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Per non dimentiCARLO

Quarantena
Language: Italian



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[2011]
Testo e musica dei Quarantena
Lyrics and music by Quarantena
Paroles et musique de Quarantena
Worte und Musik von Quarantena
Letra y música de Quarantena


La musica delle Case Minime
di Riccardo Venturi (e della sua area cani)


Quarantena


I Quarantena, che vedete sopra nella foto, sono tre ragazzi delle Case Minime di Rovezzano, a Firenze; a malapena faranno sessant'anni in tre. Le Case Minime non sono un bel posto, e credetemi perché le conosco bene; in una città francese, si chiamerebbero un quartier sensible. E' un quartiere di case popolari addossate alla ferrovia per Roma, tanto addossate da averci praticamente il treno in casa; costruite negli anni '50, sono praticamente nate già vecchie. Attualmente sono un quartiere sottoproletario, ad "alta densità" di ogni cosa, tra cui quella di occupanti di case; lì, le case, la gente se le è sempre andata a prendere, senza aspettare la burocrazia comunale e le assegnazioni. E' un quartiere, come tutte le banlieues, dove il degrado sociale e economico non è un'astrazione giornalistica; ed è un quartiere che, al tempo stesso, ha sviluppato un modo di vivere tutto suo. Se a Firenze si vuol dire a qualcuno che ha dei modi, diciamo, non particolarmente fini e eleganti, gli si dice: "Ma che vieni dalle Case Minime?"; eppure, a mio modestissimo parere, la finezza e l'eleganza di chi ci abita si esprime in modi che la gente perbene non riesce a cogliere. La gente perbene non ci entra nemmeno, alle Case Minime; fa fatica a entrarci anche la Polizia, che ovviamente è tutt'altro che amata. Tipo quando c'è da fare uno sgombero o uno sfratto esecutivo: in dieci minuti arriva tutto il quartiere. E la Polizia, dopo un po', se ne va. Zitta zitta. In questo modo c'è gente che è da vent'anni sotto sgombero, con figli adolescenti (tipo i ragazzi della foto) che sono nati già sfrattati. Il resto ve lo lascio immaginare, nel bene e nel male; questo il mondo di Via di Rocca Tedalda, la via delle Case Minime. Si chiama così perché, sulla collina che la sovrasta, si vede un antico castello (la Rocca Tedalda, appunto). Al bar delle Case Minime, gestito in cooperativa dagli abitanti e davanti al quale sono avvenuti almeno un paio di omicidi negli ultimi 15 anni, hanno fatto una stupefacente iniziativa. Delle magliette, in tutto e per tutto identiche a quelle del famoso "Hard Rock Café"; solo che, al posto di "Rock", ci hanno scritto "Rocca". Hard Rocca Café - Case Minime. Poi ci sono la ludoteca, il Penny Market, il capolinea del bus 14 (via Ripa angolo via Rocca Tedalda), il campo nomadi, le panchine, il 75% di disoccupazione giovanile, le ragazzine che la danno per 5 euro, il PCI che aveva a suo tempo il 64% dei voti, qualcuno che a suo tempo ha fatto la lotta armata, immigrati dai quattro angoli del mondo, l'area cani che spero un giorno mi sarà intitolata (ne ho fatto richiesta ufficiale: "Area Cani Riccardo Venturi", sarà un piacere essere ricordato con tante cacate giornaliere), e il Fondo Comunista.

Il Fondo Comunista si chiama così perché è un fondo di magazzino. Esiste da più di vent'anni ed è, naturalmente, sotto sgombero; il Comune lo rivorrebbe e manda ordinanze e fabbri a cambiare le serrature. Regolarmente, dopo mezz'ora, ricompariamo con tronchesi, flessibili e quant'altro, e ci si rimettono le serrature nostre. E così via. Quando arriveranno a murare gli ingressi, si arriverà coi picconi. E ricosì via finché non si arriverà a una nuova "Operazione Apache"; sì, perché le Case Minime hanno avuto, a Firenze, il "privilegio", qualche anno fa, di un'operazione di polizia intera, con tanto di truppe meccanizzate all'alba, retate nelle case, gente faccia al muro in piazzetta e quant'altro. Finita, naturalmente, nel nulla. Avevano bisogno di un po' di scena, quei signori; dovevano far vedere che "lo stato c'era". Sapete dov'è andato a finire tutto questo? Su delle magliette fatte apposta per prenderli per il culo. Le magliette "Operazione Apache" le vende Sirio, il figlio della Marinella. E la Marinella io la adoro, ma questi sono affari miei e me li tengo.

