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Le chômage

Eugène Pottier
Lingua: Francese


Lista delle versioni e commenti


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(Eugène Pottier)
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(Eugène Pottier)


Versi di Eugène Pottier, dai Chants ‎révolutionnaires, 1908, seconda edizione.‎

‎Léon Cladel‎


Con dedica “À Léon Cladel” (1834-1892), scrittore. Simpatizzante della Comune, benchè non vi ‎avesse ricoperto ruoli importanti, Cladel rischiò di finire fucilato dai soldati di Thiers. Scampato a ‎‎La semaine sanglante, lo scrittore dedicò parecchie sue opere a quel periodo: “Trois fois maudites” (1876) – che ‎gli valse l’arresto e la prigione – “Les Va-nu-pieds” (1883), “Revanche” (1887), “Urbains et ‎Ruraux” (1890) e, soprattutto, “I.N.R.I.” , il suo romanzo forse più importante, scritto tra il 1872 e ‎la morte e pubblicato postumo solo nel 1931.‎

 Le Chômage, dipinto di Louis-Adolphe Tessier, ‎‎1886, Museo della Belle Arti, Angers.‎
Le Chômage, dipinto di Louis-Adolphe Tessier, ‎‎1886, Museo della Belle Arti, Angers.‎



chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.
Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants rèvolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎


Mon patron n’a plus d’ouvrage
Et nous n’avons plus de bois :
C’est l’hiver, c’est le chômage.
Toutes les morts à la fois !

Pas un pouce de besogne.
Il neige : le ciel est gris ;
À chaque atelier je cogne,
J’ai déjà fait tout Paris.
Plus de crédit, rien à vendre
Et le loyer sur les bras.
Partout on me dit d’attendre,
Et la faim qui n’attend pas !

Des riches (Dieu leur pardonne !)
M’ont dit souvent : Mon ami,
Il faut, quand l’ouvrage donne,
Faire comme la fourmi !
Épargner ? Mais c’est à peine
Si l’on gagne pour manger :
Quand on touche sa quinzaine,
On la doit au boulanger.‎

La nuit est dure aux mansardes ;
Pas de soupers réchauffants ;
La mère en vain de ses hardes
Couvre le lit des enfants.
Les petites créatures
Hier ont bien grelotté.
Dire que nos couvertures
Sont au mont-de-piété !

L’autre hiver, mon cœur en crève,
J’ai perdu le tout petit ;
C’est rare qu’on les élève
Quand la mère a tant pâti.
Avant peu, je dois le craindre,
Nos deux jumeaux le suivront…
Après tout, les plus à plaindre
Ne sont pas ceux qui s’en vont !

Combien, chargés de famille,
Qui boivent pour s’étourdir !
Mon aînée est une fille,
J’ai peur de la voir grandir.
Dieu veuille qu’elle se tienne,
Car, à seize ans, pour un bal,
Pour une robe d’indienne,
Une enfant peut tourner mal !

Je ne veux plus, quand je marche,
Le soir, passer sur le pont,
À l’eau qui gémit sous l’arche,
Quelque chose en moi répond :
Dans ton gouffre noir, vieux fleuve,
Est-ce l’homme que tu plains ?‎
Avec tes soupirs de veuve
Et tes sanglots d’orphelins !

Mon patron n’a plus d’ouvrage
Et nous n’avons plus de bois :
C’est l’hiver, c’est le chômage,
Toutes les morts à la fois !‎

inviata da Dead End - 7/1/2013 - 12:21



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
8 gennaio 2013

pauvchom
SENZA LAVORO

Il mio padrone non ha più lavoro
e noi non abbiamo più legna :
è inverno e siamo senza lavoro.
Ogni morte al tempo stesso!

Manco una minima occupazione.
Nevica; il cielo è grigio.
Busso a fabbriche, a officine;
mi son già fatto tutta Parigi.
Niente più credito, nulla da vendere
e c'è in ballo anche l'affitto.
Dovunque mi dicon d'attendere,
ma la fame non attende!

Dei ricchi (Dio li perdoni!)
mi han detto sovente: Amico mio,
bisogna, quando c'è lavoro,
fare come la formica!
Risparmiare? Ma è già abbastanza
se si guadagna solo per mangiare:
quando ti pagan la quindicina
bisogna darla tutta al fornaio.

La notte è dura nelle soffitte;
niente pasti che ti riscaldano.
La madre invano coi suoi stracci
copre il letto dei bambini.
Quelle piccole creature
ieri hanno tremato tanto;
e dire che le nostre coperte
sono al monte di pietà!

L'altro inverno, mi si spezza il cuore,
ho perso mio figlio più piccolo;
è raro che si riesca a crescerli
quando la madre ha patito tanto.
Tra poco, ne ho proprio paura,
i nostri due gemelli lo seguiranno...
Dopo tutto, quelli più da compatire
non sono quelli che se ne vanno!

E quanti che tengono famiglia
bevono per stordirsi!
Ho una figlia più grande
e ho paura di vederla ingrandire.
Dio voglia che si trattenga
perché a sedici anni, per un ballo
o un vestito di tela indiana
una ragazza può finire male!

Non voglio più passar sul ponte
mentre cammino di sera;
all'acqua che geme sotto l'arcata
risponde qualcosa dentro di me:
Nel tuo nero gorgo, vecchio fiume,
è l'uomo che compatisci?
Coi tuoi sospiri da vedova
e coi tuoi singhiozzi da orfano!

Il mio padrone non ha più lavoro
e noi non abbiamo più legna :
è inverno e siamo senza lavoro.
Ogni morte al tempo stesso!

8/1/2013 - 12:28




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