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Serge Gainsbourg & Jane Birkin: Je t'aime... moi non plus

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Lingua: Francese


Lista delle versioni e commenti


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[1967]
Scritta da Serge Gainsbourg nel 1967 e interpretata con la Brigitte Bardot che poi, a causa del marito Gunter Sachs (forse geloso, forse solo preoccupato dello scandalo che la canzone avrebbe sicuramente suscitato), non volle che fosse pubblicata.

Così Gainsbourg ci riprovò prima con Marianne Faithfull, poi con Valérie Lagrange ed infine con Mireille Darc, ma tutte quante non erano abbastanza “libere” da impegni.
Così la reincise e pubblicò nel 1969 (“année érotique”) con la Jane Birkin (io l’amo!), sua prossima moglie (beato lui!).



Maccome?!? Su queste cicciggì si parla sempre di Liberazione & di liberazioni (dalla guerra, dalla schiavitù, dalla miseria, dai potenti, dallo sfruttamento, dal lavoro,…) e mai di “liberazione sessuale”!?! Rimediamo subito! (Perfidi Admins, mi raccomando, almeno negli Extra, altrimenti domani, che è l’11 settembre, vengo lì e vi tiro giù tutte le torri, capito?!?)


La canzone scandalo che sconvolse un’epoca
di Michele Diomaiuta
da m2o 26 Dicembre 2007

Era il 1969, l’anno della rivoluzione sessuale, quando nelle Hit Parade di tutto l’occidente si impose un brano musicale sconvolgente, destinato a segnare una svolta culturale che avrebbe provocato scandali e proteste.

Ci sono opere d’arte che hanno segnato un’epoca per l’anima rivoluzionaria che esprimevano. Spesso in una musica o in film si è potuto ritrovare il simbolo perfetto di una stagione fatta di lotta per la conquista di diritti o di scandali che hanno cambiato il costume di un’intera società. Tra questi fermenti generazionali che hanno animato delle vere e proprie rivoluzioni culturali c’è la canzone Je t’aime… moi non plus, un brano musicale dell’autore francese Serge Gainsbourg, che quando iniziò a circolare nel 1969, creò continue polemiche in tutta Europa.

Serge Gainsbourg verso la metà degli anni ‘60 era considerato una sorta di genio ribelle, sempre con la barba incolta e lo sguardo stanco e affascinate di un uomo che dormiva poco di notte e conosceva molto bene i bassifondi di Parigi, frequentati da artisti, prostitute e alcolizzati. Fu grazie al suo aspetto e al suo carisma che riuscì a conquistare le più belle donne dell’epoca, prima fra tutte quella che può essere certamente considerata una vera e propria icona dell’erotismo: la leggendaria Brigitte Bardot.

Per Serge aver conquistato la mitica Brigitte Bardot non significò soltanto essere l’uomo più invidiato di Francia: quell’amante infatti si tramutò anche nella sua musa, e a lei dedicò molta della sua creatività. Non avrebbe però mai potuto immaginare che un brano che era destinato a comporre per quella donna avrebbe sconvolto il mondo intero, e che lui sarebbe stato tramutato per molti in un eroe che cancellava i vari tabù sul sesso. Altri invece lo videro come una sorta di criminale che non aveva alcun rispetto per il comune senso del pudore.



L’idea di comporre una canzone che avrebbe segnato un’epoca, contribuendo alla rivoluzione sessuale degli anni ’60, per Serge Gainsbourg non fu un’azione premeditata. Tuttavia, sapeva che stava realizzando qualcosa di molto clamoroso. Il brano consisteva nel far ascoltare la sensualissima voce Brigitte Bardot mentre faceva sesso, con in sottofondo la musica di un organo. L’idea avrebbe certamente fatto arrabbiare i bigotti, ma contemporaneamente sarebbe stato il manifesto di una gioventù che considerava l’amore libero un modo nuovo e innocente di intendere la vita.