Se avete cliccato sul link, avrete visto che il 1° maggio si è svolta al Fondo, come tutti gli anni, la grande festa per il 1° maggio. Il Primo Maggio, alle Case Minime, è ancora una cosa seria. E' la festa della disoccupazione, del precariato, della disperazione e della speranza zero; quindi ci viene una caterva di gente. E si mangia, si balla, si canta e si suona; ci si sono visti, negli anni passati, Alessio Lega, Davide Giromini e Pino Masi. Pino Masi ve lo metto qui sotto, mentre canta Liberare tutti, così vedete anche il Fondo e la Piazzetta; e cantare "Liberare tutti" alle Case Minime non è cosa da poco. Alle Case Minime la galera l'hanno conosciuta parecchi, e altrettanti la stanno conoscendo.



Quest'anno, invece, c'erano i Quarantena. Preceduti dal Nano col suo rap; il Nano è un altro ragazzo delle Case Minime. Perché le Case Minime, come tutte le periferie del mondo, la propria musica se la fanno da sole. Magari a Bellariva, a 1 km da lì, non li conosce nessuno; ma alle Case Minime sono i re. Pioveva a dirotto, il 1° maggio; la festa di solito si fa nella Piazzetta. La Piazzetta, detta anche "Piazzetta del Fondo" e dove sorge l'area cani che un giorno mi sarà dedicata con le relative cacate, è quel posto dove, sul muro della ferrovia, i "writers" delle case minime hanno dipinto con le bombolette il capolavoro che segue:

rovezzao


Pioveva come Iddio la mandava, e allora è scattato il piano di emergenza: tutti sotto al portico condominiale. In oltre 200, con tavoli, bambini, vecchi, cani, strumenti musicali e tutto il resto. Figuratevi se alle Case Minime si fanno spaventare da due gocce d'acqua; s'è scontato l'anno scorso, che c'erano 33 gradi e s'andava via di capo dal caldo. Ed ecco che arrivano i Quarantena e il loro Case Minime Ska Rock, acclamati dai coetanei dei quali eccovi uno specimen mentre sono nella febbrile attesa:

fondo


Ecco che arrivano mentre diluvia e l'intero impianto elettrico rischia di cortocircuitare. Si cominciano a sentire suoni strani, rutti vocali e elettronici, berci, ruggiti leonini, stridori tipo frenata di un bus sovietico del '54, urletti di ragazzine; ma chi sta scrivendo non appartiene a quell'età. Non appartiene a quell'età, ma fa in tempo, prima di scappare a mettere i salvo i propri timpani, a percepire che uno dei ragazzi sta dicendo che il primo brano parla di Carlo Giuliani. E fa un rapidissimo calcolo: quando Carlo è stato ammazzato a Genova, quei ragazzi erano sì e no bambini di 10 anni. A distanza di dieci anni, per il loro ska delle Case Minime, hanno voluto ricordare un ragazzo come loro. E cessa ogni altra considerazione, e viene voglia soltanto di abbracciarli tutti, e di dire loro grazie. La Piazzetta diventa Piazzetta Carlo Giuliani, ragazzo.

Alla fine dell'esibizione, mi avvicino e chiedo loro se, per caso, hanno il testo della loro canzone su Carlo. Me lo consegnano, stupiti e anche contenti, in una forma altamente tecnologica (strappando, cioè, un fogliaccio scritto con la biro da un quaderno bisunto):

quaratext


Ed è così che nasce questa pagina. Così i Quarantena delle Case Minime entrano nello stesso villaggio abitato da Bob Dylan, dai Rage Against The Machine, da Agnese Ginocchio, da Karel Kryl, da Fabrizio De André, da Giuseppe Verdi, da Mikis Theodorakis e da altri ragazzi come loro. E, con loro, le Case Minime e la loro musica, che è musica di un posto che non ce la farà, per quanto ce la metta tutta, a rubare loro la vita e i vent'anni.
Ti ricordi quel giorno al G8?
Era alta la voglia di riscatto
All'improvviso il rumore di uno sparo
Tra la folla girava la notizia
Non può essere vero
Hanno ammazzato Carlo!
Hanno ammazzato Carlo!
Hanno ammazzato Carlo!
L'hanno ammazzato

Manifestanti in preda al panico
La repressione col manganello
E quel ragazzo morto sul cemento
Tra la folla girava la notizia
Non può essere vero
È stato uno sbirro!
È stato uno sbirro!
È stato uno sbirr!
È stato uno
SBIRRO!

Contributed by Riccardo Venturi - 2012/5/3 - 23:33




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