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Παιδιά της Ελλάδος, παιδιά

Sofia Vembo / Σοφία Βέμπο


Sofia Vembo / Σοφία Βέμπο

Lista delle versioni e commenti


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Paidiá tis Elládos, paidiá
[1940]
Στίχοι: Μίμης Τραϊφόρος
Μουσική: Μιχάλης Σουγιούλ
Πρώτη εκτέλεση: Σοφία Βέμπο

Testo: Mimis Traïforos
Musica: Mihalis Sougioul
Prima interprete: Sofia Vembo



CINQUECENTO CANZONI GRECHE
ΠΕΝΤΑΚΟΣΙΑ ΕΛΛΗΝΙΚΑ ΤΡΑΓΟΥΔΙΑ


Con questa canzone, la "Sezione Greca" (Ελληνικό Τμήμα) delle CCG/AWS raggiunge la sua cinquecentesima canzone.

Fino al 2009, la Sezione Greca di questo sito era sì consistente, ma abbastanza trascurabile. Nel 2009 è comparso su questo sito Gian Piero Testa, il mitico "3497" (dal suo codice d'autore in questo sito, perché di canzoni ne ha anche scritte e parecchie direttamente in greco).

E' soprattutto grazie a Gian Piero Testa (senza dimenticare gli altri, in primis Giuseppina Dilillo la "Pioniera", e poi Alessio Miranda, Max e altri), che la Sezione Greca raggiunge oggi questo traguardo che ne fa una delle prime sei sezioni di tutto il sito.

Gian Piero Testa, purtroppo, non può festeggiare assieme a noi questo traguardo. La mole di materiale che ha inserito e tradotto per il sito è immensa; ancora adesso, parecchie sue "Paginone", come le chiamavamo, sono rimaste inesplorate. Non bisogna scordare che l'abitudine di Gian Piero di inserire album interi in una sola "paginona" fa sì che, in realtà, le canzoni greche presenti nel sito siano molte più di cinquecento. Ma rispettiamo la struttura del sito.

Per festeggiare questo traguardo, abbiamo pensato, per un giorno, di "resuscitare" il grande Gian Piero, che del resto è αθάνατος. Questa pagina è pienamente sua, in quanto formata da un suo commento ad un'antica canzone popolare greca, il Χορός του Ζαλόγγου, inviato il 17 marzo 2009.

Un modo per ricordare, anche a noi stessi, quanto Gian Piero Testa sia ancora presente in questo sito. Anche per questo, la pagina è stata inserita a suo nome. [RV]

pendekosa


Με το τραγούδι αυτό, το Ελληνικό Τμήμα των Αντιπολεμικών Τραγουδιών φτάνει στα πεντακόσια τραγούδια.

Το Ελληνικό Τμήμα αυτής της ιστοσελίδας ήταν, μέχρι το 2009, σημαντικό βέβαια, αλλά σχετικά αμελητέο. Στο 2009 εμφάνηκε στην ιστοσελίδα μας ο Τζαν Πιέρο Τέστα, ο θαυμάσιος "3497" (από τον κώδικά στιχουργίας που τον είχε στα ΑΠΤ, εφόσον ο Τζαν Πιέρο συνέθεσε μερικά τραγούδια και άμεσα στην ελληνική γλώσσα).

Χάρη κυρίως στον Τζαν Πιέρο Τέστα (χωρίς να ξεχάσουμε τους άλλους, κατά πρώτο τη "πιονέρα" Τζιουζεπίνα Ντιλίλλο αλλα καί τον Αλέσιο Μιράντα, τον Μαξ κι άλλους), το Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ έκοψε σήμερα το νήμα αυτό που κάνει απ' αυτό ένα απ' τα πρώτα έξι τμήματα όλης της ιστοσελίδας.

Δυστυχώς, ο Τζαν Πιέρο Τέστα δε μπορεί να γιορτάσει μαζί μας. Η ποσότητα υλικού που την εισέβαλε στα ΑΠΤ, και που τη μετέφρασε γι' αυτή, είναι τόσο μεγάλη, ώστε πολλές απ' τις "σελιδάρες" του, όπως τις λέγαμε, μείνουν ακόμα ανεξερεύνητες. Κι ας μη ξεχάσουμε ότι ο Τζαν Πιέρο συνήθιζε να εισβάλλει ολόκληρα άλμπουμ σε μία "σελιδάρα", και γι' αυτό τα ελληνικά τραγούδια στα ΑΠΤ είναι πολύ περισσότερα από πεντακόσια. Αλλά τηρούμε τη δομή της ιστοσελίδας μας.