Il brano musicale Je t’aime… moi non plus dell’autore francese Serge Gainsbourg altro non era che la voce di Brigitte Bardot che faceva l’amore con il sottofondo di un organo. Quando l’eccentrico musicista fece ascoltare la prima versione alla sua musa ed amante, la mitica B. B. secondo un giallo che non è stato mai chiarito, non volle che la canzone venisse pubblicata. Probabilmente per una forma di auto-censura, ma sta di fatto che Serge, pur rispettando il volere della Bardot, volle incidere il brano con la voce di un’altra donna.



Quando i rapporti tra Serge e la Bardot si erano ormai esauriti, il musicista pensò di lanciare la sua Je t’aime…moi non plus interpretata dalla sua nuova fiamma, l’attrice inglese Jane Birkin. Il risultato di quella nuova registrazione fu ancora più intenso della prima versione, in quanto la voce della donna era ancora più erotica di quella di Brigitte Bardot. Per quei giovani di fine anni ‘60 ascoltare quel brano fu un’esperienza sconvolgente: era come sentire improvvisamente l’audio di un film porno, che però per una paradossale magia irripetibile, riascoltato oggi non appare affatto volgare.

Se il successo di Je t’aime…moi non plus si rivelò in meno di un mese un e vero e proprio ordigno di scandalo che scoppiò in Europa come negli Stati Uniti, c’è anche da dire che la reazione dei benpensanti e della Chiesa, in particolare in Italia, non si fece affatto attendere. Il severo ammonimento della cultura ecclesiastica si espresse con termini aggressivi come raramente era avvenuto in precedenza. Fu chiaro che chi deteneva il potere doveva assolutamente intervenire per tentare di reprimere il successo di quella sconvolgente canzone. In quell’estate del ‘69 Je t’aime…moi non plus aveva dato inizio ad una rivoluzione culturale.

Ascoltando il brano Je t’aime…moi non plus sembrava che la donna stesse avendo un vero rapporto sessuale con l’autore Serge Gainsbourg. Inoltre quello che sconvolse di più, erano le particolari pratiche sessuali che si potevano immaginare la donna stesse praticando. In anni in cui due amanti che si baciavano senza alcuna volgarità per strada in Francia erano da considerarsi dei rivoluzionari, mentre in Italia potevano essere accusati anche di oltraggio al pudore e perciò essere arrestati, quella canzone fu come un pugno nello stomaco per i bigotti, che iniziarono a preparare la loro vendetta.

Je t’aime…moi non plus, in poco meno di un mese dalla sua uscita, aveva seriamente inciso sul costume, e intorno al brano musicale si creò uno scandalo che in Italia coinvolse politici, mass media e case discografiche. Spesso qualche signora che ascoltava provenire dai primi jukebox la voce sensuale di quella donna indemoniata, restava allibita. Era necessario prendere un provvedimento immediato, e fu così che avvenne un fatto eclatante. Venne imposto l’assoluto divieto di trasmettere il brano a tutte le radio.

Oggi l’accanimento contro un brano come Je t’aime…moi non plus può apparire un goffo e ridicolo tentativo di nascondere che alla base della vita c’è il sesso, come l’amore, ma alla fine degli anni ‘60, in tempi di rivoluzione sessuale, quei divieti innescarono una battaglia culturale molto intensa. I giovani non potevano ascoltare più il principale successo di quell’estate per volere della censura. La canzone pur essendo la più gettonata in tutti i jukebox in Francia come in Italia venne cancellata dalle hit parade.

Accettare la presa di posizione di una censura bigotta che ostacolava al massimo la fruizione di Je t’aime…moi non plus, uno dei brani musicali più scandalosi della storia, per i giovani sessantottini consapevoli di essere protagonisti di una stagione che avrebbe fatto epoca, era una realtà inaccettabile. Fu così che ebbe inizio quella che potrebbe essere definita la rivoluzione del jukebox. Una protesta non violenta, ma comunque molto forte per denunciare che la società occidentale stava cambiando ed il sesso non poteva essere più considerato qualcosa di sporco ed oltraggioso.



