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Rifacciamo il muro di Berlino

Francesco Baccini
Language: Italian


Francesco Baccini

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(Francesco Baccini)
The Happiest Days of Our Lives / Another Brick in the Wall Part II
(Pink Floyd)
Radio Maria
(Francesco Baccini)


Testo e musica di Francesco Baccini
Album: "Nudo" [1993]



Francesco Baccini è un personaggio decisamente anomalo nel “panorama cantautorale” italiano; anomalo, e certamente disuguale. È il cantautore della leggerezza, ma ha scritto una canzone su Renato Curcio che il diretto interessato, quand’era ancora in galera, non mancò di apprezzare. È il cantautore di Ho voglia di innamorarmi (e chi non si ricorda il ritornello, "Ho voglia di innamorarmi, ho voglia di stare male…”) tratto da un album “intimista” poi da Baccini stesso rinnegato (Nudo, del 1993); ma dallo stesso album proviene anche questa Rifacciamo il muro di Berlino. È autore di canzonette leggerissime, a volte talmente eteree da non lasciar traccia, e di un album come Nomi e cognomi (1992) dove al suddetto Renato Curcio, a Giulio Andreotti e a Radio Maria si affiancano i veleni su Antonello Venditti (che non buttò giù bene la cosa) e quella che è forse la sua canzone più famosa, Margherita Baldacci, la storia di una ragazza qualsiasi, un pezzo indimenticabile che riesce nel non semplice compito di dare, e non poco, da pensare, e, al tempo stesso, di pigliare ferocemente e parodisticamente per il culo quel bieco personaggio di Marco Masini. Insomma, Baccini è davvero Baccini e basta. Non è poco. Non tutte le sue canzoni sono dei capolavori. Ma ci ha quel “qualcosa” che mi faceva spiacere di non aver ancora inserito una sua canzone in questo sito.

Paradossalmente, ma non troppo, lo spunto me lo ha dato una canzone che era stata inviata in approvazione, e che non è stata approvata. Una canzone sul muro di Berlino. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come, le ‘Canzoni contro la guerra’ non approvano una canzone sul Muro? Sul simbolo stesso della guerra fredda?”; il fatto, però, gli è che era la canzoncina di un bel fascistone, peraltro già rappresentato qui dentro (anche noi ci permettiamo qualche sana contraddizione, ogni tanto). Però basta. D’accordo le sane contraddizioni, a condizione che non si calchi la manina più del dovuto. Questo sito ha sempre avuto l’esigenza e il desiderio di non avere prosciutto negli occhi, e certamente le malefatte a base di guerra, di oppressione e di repressione dei regimi stalinisti di mezzo mondo non sono mai state sottaciute né in qualche modo giustificate (ci mancherebbe altro); ma è anche espressione di persone che, sia detto nel modo più semplice e chiaro possibile, non accettano come controparte il fascismo, neppure quando si mette a “cantautorare”. Non siamo “neutrali”, né abbiamo desiderio di fare violenza a noi stessi o di creare confusioni. Quel che c’è già dentro, c’è già dentro; ma nessuna, e ripeto nessuna, canzone proveniente da una certa area verrà più approvata. Spero di essere stato definitivamente chiaro. Chi desidera divulgare canzoni di un certo tipo e di certa gente, si faccia un apposito sito oppure sfrutti quelli già esistenti (ce ne sono, ce ne sono).

