Language   

Darquier

Trust
Language: French


Trust


[1979]
Pubblicata su di un 45 giri nel 1979, poi eseguita dal vivo in una tournée del 1980 e inserita nell’album live “Répression dans l'Hexagone”, registrato nel corso di quella tournée ma pubblicato solo nel 1992.

Testo trovato sul sempre ottimo l’histgeobox



Una canzone dedicata a Louis Darquier de Pellepoix, uno dei tanti cani fascisti che all’interno del governo di Vichy servirono i nazisti durante l’occupazione della Francia.
Figlio di famiglia alto borghese, Darquier de Pellepoix vantava origini nobili e si faceva chiamare col titolo di barone… Fancazzista, disonesto, nazionalista, virulento antisemita, il “barone” era l’uomo ideale per i nazisti, che lo vollero – contro il parere del maresciallo Pétain, che giudicava Darquier de Pellepoix un esaltato torturatore e un ladro – a capo dell’ufficio affari ebraici del governo di Vichy. Fu proprio Darquier de Pellepoix, insieme al capo della polizia René Bousquet, ad organizzare per conto dei nazisti il più grande arresto di massa di cittadini di fede ebraica durante l’occupazione: in quella che è passata alla storia come Rafle du Vélodrome d'Hiver (16-17 luglio 1942) furono arrestati, per poi essere deportati nei campi di sterminio, oltre 13.000 ebrei francesi.

Nel 1943 Darquier de Pellepoix scrisse di suo pugno e fece diffondere su tutti i mezzi d’informazione, un proclama con cui disponeva:
1) che gli ebrei nella zona occupata dovessero sempre esibire la stella gialla;
2) che agli ebrei, senza nessuna esclusione, fosse interdetto l’accesso e l’esercizio di funzioni pubbliche;
3) che fosse revocata la nazionalità francese a tutti gli ebrei che l’avessero acquisita dopo il 1927...


Anche la sua fama di ladro non fu smentita: all’inizio del 1944 il “barone” fu destituito dal suo incarico per malversazione, essendosi personalmente impadronito di ingenti beni sottratti agli ebrei…

E furono probabilmente tutti i soldi accumulati depredando gli ebrei che mandava a morire ad Auschwitz che, alla Liberazione, consentirono a Darquier de Pellepoix di “ungere” gli ingranaggi giusti per filarsela in Spagna dove, protetto dal regime di Franco, morì nel 1980, condannato a morte in contumacia dai tribunali francesi e senza aver mai pagato con un solo giorno di carcere le sue orribili nefandezze.

Nel 1978, durante un’intervista rilasciata a L’Express dopo l’ennesimo rifiuto spagnolo ad estradarlo, Darquier de Pellepoix dichiarò: “Vi voglio dire cosa successe davvero ad Auschwitz. Sì, fu usato il gas, è vero… ma per gassare i pidocchi”…

L'homme respecté
Dont je vais te parler
Aujourd'hui vit tranquille
Dans un autre pays
A une certaine époque
Il trônait à Paris
France occupée que chacun a sali
Un retour aux sources
Est quelquefois pénible
Surtout quand des gosses servaient de cible
Je ne veut pas faire revivre le cauchemar
Ni vous reparler de " Nuits et Brouillard "
Vice dans la justice
Qui étaient ses complices ?

Parti en fumée
Le bon temps des sélections
Quand l'étoile jaune brillait sur les vestons
Passé maître dans les rafles
Sa signature posée, tatouée, condamnée

Une odeur le suit celle des charniers
Darquier de Pellepoix
Retraçait le chemin de croix
Je ne veut pas faire revivre le cauchemar
Ni vous reparler de " Nuits et Brouillard "
Vice dans la justice
Qui étaient ses complices ?

Mais comment se fait t-il
Que tout d'un coup
A Auschwitz on n'ait gazé que les poux
Ne te crois pas à l'abri de la rechute
L'ordre sacré n'est pas consumé.
Saluerais-tu une nouvelle svastika
Ou serais-tu le premier à crever sous ses pas
Si tout était à recommencer
La tête haute irais-tu collaborer ?
Nouvelle race supérieure
Enfantée dans l'horreur

Contributed by Alessandro - 2009/12/24 - 14:38




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