, fecero convergere verso il canto anche l’attenzione dei fascisti “repubblicani” che lo adottarono con grande entusiasmo, dopo pochi e necessari lavacri: per esempio i versi «Ti ricordi la guerra di Francia/ Che l’Italia copriva d’infamia» vennero cambiati in «Che l’Italia portava in battaglia»; scomparve anche il nome di Enrico Adami Rossi, il generale che l’8 settembre consegnò con grande solerzia la città di Torino ai tedeschi; inoltre il riferimento «All’amor di Petacci» venne sostituito da quello «All’amor dei gerarchi»; infine, quando il canto partigiano parlò di «Fascisti e vecchi cialtroni», il canto “repubblicano” optò per «Monarchici e vecchi cialtroni», con la cancellazione anche di altri riferimenti men che rispettosi alla «Camicia che non è più nera». Queste piccole operazioni di lavanderia non tolsero al canto la sua efficacia di raccontare e di descrivere il curriculum vitae del “Maresciallo d’Italia” Pietro Badoglio; i fascisti “repubblicani”, quindi, s’impossessarono con grande velocità del sarcasmo nato dalla penna dei partigiani Nuto Revelli e Livio Bianco, delle comuni analogie, delle allusioni e della medesima dimensione etico-politica. Insomma siamo di fronte ad un canto – più “colto” che “popolare” – che con una certa naturalezza entrò a far parte dell’innodia della “repubblica” di Salò.
O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio,
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion.

T' l'as mai dit parei,
t' l'as mai fait parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait,
t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì
t' l'as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand'eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran bel porcaccion.

Ti ricordi l'impresa d'Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l'ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che l'Italia copriva d'infamia?
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?

A Grazzano giocavi alle bocce [1]
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion.

L'occasione infine è arrivata,
è arrivata alla fine di luglio [2]
ed allor, per domare il subbuglio,
ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati,
gli antifascisti li hai messi in galera,
la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell'Adami Rossi [3]
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull'amor di Petacci
t'affannavi a dar fiato alle trombe,
sull'Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento,
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà.

Ti ricordi la fuga ingloriosa [4]
con il re, verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d'Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
ma non crederci tanto imbecilli
di lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo,
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c'è.

T' l'as mail dit parei,
t' l'as mai fait parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait,
t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì
t' l'as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.
NOTE E RIFERIMENTI

[1] Grazzano è il paese di Grazzano Badoglio, luogo di nascita di Badoglio. Fino al 1939 si chiamava Grazzano Monferrato, poi il podestà fascista ebbe la geniale idea di ribattezzarlo con il nome dell'illustre cittadino (neanche fosse Ferney-Voltaire). Si chiama tuttora così.

[2] Alla caduta del fascismo del 25 Luglio, il Maresciallo Badoglio fu nominato primo ministro in sostituzione di Mussolini.

[3] Il generale Enrico Adami Rossi, comandante della difesa territoriale di Torino, nei 45 giorni del governo Badoglio aveva fatto sparare a più riprese contro gli operai torinesi, in seguito si consegnò ai tedeschi per passare poi al servizio della repubblica di Salò.
Dopo la Liberazione, Adami Rossi, processato dalla Corte d’Assise di Firenze, fu condannato, per collaborazionismo, alla fucilazione alla schiena, alla degradazione e alla confisca dei beni, ma fu salvato dalla Cassazione, che lo fece scarcerare e lo reintegrò anche nel grado, permettendogli di morire libero all’età di 83 anni.
(adattato dal sito dell'ANPI)

[4] Badoglio, Vittorio Emanuele ed altri ministri e dignitari dopo l'8 settembre si rifugiarono a Brindisi (al tempo già liberata dagli alleati).

Le note 1,2 e 4 sono parzialmente riprese da wikipedia



Lingua: Italiano

Traduzione italiana del ritornello
Non hai mai detto così
non hai mai fatto cosi
non hai mai detto, non hai mai fatto,
non hai mai detto così,
non l'hai mai detto: sì sì
non l'hai mai fatto: no no
tutto questo salvarti non può.

inviata da Pier Carlo


Da notare che la canzone popolare "E non vedi che sono toscano" sulla cui aria sono cantate le strofe della Badoglieide non è altro che la canzoncina che poi Riccardo Marasco ha riadattato nella sua celebre "La lallera".