E così, con in mente queste cose, mi son risovvenuto di questa vecchia canzone di Francesco Baccini dal titolo “leggermente” provocatorio. Siamo nel 1993; il Muro è caduto da pochi anni, ma già, nel rigurgito di grande “libertà occidentale” (=mercato, liberismo, razzismo, disuguaglianze sociali &c.) susseguente alla sua caduta, si cominciano a vedere gli “effetti collaterali”, gli stessi di cui s’era ancor prima accorto alla perfezione Fabrizio de André, pure lui genovese, ne La domenica delle salme. Sarà un caso che il neonazismo sia fiorito proprio nei territori della ex Germania Est, o DDR che dir si voglia? Sarà un caso che nella Germania “wiedervereinigt” la cosa sia pian piano divenuta una sorta di ipocrita “emergenza nazionale”, quando nella Germania occidentale una buona parte della società portante, dalla politica alla grande industria, proveniva diritta e impunita dal nazismo (si pensi alla Bayer, ex IG-Farben, si pensi alla Volkswagen, si pensi alla CDU, il partito bavarese “democratico cristiano” del nazista Franz-Josef Strauss, si pensi allo SS Hanns-Martin Schleyer presidente della Confindustria, si pensi ai conti col passato mai voluti fare e rimossi, a parte da qualche intellettuale o scrittore e da un pugno di ragazzi nel ’68 e dintorni). Considerando queste “cosette”, forse si riesce a capire meglio anche il titolo ed il contenuto di questa canzoncina di Baccini, nel cui testo si cita non a caso Auschwitz, o Canzone del bambino nel vento del “quasi omonimo” Francesco Guccini.

Non ritengo che il Muro di Berlino sia stata una bella cosa. Tutt’altro. Però ho anche sotto gli occhi quel che è venuto dopo la sua caduta, e neppure questa è una bella cosa. Uno dei primi atti della “Grande Germania” riunificata di Helmut Kohl è stato quello di soffiare un bel po’ sul fuoco per crearsi un orticello economico; e sono state le guerre jugoslave (“Con mitra Deutsche Bank”, fa opportunamente notare Ivan della Mea in Rom Tiriac Rom (Tor de' Cenci)). No, non siamo quelli dell’ Ich bin ein Berliner del guerrafondaio John Fitzgerald Kennedy, quello del mancato sbarco alla Baia dei Porci, poi (come molti guerrafondai, dai quattro di Monaco del 1938 a Begin e Shimon Peres), fatto buffamente passare come “uomo di pace”: ma quale pace? Ma non fateci ridere. Il muro di Berlino è figlio di una guerra calda ancor prima che di quella fredda. È il frutto degli accordi di tre signori che a Yalta si spartirono il mondo (dimenticavo: uno di quei tre signori, tale Josif Vissarionovič Džugašvili, più noto come “Stalin”, non molti anni prima aveva stretto un patto con la Germania nazista; mal gliene incolse). La sua caduta non ha portato nessuna vera pace, bensì la “pace terrificante” di questo mondo sempre più schifoso. [RV]

Cade il Muro di Berlino
Cade il Muro di Berlino
Another brick in the wall

Stanotte inizierò da solo
fa freddo qui a Berlino est
è dura fare il carpentiere
e sopravvivere agli skin-heads
Ho già parlato coi compagni
polacchi, italiani ed ebrei
faremo i turni di lavoro
fino alla mattina alle sei

Facciamo il Muro di Berlino
Adolfo non ritornerà,
facciamogli scoppiare un casino
e tutto il mondo canterà...

“Another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall”

La Grande Germania credeva
che ci fossimo dimenticati
di dieci milioni di amici
allegramente carbonizzati,
ad Auschwitz c’era la neve
e c’era pure mio padre
gli han dato un biglietto di andata
ma il ritorno l’ha dovuto inventare.

Facciamo il Muro di Berlino
il Terzo Reich non tornerà
facciamogli ingoiare il casino
e tutto il mondo canterà...

“Another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall”

Indiana Jones certo ha ragione
certe cose sono tabù,
tu le rompi e la maledizione
ti prende e non ti molla più
ma forse siamo ancora in tempo
anche se a qualcuno non piacerà
ragazzi prepariamo il cemento
e muriamo la stupidità

Facciamo il Muro di Berlino
non siamo reazionari però
i crucchi ci faranno un festino
che finiremo K.O.

