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Portugal

Georges Moustaki
Lingua: Francese


Georges Moustaki

Lista delle versioni e commenti


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(Andonis Kaloyannis / Aντώνης Καλογιάννης)


[1974]
Paroles de Georges Moustaki
Parole di Georges Moustaki

Musique de Chico Barque (Fado tropical)
Musica di Chico Barque

 Portugal

Georges Moustaki, proprio lui, lo "Straniero" di quell'unica canzone in lingua italiana che lo rese famoso anche da noi (ma si tratta della traduzione di una sua celeberrima canzone in francese, "Le Méthèque", una parola derivata –naturalmente- dal greco che significa alla lettera "Colui che cambia continuamente casa", o più semplicemente il "Senza patria"). Di Moustaki avevamo già alcune canzoni, tutte e tre inserite tra le "CCG Primitive" (le prime 600 della raccolta originaria); ne inseriamo quindi alcune altre, forse meno famose, ma che ci mostrano Moustaki in un suo aspetto che, del resto, traspare anche da canzoni che parlano di tutt'altri argomenti, anche dalle canzoni d'amore. La sua voglia di libertà, il suo sentirsi "cittadino del Mediterraneo" (cosa, questa, del tutto ovvia per un uomo della sua origine), la sua opposizione ad ogni forma di dittatura, di violenza, di repressione. In un vecchio libriccino dell'editore Savelli sulla canzone francese, che cito a memoria in quanto oramai perso da tempo, lo si definiva quasi benevolmente "gradevole", ma senza prenderlo in eccessiva considerazione; beh, Moustaki è decisamente qualcosa di più ed intendiamo dare il nostro piccolo contributo per rendergli la giustizia che crediamo meriti. [RV]

Tra le tante canzoni, di autori portoghesi e non, dedicate alla Rivoluzione dei Garofani portoghese del 25 aprile 1974 ci era finora (colpevolmente) sfuggita questa di Moustaki. Rimediamo con la consueta formula "meglio tardi che mai". E anche qui la riconquistata libertà del Portogallo dopo cinquant'anni di dittatura fascista e colonialista, che aveva portato al dissanguamento del paese nelle inutili guerre africane, si intreccia idealmente, sin dalla prima strofa, con le vicende della "dittatura dei Colonnelli" greca che ebbe fine nell'estate del medesimo anno con un'altra disgraziata guerra, quella di Cipro, che portò all'invasione turca e alla divisione dell'isola che tuttora perdura. Forse non insisteremo mai abbastanza sull'importanza che la Rivoluzione dei Garofani ebbe allora per tutta l'Europa antifascista. Anche Moustaki se ne fece interprete, in questa canzone di quello stesso anno. Quando ancora la Spagna era "crocifissa" sotto la dittatura franchista. Quando ancora la guerra nel Vietnam era in corso. Quando il Cile era sotto la tirannia sanguinaria di Pinochet da pochi mesi, e le immagini dello "Estadio Chile" erano ancora negli occhi di tutti. Quando ancora in Grecia si deportavano gli oppositori nelle isole-lager. E si badi bene al termine che il "gradevole Moustaki" usa nella sua canzone: Compagni. [RV]
Oh muse ma complice
Petite sœur d'exil
Tu as les cicatrices
D'un 21 avril

Mais ne sois pas sévère
Pour ceux qui t'ont déçue
De n'avoir rien pu faire
Ou de n'avoir jamais su

A ceux qui ne croient plus
Voir s'accomplir leur idéal
Dis leur qu'un œillet rouge
A fleuri au Portugal

On crucifie l'Espagne
On torture au Chili
La guerre du Viêt-Nam
Continue dans l'oubli

Aux quatre coins du monde
Des frères ennemis
S'expliquent par les bombes
Par la fureur et le bruit

A ceux qui ne croient plus
Voir s'accomplir leur idéal
Dis leur qu'un œillet rouge
À fleuri au Portugal

Pour tous les camarades
Pourchassés dans les villes
Enfermés dans les stades
Déportés dans les îles