Για να γιορτάσουμε σήμερα τα "Πεντακόσια" αποφασίσουμε να "αναστάσουμε" τον μεγάλο Τζαν Πιέρο, που είναι αθάνατος άλλωστε, για μία μέρα. Η ιστοσελίδα αυτή είναι ολόκληρα δική του, εφόσον αποτελείται απ' ένα σχόλιο που το έστειλε τη 17 Μαρτίου 2009 γι' ένα παλαιό ελληνικό λαïκό τραγούδι, το Χορό του Ζαλόγγου.

Σ'αυτόν τον τρόπο θέλουμε να θυμίσουμε, και στους εαυτούς μας, πως ο Τζαν Πιέρο Τέστα είναι ακόμα παρών στα ΑΠΤ. Και γι' αυτό, η σελίδα αυτή εισεβλήθη στο όνομά του. [PB]


 Sofia Vembo


Sofia Vembo, come già detto altrove, può essere stata considerata la "cantante eroina" dell'epoca dell'invasione italiana della Grecia, nel 1940. Interprete di canzoni altamente patriottiche che incitavano i greci a cacciare l'invasore (cosa che avrebbero senz'altro fatto agevolmente senza l'intervento hitleriano), è stata in Grecia una figura rispettata e molto amata. Questa è probabilmente la sua canzone più famosa, scritta nel 1940 da Mimis Traïforos e musicata da Mihalis Sougioul. La Vembo, nata Sofia Bembou a Gallipoli d'Asia Minore e quindi greca della diaspora, s'era fatta musicare questa canzone da un greco egiziano con un cognome arabo.

Non ci sarebbe molto altro da dire su questa canzone, a parte il fatto che vi si nomina l'episodio delle sessanta donne di Zalongo; senonché, c'è da fare presente una cosa assai particolare. La Vembo, non di rado accusata di essere una sorta di istituzione nazionale in Grecia, e di tutte le istituzioni (anche quelle pochissimo presentabili), fu protagonista la sera del 17 novembre 1973 di un episodio che definire nobile è poco.

Già anziana e malata, aprì infatti le porte di casa sua agli studenti del Politecnico in rivolta e in fuga dai carri armati della "Hounta" fascista, stipandola di ragazzi e ragazze che trovarono un rifugio sicuro dato che nemmeno i soldati e gli agenti del regime osavano violare la residenza di un'eroina nazionale (nonché maggiore dell'Esercito Greco). Non solo questo: il giorno dopo, sfidando ancora il regime, la Vembo andò in piazza ad una dimostrazione contro il massacro del Politecnico, cantando proprio questa canzone con voce flebile.

Sostituendo però i primi due versi del ritornello, Παιδιά, της Ελλάδος παιδιά, που σκληρά πολεμάτε πάνω στα βουνά "Figli, figli della Grecia che sui monti combattete duramente" con:

Παιδιἀ της Ελλάδος παιδιά
που σκληρά πολεμάτε μέσα στα τανκς

"Figli, figli della Grecia
che combattete duramente in mezzo ai carri armati".


Fu così che Sofia Vembo si guadagnò l'accusa di essere "comunista". Le venne in aiuto, con una smentita recisa, un personaggio di cui, almeno in questo, era possibile fidarsi: il generale Stylianos Pattakos. [RV]

Μεσ' τους δρόμους τριγυρνάνε
οι μανάδες και κοιτάνε
ν' αντικρίσουνε,
τα παιδιά τους π' ορκιστήκαν
στο σταθμό όταν χωριστήκαν
να νικήσουνε.

Μα για 'κείνους που 'χουν φύγει
και η δόξα τους τυλίγει,
ας χαιρόμαστε,
και ποτέ καμιά ας μη κλάψει,
κάθε πόνο της ας κάψει,
κι ας ευχόμαστε:

Παιδιά, της Ελλάδος παιδιά,
που σκληρά πολεμάτε πάνω στα βουνά,
παιδιά στη γλυκιά Παναγιά
προσευχόμαστε όλες να 'ρθετε ξανά.

Λέω σ' όσες αγαπούνε
και για κάποιον ξενυχτούνε
και στενάζουνε,
πως η πίκρα κι η τρεμούλα
σε μια τίμια Ελληνοπούλα,
δεν ταιριάζουνε.

Ελληνίδες του Ζαλόγγου
και της πόλης και του λόγγου
και Πλακιώτισσες,
όσο κι αν πικρά πονούμε
υπερήφανα ασκούμε
σαν Σουλιώτισσες.

Παιδιά, της Ελλάδος παιδιά,
που σκληρά πολεμάτε πάνω στα βουνά,
παιδιά στη γλυκιά Παναγιά
προσευχόμαστε όλες να 'ρθετε ξανά.