Vogliamo il Muro di Berlino
facciamolo per carità
di scemi ce n’è al mondo un casino
li porteremo tutti là

“Another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall,
another brick in the wall”

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/9/15 - 04:09



Language: French

Version française – REFAISONS LE MUR DE BERLIN – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Rifacciamo il muro di Berlino – Francesco Baccini - 1993
REFAISONS LE MUR DE BERLIN

Tombe le Mur de Berlin
Tombe le Mur de Berlin
“Another brick in the wall”

Cette nuit, je commencerai seul
Il fait froid ici à Berlin Est
C'est dur d'être charpentier
Et de survivre aux skin-heads
J'ai déjà parlé avec les camarades
Polonais, Italiens et Juifs
Nous prendrons notre tour de travail
Jusqu'à six heures du matin.

Nous faisons le Mur de Berlin
Adolf ne reviendra plus
Faisons sauter ce foutoir
Et tout le monde chantera...

« Another brick in the wall,
 Another brick in the wall,
 Another brick in the wall »

La grande Allemagne croyait
Que nous avions perdu de vue
Dix millions d'amis
Allègrement carbonisés.
À Auschwitz, il y avait la neige
Et il y avait aussi mon père
Ils lui ont donné u n billet aller
Mais le retour, il a dû l'inventer.

Faisons le Mur de Berlin
Le Troisième Reich ne reviendra pas
Faisons-lui avaler tout ce bordel
Et tout le monde chantera...

« Another brick in the wall,
 Another brick in the wall,
 Another brick in the wall »

Certes, Indiana Jones a raison
Certaines choses sont taboues,
On les brise et la malédiction
Vous prend et ne vous lâche plus
Mais peut-être est-il encore temps
Même si cela ne plaira pas
Les gars, préparons le béton
Et murons la stupidité.

Faisons le Mur de Berlin
Nous ne sommes pas réactionnaires
Pourtant les Chleuhs nous feront une fête
Que nous terminerons K.O.

Nous voulons le Mur de Berlin
Refaisons-le par charité
Il y a un tas d'idiots dans le monde
Nous les amènerons tous là.

« Another brick in the wall,
 Another brick in the wall,
 Another brick in the wall »
« Another brick in the wall,
 Another brick in the wall,
 Another brick in the wall »

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2010/3/5 - 13:58


Caro Riccardo, ci conosciamo benissimo visto che sono un tuo collega con la passione per le lingue strane, anni fa ci vedemmo e ci incontrammo diverse volte, penso non avrai difficoltà a ricordarti di chi sono... ti ricorderai anche che, tra le tante cose che abbiamo in comune, ce n'è anche una che ci vede decisamente alternativi, e cioè la politica: al tempo stesso, sai bene che detesto gli estremismi di qualunque parte ed i regimi di qualunque segno. Non è mia intenzione interferire con il tuo legittimo sito che del resto dichiara apertamente di non essere neutrale, mi permetto però di farti notare che indicare una canzone dal titolo "Rifacciamo il muro di Berlino" in una lista di canzoni contro la guerra non mi pare molto azzeccato, tu stesso ammetti che il muro di Berlino non sia stato una bella cosa ed io penso anche che si debba abbandonare ogni ambiguità e dire chiaramente se doveva cadere o era meglio che rimanesse in piedi. Io personalmente non ho dubbi sulla risposta, dieci dittature comuniste ad est non sono cadute per caso e niente che possa essere successo dopo le giustifica a mio modesto parere. Un caro saluto.

La voce critica - 2007/3/30 - 16:44


Carissimo, ovviamente ti ho...individuato immediatamente (sia per il riferimento alle -numerose- lingue strane, sia per quello all'alternativa politica) e colgo l'occasione per salutarti. Ma vado immediatamente "in medias res".