Il campo d’azione per mettere in atto la protesta contro le tante accuse e i divieti verso il brano di Serge Gainsbourg per migliaia di giovani, non poteva che essere il contesto allegro delle spiagge, in cui negli anni ‘60 i ritmi dell’estate venivano scanditi dai jukebox, che in quei giorni si trasformarono in uno strumento di grande democrazia. I ragazzi infatti continuavano ad investire monetine per riascoltare fino alla nausea Je t’aime…moi non plus, che da canzone scandalo, si trasformò in un canto di libertà di un’intera generazione.

Le forze dell’ordine per limitare i danni che provocavano i ragazzi semplicemente diffondendo quel brano musicale sotto accusa, iniziarono a sequestrare i jukebox, e in seguito alla forte pressione di alcuni politici, ebbe inizio anche una battaglia contro la casa discografica che distribuiva Je t’aime…moi non plus. L’intento era non soltanto fermare il commercio dei 45 giri, ma persino ritirare e mandare al macero le copie già esistenti, come se i giovani ascoltando quella musica, avessero potuto subire una grave deviazione morale e persino un irreparabile trauma che li avrebbe trasformati in maniaci sessuali. Naturalmente tutta la faccenda era ridicola!

Quella canzone tanto messa sotto accusa creò due pareri opposti molto netti nell’opinione pubblica italiana. Spesso le polemiche si accendevano a tal punto da provocare anche risse e disordini. Era la rivoluzione sessuale che si stava imponendo, tanto da trovare in una canzone scandalo soltanto il monito per dare inizio ad un nuovo modo di vedere il rapporto tra i due sessi. Intanto Gainsbourg, mentre veniva additato da molti come uno da punire persino con la prigione, sapeva in realtà di aver trionfato con un idea che si era rivelata davvero dissacrante e geniale sul piano sia commerciale che artistico.

Come tutte le cose vietate, anche intorno a Je t’aime…moi non plus si verificò un effetto opposto a quello che avrebbero voluto le autorità. Quel clamore sviluppò un mercato sotterraneo della scandalosa canzone che costituì l’inizio di un ulteriore successo ormai inarrestabile. Per un adolescente provare l’adrenalina di delinquere soltanto ascoltando una canzone era un perfetto specchio dell’istinto ribelle tipico di quell’età in cui si vorrebbe cambiare il mondo. Nessuno lo avrebbe mai potuto immaginare ma Je t’aime…moi non plus ci stava riuscendo.

La canzone Je t’aime…moi non plus venne anche difesa dai primi movimenti femministi, che ascoltando quel brano percepirono che per la prima volta, al centro della sessualità, non c’era più il piacere del maschio, ma quello della donna. Si trattava di un punto di vista innovativo e non a caso furono proprio i sospiri che facevano pensare ad un orgasmo femminile a sconvolgere maggiormente i bigotti, che avevano comunque convissuto per anni con l’esistenza delle case di tolleranza per soli uomini, in cui la donna era considerata soltanto un oggetto di piacere.

Può una canzone sconvolgere una società e tramutarsi nel primo passo per realizzare una rivoluzione? Per rispondere a questo interrogativo non esiste esempio migliore che lo scandalo creato da Je t’aime…moi non plus , il brano musicale dell’autore francese Serge Gainsbourg che nel 1969 creò un clamore senza precedenti. Far ascoltare con il sottofondo di un organo la voce sensuale di una donna che provava piacere sessuale, in quegli anni innescò un terremoto culturale, che in Italia confermò quanto era chiusa gran parte dell’opinione pubblica quando si doveva anche scherzosamente parlare dell’argomento sesso.