Με της νίκης τα κλαδιά,
σας προσμένουμε παιδιά

inviata da Gian Piero Testa, 17/03/2009 - 10/7/2015 - 18:03



Lingua: Italiano

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.

Versione italiana di Gian Piero Testa
FIGLI, FIGLI DELLA GRECIA

Nelle strade si aggirano
le madri e guardano
se mai incontrino
i figli che giurarono
nel separarsi alla stazione
di riuscire vincitori.

Ma per quelli che se ne sono andati
e sono avvolti dalla gloria,
dobbiamo essere contente,
e nessuna deve piangere,
soffochi ognuna il suo dolore
e insieme preghiamo:

Figli, figli della Grecia
che sui monti combattete duramente
figli, la dolce Madonna
supplichiamo che possiate tornare.

Dico a quante amano
a chi veglia per qualcuno
e sospira,
che il dolore ed il tremore
a una onorata figlia della Grecia,
non si addicono.

Donne greche di Zalongo
della città e della macchia
e donne di Plaka
per quanto amaramente patiamo
ci comportiamo con fierezza
come le donne del Suli.

Figli, figli della Grecia
che sui monti combattete duramente
figli, la dolce Madonna
supplichiamo che possiate tornare.

Con le fronde della vittoria
figli, vi aspettiamo.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 19:43


Grazie Riccardo!
Che viva GPT!
Onore e gloria all'Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa"!
(scusa il tono un po' "marziale" ma oggi è così, troppa Βέμπο e troppa Δημητριάδη...)

B.B. - 10/7/2015 - 20:51


Φίλτατε, intanto io continuo a covare il sospetto che tu abbia imparato già un po' di greco. Ma non temere; io (da quaggiù) e il Testa (da lassù) faremo di te un vero Elleno.

Anche perché Dio è morto, Marx è morto e anch'io non mi sento troppo bene. Il giorno che stiànto (cosa che, peraltro, ho già rischiato di fare...), qualcuno si dovrà occupare dell'Ελληνικό Τμήμα, altrimenti io e il Testa (in quel caso entrambi da lassù) verremo a strapparti le lenzuola e, ciò che è peggio, a cantarti interminabili litanie della liturgia ortodossa (tipo Ἡ ζωή ἐν τάφῳ).

Sotto col greco, φίλτατε!

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 21:09


Μινχιa, ma io di greco non sapevo una beata cippa nemmeno quando facevo il classico! Se fosse uscito greco alla matura nel 1983, beh, oggi sarei ancora là!
Ma questa dell'Ελληνικό Τμήμα che mi viene a strappare le lenzuola è una vera νέμεσις!
Βοήθεια!

B.B. - 10/7/2015 - 21:29


E io pensare che già in prima liceo scrivevo graziosi componimenti in greco classico dove pigliavo per il culo la prof che regolarmente, all'intervallo, si sbrodolava di pane e pomodoro...poi sempre la prof aveva l'abitudine di dire che "gli asini non dovevano entrare in quell'aula" (figlia di un generale piemontese e monarchica a sua volta; se l'avessero sentita Marco Valdo e Lucien Lane!). Così, una volta, presi carta e penna e le scrissi in buon greco attico:

Τῶν ὄνων οὐ καταφρονῶ· ὠφελιμώτατα γὰρ ζῶα εἰς τὸν βίον καὶ εἰς τὸν ἄνθρωπον. Ἀλλὰ χρῆ τοῦτα τὰ ἀκάματα ζῶα μὴ διαβῆναι τὴν θύραν τῆσδε τῆς αὔλης!

“Non disprezzo gli asini: sono, infatti, animali utilissimi per la vita e per l'uomo. Ma occorre che questi instancabili animali non oltrepassino la porta di quest'aula!”

Poi presi il foglio e lo attaccai alla porta. La prof entrò con passo marziale brandendo il foglio, e urlando senza nemmeno indagare chi fosse stato: "Venturi! Sempre lei! Dieci per il greco ma vada fuori di classe e ci resti!"

Mi ricordo quella frase parola per parola a distanza di, facciamo, più di trentacinque anni. Avevo 17 anni. Come ultimo compito in classe prima della maturità (1982) ci ordinò di fare una traduzione in greco di qualcosa a nostra scelta; io le tradussi in greco un articolo sull'ultima partita della Fiorentina (ἡ τῆς Φλωρεντίας ποδοσφαιριστικὴ ὁμάς) e su Antognoni (ὁ Ἀντόγνων, genitivo Ἀντόγνωνος). Salud!

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 10/7/2015 - 21:46




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