Oh muse ma compagne
Ne vois-tu rien venir
Je vois comme une flamme
Qui éclaire l'avenir

A ceux qui ne croient plus
Voir s'accomplir leur idéal
Dis leur qu'un œillet rouge
À fleuri au Portugal

Débouche une bouteille
Prends ton accordéon
Que de bouche à oreille
S'envole ta chanson

Car enfin le soleil
Réchauffe les pétales
De mille fleurs vermeilles
En avril au Portugal

Et cette fleur nouvelle
Qui fleurit au Portugal
C'est peut-être la fin
D'un empire colonial

Et cette fleur nouvelle
Qui fleurit au Portugal
C'est peut-être la fin
D'un empire colonial

inviata da Riccardo Venturi - 14/1/2007 - 18:10




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
14 gennaio 2007
PORTOGALLO

O Musa mia complice,
sorellina del mio esilio
porti le cicatrici
di un 21 aprile [1]

Ma non essere severa
con chi ti ha delusa,
per non aver potuto far niente
per non avere mai saputo

A chi non crede più
che i suoi ideali si realizzeranno
di' che un garofano rosso
è fiorito in Portogallo

La Spagna è crocifissa,
il Cile è torturato
la guerra nel Vietnam
prosegue dimenticata

Ai quattro angoli del mondo
fratelli che son nemici
si spiegano con le bombe
con il furore e il rumore

A chi non crede più
che i suoi ideali si realizzeranno
di' che un garofano rosso
è fiorito in Portogallo

Per tutti i compagni
braccati nelle città
rinchiusi negli stadi
deportati nelle isole

O Musa mia compagna
non vedi venire niente?
Io vedo, come una fiamma
splendere l'avvenire

A chi non crede più
che i suoi ideali si realizzeranno
di' che un garofano rosso
è fiorito in Portogallo

Stappa una bottiglia
prendi la fisarmonica
così che d'orecchio in bocca
voli la tua canzone

Perché, infine, il sole
riscalda i petali
di mille fiori vermigli
d'aprile in Portogallo

E questo nuovo fiore
che fiorisce in Portogallo
è forse la fine
di un impero coloniale.

E questo nuovo fiore
che fiorisce in Portogallo
è forse la fine
di un impero coloniale.
[1] Il colpo di stato militare che aveva portato all'avvento della "dittatura dei Colonnelli" in Grecia era avvenuto, per diretto ordine della CIA, all'alba del 21 aprile 1967. Per tutta la durata del regime fascista greco, sul Canale di Corinto rimaste sistemato un enorme tabellone con una sorta di aquila imperiale che inneggiava a quella data. Nel settembre del 1974, dopo la fine della dittatura e l'arresto dei suoi protagonisti (Papadopoulos, Ioannidis, Gizikis ecc.) il tabellone fu abbattuto a cannonate.

14/1/2007 - 19:27





La versione greca interpretata da Andonis Kaloyannis (1979)
La version grecque interprétée par Andonis Kaloyannis (1979)
Ελληνική ερμηνεία του Αντώνη Καλογιάννη (1979)




Στίχοι: Δημήτρης Χριστοδούλου
Μουσική: Ζωρζ Μουστακί
Paroles: Dimitris Christodoulou
Musique: Georges Moustaki
Testo greco: Dimitris Christodoulou
Musica: Georges Moustaki
ΓΙ' ΑΥΤΟΥΣ ΠΟΥ ΖΗΣΑΝ ΜΟΝΟΙ
(PORTUGAL)

Φωνή μου εσύ πικρή,
εξόριστη αδερφή,
τ’ Απρίλη την πληγή,
πες μου ποιος θα την πει.

Μη ρίχνεις τα φτερά
κι αν σε χτυπούν σκληρά
αυτοί που δεν μπορούνε
να φτάσουνε μακριά.

Γι’ αυτούς που ζήσαν μόνοι,
μεσ’ την άγρια τη σιωπή
ειν’ τ’ όνειρο μεγάλο
και θ’ ανθίσει ένα πρωΐ.