Tra polemiche e denunce alla fine di quella stagione si può dire che Je t’aime…moi non plus segnò il passo fondamentale per far trovare il coraggio a molti giovani di vivere la propria sessualità. Quella scandalosa canzone diede inizio ad una sorta di liberazione, ispirando anche molti altri artisti a creare opere destinate a sconvolgere l’opinione pubblica, come il film scandalo di Bernardo Bertolucci Ultimo tanto a Parigi, verso il quale vennero rivolti non meno insulti rispetto alla rivoluzionaria Je t’aime…moi non plus.

Questa storia dedicata all’opera di un musicista coraggioso ed originale come Serge Gainsbourg, costituisce la prova che un artista ispirato può realmente avere il potere di cambiare una società. La svolta segnata da Je t’aime…moi non plus oggi ci permette di parlare liberamente di sesso, argomento necessario anche per prevenire alcune realtà drammatiche come l’AIDS. In quel mitico 1969 ci fu una straordinaria conquista culturale, soltanto grazie alla voce sensuale di una donna, che cantava l’amore.

“1969. Cronologia parzialissima. Yasser Arafat diventa presidente dell'OLP, Golda Meyer primo ministro d'Israele; prende il potere il colonnello Gheddafi, lo lascia il generale De Gaulle; i carri M-551 tengono sotto tiro gli studenti USA, i T-55 quelli cecoslovacchi; nasce il Concorde, muore Ho Chi Min; salgono coriandoli di Lsd, cadono stelle filanti di napalm; allunano gli Apolli 11 e 12, marzianano le sonde Mariners 6 e 7.
Anno sottosopra, di capovolgimenti e testacoda, il sixtynine del peace and love statunitense (più love che peace) e il soixante-neuf dei moti transalpini (avanti-indrè) segnò svolte epocali, soprattutto nei costumi sessuali dei giovani. Ma le ammucchiate nei prati di Bethel e i liberi amori dei 500mila di Hyde Park furono il cumshot di un movimento che aveva incominciato a montare anni prima (Summer of Love '67 i.e.), per godersi i lati intimi della nuova sociabilità groupie: scioperi e cortei, occupazioni e assemblee, veglie e sit-in, comuni e campeggi, viaggi antologici e campi di lavoro lasciavano assaporare piaceri a lungo vietati da perbenismi, fobie borghesi e morali cattoliche o puritane.

Anche da noi, nell'anno dell'autunno caldo, il calore fu più fisiologico che meteorologico, azzeccando le previsioni dello scandaloso Rapporto sul comportamento sessuale dei giovani in Italia, edito da Sugar nel 1966, cui fecero seguito nel ’67 la pubblicazione su Men del primo seno ignudo e nel ’68 l'esibizione del primo pube femminile. Il tutto mentre la RAI negava la messa in onda di Je t'aime, moi non plus, l'orgasmo song di Serge Gainsbourg e Brigitte Bardot, preferendole Belinda di Gianni Morandi, Zingara di Bobby Solo o Lisa dagli occhi blu di Mario Tessuto, polpettoni sentimentali in cui l'accoppiata Love & Peace si appisolava russando in salotto, sognando bomboniere e prime notti di nozze. […]”

(Guido Guerzoni, “69 Année Erotique” su Rolling Stone)


”Ti amo… io di più” è l’orrido titolo traditore che venne dato alla canzone nell’orrenda versione italiana della oggi senatrice forzista Ombretta Colli, forse la cantante, l’attrice e la parlamentare più inutile che la storia d’Italia ricordi. In realtà il titolo “Ti amo… io nemmeno” – questa è la traduzione corretta - ispirato a Gainsbourg non si sa bene se da una battuta di Salvador Dalì (Picasso es español; yo, también. Picasso es un genio; yo, también. Picasso es comunista; yo, tampoco) voleva significare l’opposto, cioè la disperazione e l’inganno che sottendono la relazione amorosa.

