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Gilles Servat: L'institutrice de Quimperlé

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Lingua: Francese


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[1971]
Parole di André Servat (il padre di Gilles)
Musica di Gilles Servat
Nel disco intitolato all’autore

Gilles Servat

Quimperlé è una cittadina bretone del Finistère.

“Laveuses à Quimperlé”, dipinto del pittore ottocentesco Frits Thaulow.
“Laveuses à Quimperlé”, dipinto del pittore ottocentesco Frits Thaulow.
Y avait une institutrice
A Sainte-Anne de Quimperlé
Qui n'y voyant pas malice
Epousa un divorcé

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

Elle fut mise à la porte
Sans aucune hésitation
Faut pas de gens de cette sorte
Dans une bonne institution

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

Elle plaida l'institutrice
Devant sa juridiction
Obtint en bonne justice
Sa réintégration

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

Eux, y avait les hypocrites
Les chafouins, les trop nourris
Les foutriquets, les jésuites
Et tant d'autres petits d'esprit

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

Ils lui ont fait des vacheries
Et des tas d'emmerdements
Et lui f'ront des avanies
Jusqu'à ce qu'elle foute son camp

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

Morale:
Il faut se mettre à la colle
Beaucoup de curés le font
Pour garder dans son école
Sa considération

Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits
Vive les culs bénits, ma mère
Vive les culs bénits

inviata da Bernart Bartleby - 14/1/2015 - 12:05


Vorrei precisare che il testo non è stato composto da Gilles Servat (autore della musica) ma da André Servat.

Flavio Poltronieri - 22/6/2015 - 18:54



Lingua: Italiano

Versione italiana di Flavio Poltronieri
L'ISTITUTRICE DI QUIMPERLÉ

C'era una istitutrice
A Sainte-Anne de Quimperlé
Che non vedendo malizia
Sposò un divorziato

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

Fu messa alla porta
Senza alcuna esitazione
Niente gente di questa sorte
In una buona istituzione

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

Lei andò a lagnarsi, l'istitutrice
Davanti alla propria giurisdizione
Ottenne in buona giustizia
La sua reintegrazione

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

Ma c'erano degli ipocriti
Degli astuti, dei pancioni
Dei sempliciotti, dei gesuiti
Dei bigotti bassi d'animo

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

Le hanno fatto cattiverie
Creato delle seccature
E le faranno soprusi
Fino a che non se ne andrà

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

Morale:
Bisogna mettersi a leccare
Molti preti lo fanno
Per salvaguardare nella propria scuola
la loro considerazione

Vivano i culi benedetti,
madre mia
Vivano i culi benedetti

23/6/2015 - 22:11


Ciao Flavio, grazie per la bella traduzione e per la precisazione a proposito della paternità del testo.

Ma André Servat è lo stesso di cui leggo sulla biografia di Gilles, cioè il suo bisnonno paterno, detto "Carrache" (dalla famiglia italiana Carracci, quella dei pittori?), ammaestratore d'orsi, che tentò (e non trovò) fortuna negli USA (per via della morte del suo orso) e che finì i suoi giorni a Saumur nella Loira?

Se così fosse, la canzone è senz'altro precedente al 1971!

Saluti

Bernart Bartleby - 23/6/2015 - 23:03


André è il nome del padre di Gilles che nel disco ha scritto anche un altro testo e cioè "Koc'h ki gwen ha koc'h ki du" che tradotto significa "merda di cane bianco e merda di cane nero" (una canzone che vorrebbe dimostrare la sottomissione del popolo bretone).

Ho notato che l'originale pubblicato nel sito riporta il ritornello "Vive les culs bénits..." mentre nel mio testo recita "Vivent les culs bénits..." (per questo la mia traduzione è "vivano" altrimenti sarebbe stata "viva").

Di alcune delle canzoni possiedo fotocopie dei dattiloscritti originali (dono di Gilles stesso), in questo caso le mie fonti le trovi nell'allegato che ti invio.

Spartito


Come si può leggere il volume di spartiti è stato pubblicato dalle edizioni Chappell S. A. (catalogo Kelenn) Parigi nel 1973 quindi l'anno successivo all'uscita del primo disco di Servat appunto su etichetta Kelenn (Phonogram) c'è perciò una certa ufficialità, ovviamente l'errore umano è sempre possibile, oltretutto la pronuncia in francese di "vive" e "vivent" è uguale per cui il dubbio rimane.

Flavio Poltronieri - 23/6/2015 - 23:07




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