Se ne trovano alcune strofe in Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia

E non vedi che sono toscano
e mi piace la carne cruda
io vorrei baciarti nuda
sulla sponda del sofà

E non vedi che l'albero pende
e le foglie che cadono giù
e per contentare le donne
qui ci vuole la gioventù...

Sono stato sulle alte montagne
a vedere gli uccelli a volare
per le vie, le piazze e le strade
quanti uccelli in quantità

CCG Staff - 11/3/2015 - 21:34




Lingua: Spagnolo

LA BADOGLIEIDE

O Badoglio, Pedro Badoglio,
Engordado por los fascistas
Con tu digno compinche Vittorio
Ya nos tienes hasta la madre.

No recuerdas cuando eras fascista
Y hacías el saludo romano
Y al Duce le estrechabas la mano
Eres muy, pero muy marrano.

No recuerdas la hazaña de Etiopía
Y el ducado de Addis Ababa
Merecías enfermarte de amibas
Y al contrario juntabas millones.

No recuerdas la guerra de Francia
En que Italia se cubrió de infamia
Pero tú te sacaste el pilón
Con el Duce haciendo revisión.

No recuerdas la guerra de Grecia
Y los soldados que mandaste al matadero
Y tú entonces para lucirte,
Decidiste damos tu dimisión.

En Grazzano jugabas a los bolos
Cuando en Rusia morían los alpinos
Mas ¿qué importa? Hay mucho dinero
Y se espera una buena ocasión.

La ocasión por fin ha llegado
Ha llegado a finales de julio
Cuando tú, para calmar el barullo
Te pusiste a hacer de dictador.

A los escuadristas las reincorporaste
A los antifascistas los metiste a la cartel
Las camisas ya no eran negras
Pero el fascismo siguió reinando.

Era tuyo aquel Adami Rossi
Que en Turín disparó a los burgueses
Si duraba aún por dos meses
Todo el mundo mandabas matar.

Mientras tú sobre el amor de Petacci
Te afanabas a tocar los clarines
Sobre Italia bajaban las bombas
Y Vittorio se bajaba el pantalón.

Te bajaste el pantalón
Tú también en el mismo momento
Creías estar haciendo un portento
Sólo lástima lograste dar.

No recuerdas la fuga sin gloria
Junto al rey, hacia tierras seguras
Son ustedes dos tipos bien sucios
Fusilados merecen morir.

En los montes nosotros reventamos
Y ustedes se quedan tranquilos
No nos creas aún más imbéciles
Para dejamos joder otra vez.

No, por cuantas lisonjas nos hagan
Den por cierto canelas queremos
Y avísale a ese gran farsante
Que en el trono quisiera seguir.

Si Benito nos tiene hasta el gorro
Tú, Badoglio, nos traes hasta el huevo
Para fascistas y viejos canallas
En Italia ya no hay más lugar.

18/1/2020 - 19:07


È morto, all'età di 98 anni, il grande attore e doppiatore Arnoldo Foà. Curiosamente, l'8 settembre 1943, toccò a lui, ebreo di nascita (ma ateo dichiarato) e perseguitato dalle leggi razziali, introdurre l'annuncio dell'armistizio da parte del maresciallo Pietro Badoglio:

Ahmed il Lavavetri - 12/1/2014 - 14:34




Lingua: Italiano

LA RENZEIDE
testo di Margot Galante Garrone
(Trascrizione di Michele Stratta)

LA RENZIEIDE

Era ancora lontana la volta
della nave chiamata Leopolda
Ma tu avevi già impresso nel cuore
l'inquilino che stava ad Arcòre

E strappandogli due confidenza
sul governo della tua Firenze
iniziasti a pensar “Ma sei scemo?”
al futuro del Nazareno

RIT:
T' l'as mail dit parei,
t' l'as mai fait parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait,
t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì
t' l'as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può