Hit radiofonico immediato, la canzone divenne subito pure bersaglio della censura: fu bandita dalle radio di Spagna, Svezia, Brasile, Regno Unito, Polonia, Portogallo e – prima delle ore 23 – anche in Francia. Da noi la “commissione di ascolto” della RAI non si limitò al divieto di trasmissione ma dispose che fosse cancellata dalla hit-parade. Poi i tribunali ordinarono la distruzione dei dischi e il Papa scomunicò il responsabile della distribuzione in Italia… Gainsbourg ebbe a dire che il Papa era stato il suo miglior promotore commerciale, e infatti il disco ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e diede la stura ad un sottofilone mai spento della canzone sexy, l’“orgasmo song”, per cui rimando al divertente articolo di Fabio Casagrande Napolin su Hit Parade Italia.


Il celebre duetto d'amore era stato pensato in origine per essere cantato dallo chansonnier francese Serge Gainsbourg (autore della canzone) in coppia con Brigitte Bardot, allora all'apice della fama e simbolo del desiderio per eccellenza. Esiste la versione su disco (pubblicata venti anni dopo) che all'epoca venne però bloccata dalla stessa Bardot. Il duetto venne quindi inciso con la vera compagna di Gainsbourg, l'attrice inglese Jane Birkin, che già aveva lavorato brevemente (ma incisivamente) nel film-manifesto della swingin' London: Blow-Up di Michelangelo Antonioni. Una interpretazione sicuramente molto più efficace, quella della Birkin, che ha fatto passare questo brano alla storia. Ascoltata oggi, dopo diversi decenni, il brano di Gainsbourg mantiene un impatto notevole nella sua narrazione dell'"amour physique".

In Italia la canzone, dopo un istantaneo successo in tutti i juke-box della penisola (era l'estate del 1969) venne precipitosamente messa sotto processo e la distribuzione bloccata dalla magistratura. La canzone era anche ovviamente oscurata dalla commissione d'ascolto (in realtà di censura) della RAI. Ma nonostante ciò era già riuscita ad arrivare in classifica, e anche lì venne oscurata (non venne mai inserita nella Hit-Parade della RAI, la classifica fu quindi alterata d'ufficio). L'esito del processo fu addirittura l'ingiunzione di distruzione dei dischi, che quindi circolavano solo al mercato nero.

Nonostante ciò ne vennero fatte almeno due versioni italiane: una decisamente edulcorata e semi incomprensibile affidata ad Ombretta Colli, l'altra, più fedele all'originale (non nel testo, che è lo stesso, ma nella sincerità della interpretazione), proposta dalla famosa coppia di attori di teatro (allora anche compagni nella vita) composta da Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer. Tra le innumerevoli cover internazionali (solitamente inferiori all'originale) da segnalare quella (in inglese) in chiave lesbo della cantautrice Cat Power in coppia con la modella Karen Elson, moglie dal 2005 di Jack White dei White Stripes.

Musica e Memoria

[...] Non ci furono più dubbi: con Je t’aime... moi non plus il coito, non più alluso o metaforizzato, faceva il suo trionfale esordio discografico, spiazzando la cultura degli struggimenti da cuore infranto e il senso cattolico del peccato. Entrava finalmente in scena a reclamare la sua parte di piacere, lei, la donna.

Fu probabilmente questo a turbare il sonno dei censori. Ma nelle feste casalinghe dei sedicenni finiva sempre per saltare fuori il 45 giri proibito, magari sottratto alla discoteca d’un fratello maggiore e messo sul giradischi quando i genitori, fiduciosi ma non troppo, si ritiravano dietro la porta a vetri opachi.

[...] A credere alla leggenda, il disco sarebbe la fedele registrazione di Serge e Jane mentre "lo facevano" davvero. L’estremo realismo del "duetto" autorizza questa interpretazione, che però la Birkin ha sempre smentito: "Incidemmo la canzone in uno studio vicino a Marble Arch, e per tutto il tempo Serge mi faceva segno per indicarmi i punti in cui dovevo sospirare più forte o più piano. Era preoccupato soprattutto dal fatto che io fossi o meno capace di prendere le note più alte".

