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La tusa d’Usmà

Maltra B-Folk
Langue: italien (Lombardo Varesotto)


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[2008]
Parole e musica di Marco Rampinini
Arrangiamento dei Maltra B-Folk
Nell’album intitolato “Spécian tücc un quaicôss” (Tutti aspettano qualcosa).



La leggenda del Lago di Monate, da http://www.ilvaresotto.it



Una bella fanciulla di Osmate di nome Bianca era innamorata di un soldato che si trovava al fronte. Bianca era fedele al suo innamorato e respingeva senza incertezza qualsiasi altra proposta di matrimonio. Anche quella avanzata dal giovane feudatario che la voleva in sposa. Giovane, bello, ricco e potente chissà quante fanciulle si sarebbero gettate ai suoi piedi per averlo in marito. Ma Bianca non ne voleva sapere. Il giovane non accettò di essere respinto e meditò di vendicarsi quanto prima. Ecco cosa escogitò. Qualche giorno dopo un araldo attraversò il paese leggendo urgentissime "grida" che promettevano la testa mozzata a chi le avesse disattese: era proibito a chicchessia, pena la tortura e poi la morte, di rifornire di acqua Bianca e sua madre.
La povera Bianca fu così costretta ad approvigionarsi alla fonte del Monteggia. Se non che, dopo qualche tempo, la madre della ragazza si ammalò e venne colpita da febbre elevata, il che la portava a bere con una certa frequenza. Bianca, disperata, pensò di andare al castello e supplicare il feudatario di non far cadere sulla madre la punizione che aveva voluto infliggerle per il suo rifiuto.
Giunta al castello, si fece annunciare, entrò nel cortile e si gettò piangendo ai piedi del giovane tiranno che rimase impassibile, a braccia conserte, ascoltando il suo racconto. La risposta del castellano fu secca e spietata: "L'odio genera odio: che qualla strega di tua madre muoia pure assetata!".
La ragazza allora si alzò in piedi e con il busto eretto pronunciò terribili parole che coprirono anche gli ululati del vento: "Che tu sia maledetto! Che siano maledetti tutti coloro che ti stanno vicini e ti sostengono. Per aver negato un sorso d'acqua a una povera vecchia tu morirai dannato e per l'eternità sarai tormentato da una sete insaziabile. Che il cielo ne sia testimone!".
Il temporale si trasformò in uragano e divenne sempre più violento. Nessuno a palazzo si accorse che il pozzo del cortile cominciava a rigurgitare acqua allagando dapprima la corte, poi il castello stesso e infine tutti i suoi possedimenti. All'alba tutto cessò e il silenzio regnava su un nuovo paesaggio: era nato il laghetto di Monate.
Gh’è scià una storia purtada dal vent
che la rimbumba ammô incö tra i gent
Purtà dall’unda sül lagh da Munà:
l’è la leggenda della tusa d’Usmà

La gh’aveva ai pè tütt ul paes,
‘na fila lunga da pretendènt
Ma in dul sô cör gh’eva dumà un post
par ul sô murùs, partì par ul frunt

Ma ul feudatario al vör mia sintì:
“Farò da tütt par menala via cunt mi…
giuièll e cà, un sacch pien da dané
e inscì v’al giürì, la diventarà la mè mié !!”

“Sum lüsingada dii sô attenziun,
E ‘l ma scϋsa se ga disi da no:
Gh’è dumà un omm che mi vöri spusà
che l’è ‘drè a cumbatt luntan da cà”

Ma quand ul diaul alm sa sint rifiϋdà
Al strepa via ul sô vistì durà
Diventa un mustru ch’al cugnôss i to pass
In dii so öcc dumà la vöja da vendicass

“Mai pϋ nissϋn pudàrà salϋdala,
pena la morte dumà a vardàla
Nanca un gôtt d’acqua al ga sarà
par lé, la so mama e ul so pà !!”