Questo sito è, diciamo, particolare. Non è "neutrale", ma non è fatto soltanto da me; le posizioni del webmaster e degli altri amministratori, a volte, non coincidono affatto con le mie. Ed è benissimo che sia così, perché ciò si riflette ogni giorno in quel che ci mettiamo dentro. Così, ad esempio, avrai notato che ho posizioni nettamente e radicalmente anticlericali, ma ci trovi non so quante canzoni sicuramente di provenienza religiosa. Oppure potrai immaginare quale sia la mia posizione sul conflitto israelo-palestinese, eppure io stesso ho inserito non so quante canzoni israeliane e traduzioni in ebraico. E così via. C'è davvero tutto e il contrario di tutto, e ritengo che sia una ricchezza. Spesso e volentieri io stesso ho inserito testi del tutto contrari al mio modo di pensare, e lo ritengo un esercizio utilissimo; magari, poi, inserendo dei commenti "ad hoc", ma ciò non toglie che il principio basilare di questo sito sia accogliere tutto o quasi. Dico "quasi" perché mi è (e ci è) capitato di respingere qualcosa; ma sono casi molto rari.

Tutto questo per dirti che, a mio parere, il tuo intervento non ha molta ragion d'essere; o meglio, lo ha esclusivamente tenendo conto del fatto che -forse- non hai ancora eccessiva dimestichezza con questo sito. Se tu la avessi, ti saresti accorto che il qui presente ha inserito (e spesso anche tradotto, specie dal tedesco) canzoni che parlano del Muro di Berlino in termini decisamente inequivocabili. La risposta alla tua domanda è quindi già contenuta, "an sich", nel sito stesso. Ti posso aggiungere che detesto i muri di qualsiasi tipo, che siano a Berlino, in Palestina, al confine tra USA e Messico, a Gorizia, dovunque. I muri devono essere semplicemente abbattuti, e per quel che mi riguarda potrebbero essere abbattute frontiere, confini e tutto il resto anche senza che abbiano nessun muro sopra. Questo vale per i muri e per le barriere "fisiche", sia per muri e barriere ben più subdole, quelle che abbiamo dentro di noi. Ma nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà.

Con questo, vorrei dirti che forse non hai letto neppure con eccessiva attenzione anche il commento che ho scritto a questa canzone di Francesco Baccini. Ti invito a rileggertelo con maggiore attenzione, sia il commento, sia il testo della canzone. Le risposte sono già tutte lì, anche perché questa canzone, volutamente provocatoria a partire dal titolo, in realtà di tutto parla...fuorché del Muro di Berlino in sé. Parla, casomai, di quel che è venuto dopo. C'è a chi piace, e a chi non piace. Ci sono cose da considerare, e le cose da considerare hanno il maledetto vizio di non tendere mai da una parte sola. Poi, ognuno si fa la sua idea; ma, per farsela, non bisogna mai fermarsi alle apparenze. E', in sintesi, quel che ti invito a fare.

Ancora cari saluti!

Riccardo Venturi - 2007/3/31 - 01:50


Une belle chanson italienne qui parle du Mur..., qu'il disait...
Juste un rappel, mon ami Lucien l'âne, juste un rappel... Le Mur est tombé, certes, mais que d'un côté... Du côté bureaucratique, du côté formel, mais qu'attend-t-on pour faire tomber l’autre côté, le côté de l'exploitation, le côté du profit...

À voir ce qui se passe actuellement, c'est terrifiant cette chute du Mur... Cette Europe de la terreur financière, des chômeurs, de la destruction systématique du domaine public, cette Europe de la concurrence qui ravage tout, cette Europe de la privatisation, cette Europe des salaires de plus en plus bas, des pensions réduites, des emplois précaires, cette Europe des actionnaires, cette vassale du capital... Cette Europe qui se prosterne aux pieds du Veau d'Or. Les Grecs sont les premiers à la subir, mais si on n'y prend garde, on y passera tous. Cette Europe qui ruine les pauvres et renfloue les riches... Cette Europe à la devise insupportable de l'Arbeit macht frei, du Travail rend libre. Il est temps en effet d'y mettre fin et de refaire le Mur pour protéger les populations de l'esclavage et de la rapacité des riches... Manière comme une autre, dans cette Guerre de Cent Mille Ans, de tisser le linceul de ce vieux monde exploiteur, rapace, arrogant, avide et cacochyme.

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.

Marco Valdo M.I. - 2011/6/10 - 18:10




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