Batteva forte il cuore nel cuore della mia città
la nostra primavera era un canto alla libertà
la libertà di far volare i sogni ed il nostro futuro
oltre il tramonto rosso di un cielo ancora puro
Torino prussiana e nera Torino borghese e arcana
Torino che ha macchiato di rosso la sua bianca sottana
Torino che grida forte al cielo sceso tra le sue mura
di accendere una stella dentro ogni sua paura
Torino operaia e fiera Torino partigiana
Torino che brucia i bordelli della festa cortigiana
Torino che danza attorna ai fuochi accesi tra le sue mura
per riconquistare il giorno dopo la notte lunga e scura
E il vento disegnava un mare di bandiere
e le onde delle strade erano facce vere
le facce antiche e nuove di chi non sta a guardare
di chi ha le scarpe rotte ma sa che deve andare
Non vi canto la fine dell'ultima guerra mondiale
ma di un tempo più vicino di un tempo più normale
di un giorno preso in pugno da gente che ha il destino
di vincere la notte e perdere al mattino
Eppure quella notte la voglio raccontare
eppure quella notte la voglio ricordare
ha chi ha creduto e crede che cancellare la memoria
sia giusto sia moderno sia il corso della storia
Di notti come quella la storia ne ha milioni
e tutte o quasi tutte son strofe di canzoni
ma quella notte fu forse l'ultima
dell'antico giriotondo
degli incazzati che cantano
la voglia di cambiare il mondo
E la piazza era un vulcano di canto popolare
di un canto straripante tremendo e naturale
danzato al ritmo allegro
dei balli del passato
di un ballo ormai lontano
ormai dimenticato
la nostra primavera era un canto alla libertà
la libertà di far volare i sogni ed il nostro futuro
oltre il tramonto rosso di un cielo ancora puro
Torino prussiana e nera Torino borghese e arcana
Torino che ha macchiato di rosso la sua bianca sottana
Torino che grida forte al cielo sceso tra le sue mura
di accendere una stella dentro ogni sua paura
Torino operaia e fiera Torino partigiana
Torino che brucia i bordelli della festa cortigiana
Torino che danza attorna ai fuochi accesi tra le sue mura
per riconquistare il giorno dopo la notte lunga e scura
E il vento disegnava un mare di bandiere
e le onde delle strade erano facce vere
le facce antiche e nuove di chi non sta a guardare
di chi ha le scarpe rotte ma sa che deve andare
Non vi canto la fine dell'ultima guerra mondiale
ma di un tempo più vicino di un tempo più normale
di un giorno preso in pugno da gente che ha il destino
di vincere la notte e perdere al mattino
Eppure quella notte la voglio raccontare
eppure quella notte la voglio ricordare
ha chi ha creduto e crede che cancellare la memoria
sia giusto sia moderno sia il corso della storia
Di notti come quella la storia ne ha milioni
e tutte o quasi tutte son strofe di canzoni
ma quella notte fu forse l'ultima
dell'antico giriotondo
degli incazzati che cantano
la voglia di cambiare il mondo
E la piazza era un vulcano di canto popolare
di un canto straripante tremendo e naturale
danzato al ritmo allegro
dei balli del passato
di un ballo ormai lontano
ormai dimenticato
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