E la gent a sintì quei paroll
La dis che ‘l diaul l’è scundϋ in di sô oss
E gh’hann pagϋra, gh’hann pagϋra tϋcc
e da quel dì, la gent ga fa su ‘na crus

I dì camminen pϋsè svelti dul su,
nanca un bϋcer par calmà la sô vus
Ma la sô mama la riéss nanca a fiadà,
dumà un gôt d’acqua al pudaria bastà

Inscì la tusala piang disperada…
“Adèss vo dal feudatario, vo a sϋpplicàl”
Ma ul diaul l’è mia bun da scultà
i parôll bagnà de la tusa d’Usmà

E quand ul mal sbàsa mia giô la testa
e dent’r ul cör te gh’et una grand pressa…
“Ta maledisi, signur dul nagott, ti, ul to castell
e i to fiö !!!”

“Te me negò anca un surs d’acqua fresca
per da a me mama una mort menu mesta
E mi t’al giϋri, par l’eternità,
te riϋsiret mia a truvà la pas !!!”

…Ul ciél sa fa scϋr, sa svalza anca ul vent
in mezz al curtil spunta sϋ una surgent
Che Spϋda acqua… acqua dannàda
che la quata tϋtta quanta la gent…

E anca incö, quand ul lagh al sa sgunfia
e all’orizzonte sa furma una cunca,
Disan ca l’è ul feudatario d’Usmà,
cu’i pé all’inferno,
ch’al verd la buca par dissetàss

envoyé par Bernart Bartleby - 5/9/2014 - 13:32



Langue: italien

Traduzione italiana dal sito dei Maltra B-Folk.
LA RAGAZZA DI OSMATE

Ecco una storia portata dal vento
che risuona ancora tra la gente
Portata dall’onda sul lago di Monate
È la leggenda della ragazza di Osmate

Aveva ai suoi piedi tutto il paese
Una lunga fila di pretendenti
Ma nel suo cuore c’era un posto solo
Per il suo fidanzato, partito per il fronte

Ma il feudatario non ne vuole sapere
“Farò di tutto per portarla via con me…
Gioielli, case e un sacco pieno di soldi
Così, lo giuro, diventerà mia moglie !!”

“Sono lusingata delle sue attenzioni,
e mi vorrà scusare se le rispondo di no:
C’è solo un uomo che voglio sposare
e sta combattendo lontano da casa”

Ma quando il diavolo si sente rifiutato
strappa via i suoi vestiti dorati
diventa un mostro che conosce i tuoi passi
nei suoi occhi solo la voglia di vendicarsi

“Mai più nessuno potrà salutarla,
pena la morte solo a guardarla
Nemmeno una goccia d’acqua vi sarà
Per lei, sua mamma e suo papà !!”

E la gente, sentendo quelle parole
Pensa che il diavolo è nascosto nelle sue ossa
E hanno paura, hanno paura tutti
E da quel giorno decidono di ignorarla

I giorni passano veloci
Nemmeno un bicchiere d’acqua per dare sollievo alla sua voce
Ma la sua povera mamma non riesce nemmeno a respirare
Anche solo un goccio d’acqua potrebbe bastare

La ragazza piange disperata
Adesso vado dal feudatario a supplicarlo
Ma il diavolo non riesce ad ascoltare
Le parole bagnate della ragazza di Osmate

E quando il male non abbassa la testa
E dentro il cuore hai una gran fretta…
“Ti maledico, signore del nulla, tu, i tuoi castelli e i
tuoi figli !!!”

“Mi hai negato anche un sorso di acqua fresca
per dare a mia mamma una morte meno sofferente
ed io te lo giuro, per l’eternità,
Non riuscirai mai a trovare pace !!!”

Il cielo si fa scuro e si alza anche il vento
in mezzo al cortile si forma una sorgente
Che sputa acqua… acqua dannata
Che sommerge tutta la gente…

E ancora oggi, quando il lago si ingrossa
e all’orizzonte si forma una conca
Dicono che è lo spirito del feudatario di Osmate,
Coi piedi all’inferno,
che apre le fauci per dissetarsi

envoyé par Bernart Bartleby - 5/9/2014 - 13:33




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