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Prince qu'en mains tenez

Tri Yann
Langue: français


Tri Yann

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[tradizionale XV sec.]
Dall'album "La découverte ou l'ignorance" (1976).
dign

Il testo della canzone è tratto dall'opera del poeta Jean Meschinot, "Les lunettes des princes", ove egli denuncia lo sfuttamento della miseria del popolo, le violenza, la disuguaglianza, l'ingiustizia e la corruzione dei grandi.
Nato a Nantes nel 1420, Meschinot fu Maître d'Hôtel del duca Francesco II e di sua figlia Anna. Morì nel 1491, anno del matrimonio forzato della giovane duchessa con Carlo VIII.
Una curiosità: la musica è tratta da un brano tradizionale occitano, Sòm fora de la misèro, che fa parte anche del repertorio dei Troubaires de Coumboscuro.

JE(H)AN MESCHINOT
d'après fr.wikipedia

Jean Meschinot (1420-1491) est un poète breton de langue française à la cour des ducs de Bretagne. Il est né aux Mortiers, environ 30 kilomètres au nord de Nantes, capitale du duché, et était issu de la petite noblesse.

Écuyer de la maison ducale sous Jean V, il sera en grande faveur sous les ducs Pierre II et Arthur III, et compose rondeaux et ballades. Sur le point de devenir "poète officiel" il connaît la défaveur du duc François II et en est très affecté.

Il est le maître d’hôtel de la jeune Anne de Bretagne à partir de 1488. Mort en 1491 avant le mariage d'Anne, il ne connaît pas la Bretagne annexée.

Le poète est représenté dans un manuscrit contenant ses poésies (manuscrit 24314) détenu par la bibliothèque nationale de France. Il est assis dans un fauteuil de sa bibliothèque.

Il a composé diverses ballades et rondeaux. Il est plus particulièrement l'auteur des Lunettes des Princes (1461-1464), son œuvre principale, un poème didactique moral mêlant prose et vers, imprimé après sa mort, en 1493. Historiquement, c’est le premier livre imprimé à Nantes, où l'imprimerie n'est apparue qu'après les autres villes bretonnes de Tréguier et Rennes (voir Jean Brito).

Le poète est considéré comme l'un des « grands rhétoriqueurs » du XVe siècle, en raison de ses audaces formelles.

Son poème Princes qui mains tenez a été mis en musique par le groupe Tri Yann.
Vous qu'en main tenez tous votre peuple
Pillé tant l'hyver que l'esté,
Voyez qu'il a trop povre esté.

Sont cours aux robins des Princes de Bretaigne,
Sont coulps aux villains si Princes les dédaignent,
Ni les cours aux villains, ni les coulps aux robins.

C'est par desplaisir, fain et froidure
Que les povres gens meurent souvent,
C'est sans déplaisir, fain ni froidure,
Que seigneurs entre eux vont battant.

Seigneurs nous tenez comme rebelles,
Parlant plus en hault qu'en bas ton.
Justice ne menez qu'au baston.

Gens qui de justice avez la charge,
Par trop n'y voyez qu'en prélats,
De vous en parler suis très las.

Souvent vous tenez femme pour folle,
Qui se vend pour le plus donnant,
Mais pire faictes-vous bien souvent.

A la fois suffist une cavale,
Au Roy une robe ung hostel.
Le roy se mourra, je suis tel.

envoyé par Riccardo Venturi - 19/11/2004 - 03:57



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
PRINCIPE CHE IN MANO AVETE

Voi che in mano avete tutto il vostro popolo
depredato sia in inverno che in estate,
vedete che è in condizioni troppo povere.

Ci sono privilegi per legulei dei principi di Bretagna,
e per i contadini son botte se i Prìncipi li sdegnano,
e niente privilegi per i contadini, né botte ai legulei.

E' per i disagi, per la fame ed il freddo
che la povera gente muore sovente
ed è senza disagi, senza fame né freddo
che i vostri signori li vanno a pestare.

Signore, ci considerate come ribelli
parlando con tono altero invece che modesto.
La giustizia non la amministrate che col bastone.

O voi che siete incaricati della giustizia,
tra di voi non si vedono che troppi prelati
e di parlarvene sono ormai stufo.

Spesso considerate folle la donna
che si vende a chi le dà più soldi,
ma voi fate spesso ben peggio.

A volte basta una rivolta,
e per il re una divisa da galeotto.
E il re morirà, ne sono certo.

envoyé par Riccardo Venturi - 19/11/2004 - 16:39


Il titolo del disco è l'enfatico recitato posto a conclusione del medesimo con accompagnamento musicale dei Tri Yann è opera dello scrittore nantese Morvan Lebesque. Trattasi di un piccolo estratto da pagina 18 (qui sotto tradotto in italiano) del libro "Comment Peut-On Etre Breton?" pubblicato sei anni prima, nel 1970 e sottotitolato "Essai sur la démocratie française". Qui il giornalista-scrittore si interroga sull'esistenza di una reale democrazia francese nel momento in cui non vengono rispettate e addirittura sono oppresse culturalmente le minoranze e auspica un'Europa che raggruppi i veri popoli che la costituiscono. Vengono rievocati dapprima la vergogna e in seguito l'onore di essere bretoni. I Tri Yann hanno fatto di questo testo un po' il loro manifesto. Vorrei ricordare che Nantes (Naoned) si trova nel dipartimento della Loira Atlantica, non nella Bretagna geografica, bensì in quella storica. Il motto della città è Favet Neptunus eunti ("Nettuno favorisce il viaggiatore").

Flavio Poltronieri


"Il bretone è la mia lingua madre? No! Sono nato a Nantes dove non lo si parla. Io sono bretone? A dire il vero, lo credo. Ma di razza pura? Che ne so e cosa importa? Separatista? Autonomista? Regionalista? Si e no. Diverso. Ma così non ci capite più niente. Cosa significa per noi essere bretoni? E prima ancora perché esserlo? Stato civile francese, mi chiamano francese e assumo in ogni momento la mia condizione di francese, la mia appartenenza alla Bretagna invece non è che una qualità facoltativa che posso benissimo negare o misconoscere. E l’ho anche fatto. Ho ignorato per molto tempo di essere bretone. Francese senza problemi, devo vivere la Bretagna come un surplus o per meglio dire nella mia coscienza. Se perdo questa coscienza, la Bretagna cessa di esistere in me, se tutti i bretoni la perdono, ella cessa assolutamente di esistere. La Bretagna non ha documenti. Ella esiste solo se ogni generazione di uomini si riconosce bretone. In questo momento nascono dei bambini in Bretagna. Saranno bretoni? Nessuno lo sa. A ognuno di loro, quando avrà l’età, la scoperta o l’ignoranza." (Morvan Lebesque)

Flavio Poltronieri - 28/2/2017 - 19:23




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