Monica Maggi da Non solo Eros

Je t'aime je t'aime
Oh oui je t'aime!
- Moi non plus.
- Oh mon amour...
- Comme la vague irrésolue
Je vais je vais et je viens
Entre tes reins
Je vais et je viens
Entre tes reins
Et je
Me retiens

- Je t'aime je t'aime
- Oh oui je t'aime!
- Moi non plus.
- Oh mon amour...
Tu es la vague, moi l'île nue
Tu vas tu vas et tu viens
Entre mes reins

Tu vas et tu viens
Entre mes reins
Et je
Te rejoins

Je t'aime je t'aime
Oh oui je t'aime!
- Moi non plus.
- Oh mon amour...
- Comme la vague irrésolue
Je vais je vais et je viens
Entre tes reins
Je vais et je viens
Entre tes reins
Et je
Me retiens

Tu vas et tu viens
Entre mes reins
Et je
Te rejoins

- Je t'aime je t'aime
- Oh oui je t'aime!
- Moi non plus.
- Oh mon amour...
L'amour physique est sans issue

Je vais je vais et je viens
Entre tes reins
Je vais et je viens
Entre tes reins
Je me retiens
- Non! maintenant
Viens!

inviata da Bartleby - 10/9/2010 - 14:21




Lingua: Italiano

Versione italiana da Dartagnan

TI AMO... NEANCH'IO

- Ti amo, ti amo
Oh si ti amo
- Neanch'io
- Oh amore mio
- Come l'onda irresoluta
vado vado e vengo
tra i tuoi fianchi
vado e vengo
tra i tuoi fianchi
e mi
trattengo

- Ti amo, ti amo
Oh si ti amo
- Neanch'io
- Oh amore mio
tu sei l'onda, io l'isola nuda
tu vai e vieni
tra i miei fianchi

tu vai e vieni
tra i miei fianchi
ed io
ti raggiungo

- Ti amo, ti amo
Oh si ti amo
- Neanch'io
- Oh amore mio.
- Come l'onda irresoluta
io vado vado e vengo
tra i tuoi fianchi
vado e vengo
tra i tuoi fianchi
ed io mi
trattengo

tu vai e vieni
tra i miei fianchi
ed io
ti raggiungo

- Ti amo ti amo
oh si, ti amo
- neanch'io
oh amore mio
l'amore fisico è senza uscita

vado e vengo
tra i tuoi fianchi
vado e vengo
tra i tuoi fianchi
e mi trattengo
- No! ora
Vieni !

12/9/2010 - 18:59




Lingua: Inglese

English translation by Alex Chabo

I LOVE YOU... ME NEITHER

"I love you I love you
Oh yes I love you!"
"Me neither."
"Oh my love. . ."
Like the unending wave
I come and I come and I go
Between your loins
And I
Hold my-
Self back

"I love you I love you"
Oh yes I love you
"Me neither."
"Oh my love. . ."
You're the wave, me, the naked island
You come and you go
Between my loins
You come and you go
Between my loins
And I
Meet
You

"I love you I love you"
"Me neither."
"Oh my love"
"There's no way out of physical love"
I come and I go
Between your loins
I come and I go
I hold myself back
"No, now
Come!"