Non rimpiangi, mio giovane grullo
le nottate di quando fanciullo
non dormivi per pigliare pesci
coi boy scout della tua amata AGESCI

Non te n'è andata storta nessuna
e alla Ruota della Fortuna
con il ciuffo e con gli occhialoni
ti sei fatto un bel po' di milioni

(RIT)

E difatti con sguardo giulivo
la scalata tentasti all'Ulivo
poi per darti una botta di vita
sei passato alla Margherita

Ma era appena iniziata la vera
strepitosa e grandiosa carriera
quando con decisione e con piglio
Presidente ti fai del Consiglio

(RIT)

E a Bruxelles nel semestre italiano
dopo le figuracce del Nano
ti ci metti con la lingua inglese
per dar lustro al nostro paese

Ma a salvarti arrivava la Boschi
con accenti più veraci e toschi
e alla fine sei rimasto in pié
con accanto la Boanfè

(RIT)

Ma alla tua immagine patinata
ci mancava una grande testata
e alla fine non ti è parso ver
di finire su Vanity Fair

Le riforme che a raffica spari
parlano di ridistribuire denari
ma si sa che tra il dire ed il fare
c'è di mezzo il maledetto mare

E ora che 40 anni hai passato
scegli infine il Capo dello Stato
anche senza la benedizione
del tuo socio e padre-padrone

Ma è un trucchetto proprio fatto ad arte
come il gioco delle tre carte
perchè tagliano i domiciliari
all'imortale Re di Denari

Ci hai preso si può dir per il colle
mentre intanto l'Italia ribolle
e chi in testa e in cuor suo si ribella
per l'arrivo di Mattarella

e così che il cerchio si chiude
e se ancora qualcuno s'illude
che le cose possano cambiare
meglio che vada a buttarsi in mare

RIT:
T' l'as mail dit parei,
t' l'as mai fait parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait,
t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì
t' l'as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può

inviata da Michele Stratta - 14/5/2015 - 11:04




Lingua: Italiano

Il Martedi Grasso di Giorgia Poponi - Pardo Fornaciari

Una certa Giorgia Meloni (in vernacolo livornese: Poponi) poco esperta della piazza, ha pensato bene di venire a farsi sentire in quel di Livorno, per Martedi Grasso, il 13 febbraio 2018. Il ricevimento è stato una carnavalata esilarante, e si è concluso con una fuga ingloriosa.

IL MARTEDI GRASSO DI GIORGIA POPONI

O Meloni, o Giorgia Meloni
allevata dal boia Almirante
di parole ne sai dire tante
ma tanto 'un ti crede nessun

A Livorno in Piazza Garibaldi
sei venuta con grandi intenzioni
con tre o quattro scagnozzi spavaldi
t'è toccato alla svelta scappar

T'aspettavi una grande accoglienza
presidenti con i commercianti
ma d'intorno ci s'era noi in tanti
e a pernacchie poi preso t'abbiam

Hai provato a dire ai giornalisti
che volevi "la democrazia"
che fascista, che vipera, spia
ti sei messa ad offenderci qua

Sei scappata per via della Pina
con i tuoi che ti avevano detto
"è soltanto una passeggiatina"
ma il quartiere t'è venuto giù

Se Sarvini c'ha rotto le tasche,
tu Meloni c'hai rotto i coglioni
fascioleghisti e Berlusconi
a Livorno per voi posto 'un c'è

5/11/2018 - 09:03


Ci sarebbe da domandarsi perchè a tutt'oggi Grazzano si continui a chiamare Badoglio. Forse non è del tutto inviso all'attuale regime repubblicano così come non lo sono parecchie norme penali fasciste ancora vigenti nonchè svariate altre tra cui quelle sulla stampa e sulla radiotelevisione. Invece di smarronarci sui monumenti del ventennio o sui residuati nostalgici i sedicenti partiti antifascisti dovrebbero rendere conto al popolo italiano della sopravvivenza di sostanziose parti di ordinamento fascista nell'ordinamento repubblicano

Saverio Gpallav - 18/8/2021 - 22:35




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