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Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio

Giorgio Canali & Rossofuoco
Language: Italian


Giorgio Canali & Rossofuoco

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Related Songs

Fischia il vento
(Felice Cascione)
È sempre 25 aprile
(Yo Yo Mundi)
Figli di Nessuno
(Anonymous)


[2010]
Edito su rockit.it
Poi in "Fatevi fottere" (2012)



Settembre 2010
Da Rockit, Volume 21

Nei testi di Canali la politica ha un ruolo centrale, ma non per questo Canali deve essere considerato un cantante schiettamente ideologico, come invece poteva dirsi - almeno per quanto concerneva l'iconografia - dei CCCP Fedeli alla linea. Al contrario, lontano dalla lotta di palazzo, Canali parla di una politica respirata per le strade, vissuta sulla pelle dei più deboli o di chi, più semplicemente, non condivide derive autoritarie.



Si tratta di una visione politica piena di fierezza partigiana, anarchica, incendiaria, come espresso nella canzone Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, in cui viene citato un personaggio realmente esistito nella Resistenza, il Colonnello Valerio alias Walter Audisio, ovvero l'esecutore materiale della fucilazione di Benito Mussolini.

Il testo è incentrato sulla situazione creatasi dopo la conclusione della Resistenza: viene descritta un'Italia non ancora libera, nella quale i fascisti sono rimasti impuniti. Scritta in occasione dell'uscita della compilation Materiali resistenti, prodotta per la festa del 25 aprile del 2010, venne esclusa da quest'ultima in quanto contenente due bestemmie.
Tale motivazione ufficiale appare tuttavia poco convincente, in quanto le due espressioni in oggetto erano artisticamente coerenti col violento sentimento di rabbia descritto nel testo. Non a caso anche lo stesso Canali ironizzava sul punto, affermando sarcasticamente che la canzone sarebbe stata esclusa "perché a nessuno piace come suona 'sta cazzo di armonica", come affermato nell'esibizione live di Frigento del 14 agosto 2010. La vera motivazione, in verità, pare identificabile nell'estrema distanza tra la visione di Canali ed il buonismo della "memoria condivisa".

da Wikipedia

Fischiava il vento
nella canna del fucile,
rossa primavera
alla fine di Aprile.

Poi venne Maggio,
l'ordine di disarmarci.
Caro Valerio,
non dovevamo fermarci.

Non dovevamo fermarci,
si doveva continuare,
si fa con lo schioppo
l'unità nazionale!

Mandando ogni uomo
vestito di nero
prete, fascista o sbirro del re
al cimitero

E invece sono ancora tutti là
con i sorrisi smaglianti,
sono là i figli e i nipoti
vincenti e arroganti.

Un proiettile a testa
caro il mio colonnello,
e non smettere di giocare
proprio sul più bello.

E a chi voleva la libertà
cosa gli diciamo?
Ai compagni morti per niente
cosa raccontiamo?

Che un pelato appeso a testa in giù
poteva bastarci.
Caro Valerio,
non dovevamo fermarci.

Ma porco dio, madonna ladra,
non dovevamo fermarci!

Contributed by PABLO - 2013/3/11 - 17:08



Language: English

English version / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio:
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 28-4-2024 23:10



“La cosa veramente divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più spavaldi, erano leoni, anche se solo per un giorno. Rivendicavano la loro identità senza paura di essere accusati di essere traditori e assassini della patria. Oggi, invece, hanno paura di definirsi, di rivendicare la loro fede”, scrive l’attore, che è anche direttore artistico del concertone del Primo Maggio di Taranto, nel post. E poi, si legge ancora: “Tradiscono la loro identità giurando sulla Costituzione antifascista e poi per stare seduti sulla poltrona diventano campioni della super Cazzola, cintura nera di arrampicata sugli specchi”. Infine: “Lo dico sinceramente: non ci sono più i fascisti di una volta. Solo pecore. Ecco cosa sono i fascisti di ieri che sono diventati i governanti di oggi. Meglio una vita da pecora che un giorno da leoni. Viva la Resistenza”. - Michele Riondino, 28 aprile 2024.


Comrade Lazlo’s Letter to Colonel Valerio

The wind whistled [1]
Into rifle barrels,
In the red spring
At the end of April.

And then May came,
And the order to disarm us.
Valerio, my dear comrade:
We wouldn’t have to stop.

We wouldn’t have to stop,
We would have to go on.
National unity is made
By the force of guns!

We’d have to put all guys
Who are dress’d in black,
Priests, fascists, king’s cops
Into their black graves

But all of them are still here
With their dazzling smiles,
Their victorious, arrogant
Children and grandchildren.

Just one bullet each,
My Colonel [2], my dear,
And yet, we stopped playing
Right at the best moment.

And now, what shall we say
To them, who wanted freedom?
And now, what shall we tell
Our comrades, dead for nothing?

We’ll tell them: a baldpate hanging
Upside down has been enough.
Valerio, my dear comrade,
We wouldn’t have to stop.

Holy shit! Fucking hell!
We wouldn’t have to stop. [3]

[1] Reference is made here to Fischia il vento, the well known Italian partisan song.

[2] The song is addressed to Walter Audisio, Colonel Valerio by his nom-de-guerre, the partisan chief credited to have executed Benito Mussolini and his mistress Claretta Petacci in Giulino di Mezzegra on April 28, 1945.

[3] The blasphemies in the Italian text are much stronger than in English, true class A profanities quite uncommon to be uttered in any songtext written in Italian.

2024/4/28 - 23:07




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