13/9/2010 - 18:27




Lingua: Inglese

Versione inglese cantata da Nick Cave e Anita Lane
I LOVE YOU... NOR DO I

- I love you, I love you
- Oh yes, I love you
Nor do I
- Oh, my love
Like a wave, irresolute

I go, I go and I come
Inside you my love
I go and I come inside you, my love
And then I hold on

- I love you, I love you
- Oh, oh yes, I love you
Nor do I, nor do I
- Oh, my love, you are the wave
- And I a naked island

- You go, you go and you come
- Inside me, my love
- You go and you come inside me, my love
- And then we are one

- I love you, I love you
- Oh yes, I love you
Nor do I
- Oh, my love
Like a wave, irresolute

I go, i go and I come
Inside you, my love
I go and I come inside you, my love
And then I hold on

- I love, I love you, my love
- Inside me, my love
- I love you, my love
- Deep inside me, my love
- And then we are one

- I love you, I love you
- Oh yes, I love you
Nor do I, nor do I
- Oh, my love
Physical love is a dead end, dead end

I go, I go and I come
Inside you, my love
I go and I come
And I hold on
- Now, now, come

13/9/2010 - 18:50




Lingua: Inglese

Versione inglese cantata da Cat Power e Karen Elson
da Monsieur Gainsbourg Revisited: A Tribute to Serge Gainsbourg (1996)
I LOVE YOU (ME EITHER)

I love you, I love you
Yes I love you
Me either

Oh my love
Skin to skin
Like the search of a way

I go, I go and I come (I come)
Between you (you)
I go and I come
Between you
And I retain myself (myself)

I love you, I love you
Oh yes I love you
Me either

Oh my love
You're the wave
Me the naked island

You go, you go and you come
Between me
You go and you come
Between me
Still I retain myself (myself)

I love you, I love you
Oh yes I love you
Me either

Oh my love
Skin to skin
Like the search of a way

I go, I go and I come (I come)
Between you (you)
I go and I come
Between you
And I retain myself (myself)

You go, you go and you come
Between me
You go and you come
Between me
Still I retain myself

I love you, I love you
Oh yes I love you
Me either

Oh my love
There is no tomorrow
Like the search of a way

I go, I go and you come
Between you
I go and I come
In between you
No don't stop, no

14/9/2010 - 00:17


Gein Birchìn... Brigit Bardò...!!!
"Meglio 'n quer corpo lì che 'n fanteria!" (antico proverbio antimilitarista livornese)

Piccola galleria per illustrare il concetto











































































Buon sangue non mente




Marco Messeri - 7/9/2012 - 00:48


Marco Messeri

7/9/2012 - 09:54


Non ho mai pensato che Je t’aime moi non plus fosse scandalosa, anche se ero cosciente di ciò che avrebbero pensato gli altri ascoltandola. Tutti sanno dove erano la prima volta che l’hanno sentita ed è stata una canzone di libertà in tutto il mondo. Ad esempio in Spagna è stata utilizzata come inno contro Franco. Sono felice che sia stata la mia versione a uscire al posto di quella di Brigitte Bardot, è stata una fortuna. Questa fortuna sarebbe potuta capitare a Brigitte Bardot, invece è capitata a me. Nonostante tutto quello che ho fatto, so che quando morirò sarà ricordata soprattutto per Je t’aime moi non plus.

I veri scandali sono altri: come ci comportiamo con gli immigrati, la povertà, la crudeltà verso le altre persone o gli animali. Siamo abituati a rapportarci con l’attualità con poca concentrazione: un attimo vediamo al tg un servizio di una barca che arriva dall’Africa verso l’Europa, il momento dopo siamo catapultati negli Stati Uniti con gli scandali politici. Il vero scandalo è sapere che potremmo fare qualcosa contro la povertà o in favore delle persone che hanno bisogno di accoglienza e non lo facciamo. Abbiamo memoria breve, passiamo subito al problema successivo senza risolvere quello precedente.



Rolling Stone: Jane Birkin, un'icona fra amore e morte

16/1/2021 - 19:51


16/7/2023 - 18:45



IMMORTALE! ΑΘΑΝΑΤH!


Riccardo Venturi, L'Anonimo Toscano del XXI Secolo, Riccardo Scocciante, Ahmed il Lavavetri, Gaspard de la Nuit, etc. - 16/7/2023 - 18:55




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