Πονέσαν στη Μαδρίτη,
βογγάνε στη Χιλή
και στο Βιετνάμ το αίμα
πότισε τη γη.

Πατρίδες ξεχασμένες,
στην άκρη αυτού του κόσμου,
διψάνε για μια μέρα,
φωτεινή και λαμπερή.

Γι’ αυτούς που ζήσαν μόνοι,
μεσ’ την άγρια τη σιωπή
ειν’ τ’ όνειρο μεγάλο
και θ’ ανθίσει ένα πρωΐ

Γι’ αυτούς τους ξεχασμένους,
τους μόνους, τους πικρούς
γι’ αυτούς που τρώνε μπόρες
και σκληρούς καιρούς,

Καρδιά μου αγκάλιασέ τους,
μη φεύγεις μακριά,
τραγούδα αυτό που βλέπεις,
στον κόσμο τη χαρά.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 10/9/2016 - 10:56




Lingua: Spagnolo

Versione spagnola di Gustavo Sierra Fernandez
PORTUGAL

Oh musa, mi cómplice,
hermanita de exilio,
tienes las cicatrices
de un 21 de abril.

Pero no seas severa
con aquellos que te han decepcionado,
de no haber podido hacer
o de no haber sabido nunca.

A aquellos que no creen más
ver cumplirse su ideal
diles que un clavel rojo
ha florecido en Portugal

Se crucifica España,
se tortura en Chile,
la guerra de Vietnam
continúa en el olvido.

En las cuatro esquinas del mundo
los hermanos enemigos
se explican con las bombas,
con la furia y con el ruido.

A aquellos que no creen más
ver cumplirse su ideal
diles que un clavel rojo
ha florecido en Portugal

Para todos los camaradas
perseguidos en los pueblos,
encerrados en los estadios,
deportados en las islas.

Oh musa, mi compañera
no ves venir nada
Yo veo como una llama
que ilumina el futuro.

A aquellos…

Descorcha una botella
coge tu acordeón,
que de boca a oído
vuele tu canción.

Pues al final el sol
calienta los pétalos
de mil flores rojas
en Abril, en Portugal.

Y esta flor nueva
que florece en Portugal
es quizás el final
de un imperio colonial…

10/11/2011 - 23:34


Non sapevo del tabellone di Corinto abbattuto a cannonate. Da Corinto cominciai a passarci dopo che tabellone e, quel che conta, i Colonnelli erano già stati sia pur da poco tempo debitamente abbattuti. Probabilmente non si trattava di un'aquila. Se era un simbolo della Giunta, quasi certamente era una Fenice (e questo mi fa venire in mente un gruppo eversivo veneto di estrema destra agli ordini di un ufficiale di cui non ricordo il nome che si chiamava così: proprio negli anni in cui la Grecia viveva la sua ennesima dittatura militare ), la stessa Fenice che si poteva vedere sulle dracme coniate per l'avvento della Repubblica (che, paradossalmente, in greco si dice δημοκρατία). E' probabile che sia così, ma avverto che è solo una mia congettura.

Gian Piero Τesta - 23/6/2009 - 00:45


Ascoltando la canzone mi sono accorto che prima della strofa che comincia con "Débouche une bouteille" c'è una parte cantata in portoghese che non è riportata nel testo

Lorenzo - 23/6/2009 - 14:52


Rispondo a me stesso dopo nove anni: la parte in portoghese è quella che segue ed è una citazione della canzone Fado tropical di Chico Barque (di cui la canzone di Moustaki riprende la musica, adattando le parole agli avvenimenti portoghesi).

Oh musa do meu fado,
Oh minha mãe gentil,
Te deixo consternado
No primeiro abril.

Mas não sê tão ingrata,
Não esquece quem te amou,
E em tua densa mata
Se perdeu e se encontrou


Sul confronto tra le due canzoni si può leggere Fado tropical de Chico Buarque et Portugal de Georges Moustaki. De la dictature de Salazar à la Révolution des œillets au Portugal

Lorenzo - 10/5/2018 - 23:38




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