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Wilde Gesellen

Ernst Busch
Lingua: Tedesco


Ernst Busch

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[1937]
Musica: Fritz Sotke
Testo: di autore sconosciuto, rielaborato da Ernst Busch
Music: Fritz Sotke
Lyrics: author unknown, elaborated by Ernst Busch
Musik: Fritz Sotke
Worte: Verfasser unbekannt, von Ernst Busch ausgearbeitet


Ernst Busch.
Ernst Busch.
La storia di Wilde Gesellen è, lo si può dire senz'altro, come una sintesi della terribile storia del XX secolo. Nacque nel 1921, composta da Fritz Sotke originariamente per la Jugendbewegung, il movimento giovanile tedesco; divenne subito assai popolare in Germania. Sotke, che di mestiere faceva l'insegnante di materie commerciali nei licei e che scriveva canzoni per diletto, nel 1932 entrò nella NSDAP (il partito nazista, per chi non lo sapesse) scrivendo immediatamente uno die principali canti a onore e gloria di Hitler, il Lied der neuen Zeit („Canto del tempo nuovo“). Una volta salito Hitler al potere, Sotke divenne un dirigente della Hitlerjugend, la gioventù hitleriana; terminò la sua fulgida carriera nel 1944, entrando addirittura nelle SS dove divenne addirittura Standartenführer (capocolonna). Sopravvissuto al nazismo, fu dimenticato; morì tranquillo e beato nel 1970, all'età di 68 anni. Ricordiamo ancora che un verso della sua Wilde Gesellen fu utilizzato per il titolo di una raccolta di canti della Hitlerjugend; ed è quel celebre Uns geht die Sonne nicht unter che ritroviamo anche nel canto di deportati Graue Kolonnen, derivato direttamente da Wilde Gesellen. La popolarità della canzone era tale, che era utilizzata sia dai persecutori che dai perseguitati, sia dagli aguzzini che dai loro schiavi.

La sua "storia parallela" come canzone di resistenza, o come base per canzoni di resistenza, inizia invece proprio coi primi lager nazisti (Oranienburg, Börgermoor/Papenburg); le sue analogie con Die Moorsoldaten sono sbalorditive e assai evidenti, sebbene si tratti per forza di cose di due canzoni nate del tutto indipendentemente l'una dall'altra. L'antinazista Ernst Busch, recandosi a combattere in Spagna a fianco della colonna Thälmann, interpretò sia la "Wilde Gesellen" rielaborata, sia questa ulteriore rielaborazione. Si noti che, ovviamente, da tutte le rielaborazioni era stata eliminata una strofa ferocemente antisemita contenuta nel testo originale di Sotke (“ihr Herren der Banken und Tempel; Ritter vom Gold; Diener der Götzen in Mammonsold; eure Welt brennt bald wie Zunder”).

Da notare che il titolo della canzone può contenere in lingua tedesca un'ambiguità di fondo che, forse, può avere contribuito alla sua "adozione" come canto di deportati. Wilde Gesellen significa sì "compagni indomiti", ma Geselle indica anche il "garzone", il "lavorante"; e wild ha in tedesco una gamma vastissima di significati, tra i quali anche "abbrutito come una bestia": "Lavoratori abbrutiti come bestie". La canzone è ancora talmente famosa da aver fornito persino un'espressione popolare agli astronomi, che chiamano Wilde Gesellen le cosiddette "stelle accoppiate".

Comunque la si veda, e nelle sue due "versioni", Wilde Gesellen è una canzone che proviene dalla profondità di un certo animo tedesco, e ciò merita due righe di spiegazione. È figlia senz'altro del particolare romanticismo che molto contribuì alla formazione del nazismo, ma che certo non fu mai disdegnato neppure da chi il nazismo lo combatté. I "compagni indomiti" che, soli contro tutti, "vanno avanti finché il cuore tiene", rifiutati dalla società, vestiti di stracci; l'uso "positivo" di termini difficili da tradurre, come ehrlos (propriamente "disonorato", ma qui usato pienamente nel senso dello spagnolo renegados, che abbiamo senz'altro usato nella traduzione anche per l'uso fatto della canzone nella guerra civile spagnola); la fedeltà tra compagni come somma virtù e come barriera da contrapporre all'ostilità del mondo. Questo può essere stato valido sia per i nazisti, sia per i deportati politici nei primi lager, sia per i comunisti della colonna Thälmann che combattevano in Spagna. Nel bene e nel male, erano tutti tedeschi. [CCG/AWS Staff]
Wilde Gesellen vom Sturmwind durchweht,
Fürsten in Lumpen und Loden,
Ziehn wir dahin bis das Herze steht,
Ehrlos bis unter den Boden.
Ziehn wir dahin bis das Herze steht,
Uns ging die Sonne nicht unter.

Fidel, Gewand in farbiger Pracht
Trefft keinen Zeisig ihr bunter,
Spießer und Spötter, ihr habt uns verlacht,
Uns ging die Sonne nicht unter.
Spießer und Spötter, ihr habt uns verlacht,
Uns ging die Sonne nicht unter.

Verfolgt und verraten, vom Kerker bedroht,
Freiwild für die GeStaPo-Schergen.
Zerfetzt und zerschossen die Fahne blutrot,
Sie ging mit durch Tod und Verderben.
Zerfetzt und zerschossen die Fahne blutrot,
Sie ging mit durch Tod und Verderben.

Wir war´n Verbrecher an Hitlers Staat,
Und wir sind stolz auf unser Verbrechern
Wir waren die Jugend des Hochverrats,
Uns konnt' kein Gegner zerbrechen.
Wir waren die Jugend des Hochverrats,
Uns konnt' kein Gegner zerbrechen.

inviata da Riccardo Venturi - 3/11/2005 - 12:46



Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
23 gennaio 2009
COMPAGNI INDOMITI

Compagni indomiti spinti dalla tempesta,
Prìncipi in stracci e in pannaccio grezzo
Andiamo avanti finché il cuore tiene,
Renegados fin sotto terra.
Andiamo avanti finché il cuore tiene,
Per noi il sole non è tramontato.

Allegri e vestiti sgargianti, voi non troverete
Manco un lucherino di noi più variopinto.
Borghesucci, ci avete canzonati e derisi,
Ma per noi il sole non è tramontato.
Borghesucci, ci avete canzonati e derisi,
Ma per noi il sole non è tramontato.

Perseguitati, traditi, minacciati di galera,
Selvaggina per gli sgherri della Gestapo.
Lacera, lisa, la bandiera rossa sangue
Ci ha seguiti per la morte e per la rovina.
Lacera, lisa, la bandiera rossa sangue
Ci ha seguiti per la morte e per la rovina.

Eravamo malfattori per lo stato di Hitler,
E di esserlo noi siamo fieri.
Eravamo la gioventù dell'alto tradimento,
Nessun nemico ci ha potuti spezzare.
Eravamo la gioventù dell'alto tradimento,
Nessun nemico ci ha potuti spezzare.

23/1/2009 - 09:44




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