Bijelo DugmeI Bijelo Dugme (italiano: Bottone bianco) sono stati il gruppo rock più famoso della Jugoslavia. Nel corso della loro carriera hanno realizzato tredici album, vendendo più di sei milioni di dischi e segnando la storia musicale degli ultimi decenni della Jugoslavia.

Il gruppo venne fondato da Goran Bregović, che divenne leader della band fino allo scioglimento nel 1989. Bregović aveva frequentato durante l'adolescenza la scuola musicale di Sarajevo per violinisti, dalla quale venne espulso per mancanza di talento. Poco dopo l'espulsione, la madre comprò a Bregović una chitarra, evento che determinò la nascita dei Bijelo dugme.

La band nacque come Jutro ("Mattina") nel 1974 con la realizzazione del primo LP Kad bi' bio bijelo dugme ("Se io fossi un bottone bianco"). Questo album è considerato il più affine al genere heavy metal, dal quale in seguito il gruppo si allontanerà. Nei primi anni, soprattutto a opera del batterista Milić Vukašinović, la band jugoslava era fortemente influenzata dai gruppi pionieri dell'Hard Rock, come i Led Zeppelin e i Black Sabbath.

Dopo l'uscita del singolo, Bregović convinse il manager del gruppo a cambiare nome in Bijelo dugme. La band originaria era composta, oltre a Bregović, dal carismatico cantante Željko Bebek, da Vlado Pravdić (tastiere), Zoran Redžić (basso) e Goran "Ipe" Ivandić (batteria).

Nel 1975 uscì il secondo album, Šta bi dao da si na mom mjestu ("Cosa darei perché tu fossi al mio posto"), che confermò l'adesione del gruppo all'Hard Rock classico, combinato con elementi blues e di musica tradizionale balcanica. L'album vendette in tre mesi più di 200.000 copie. Nel 1976 "Ipe" Ivandić e Vlado Pravdić dovettero prestare servizio nell'esercito popolare jugoslavo e furono sostituiti da Milić Vukašinović e Laza Ristovski.

A partire dalla metà degli anni 70 i Bijelo dugme iniziarono una serie di concerti in tutti i maggiori centri della Jugoslavia, diventando uno dei gruppi più popolari: il 22 agosto 1977 venne organizzato alla "Hajducka cesma" nel Parco Košutnjak di Belgrado un concerto gratuito a cui parteciparono tra le 70.000 e le 100.000 persone. Nel 1978 Bregović venne chiamato dall'esercito e il gruppo si prese un anno di pausa. Il 10 settembre dello stesso anno il batterista "Ipe" Ivandić venne arrestato per possesso di hashish e venne sostituito da Điđi Jankelić.

Il momento di maggior successo e la prova più matura del gruppo è forse rappresentata dal quarto album, Bitanga i Princeza ("Il mascalzone e la principessa"), uscito nel marzo del 1979. Esso è considerato l'ultimo loro album fortemente influenzato dall'Hard Rock. Bitanga i Princeza contiene comunque canzoni più brevi (negli album precedenti la maggior parte superava i 6 minuti), ad eccezione di Sve će to mila moja prekriti ruzmarin, snjegovi i šaš ("Tutto ciò, mia cara, coprirà il rosmarino la neve e il giunco di palude"), una straordinaria ballata lunga più di 7 minuti che divenne una delle canzoni più popolari del gruppo.

Negli anni 80 i Bijelo dugme modificarono profondamente il loro stile, avvicinandosi maggiormente al pop, ma soprattutto rielaborando il patrimonio della musica tradizionale e del folk balcanico, riuscendo a dare una veste rock a sonorità, temi e tempi musicali tipici delle culture jugoslave. La critica musicale di Zagabria, forse in maniera un po' spregiativa, definì questo nuovo composito genere rock pastorale (pastirski rock secondo la definizione del giornalista Dražen Vrdoljak), in quanto in questa nuova fase Bregović proponeva suoni e temi poco urbani, preferendo motivi etnici e popolari.

Nel sesto album Uspavanka za Radmilu M. ("Ninna nanna per Radmila M.") fu incluso un brano, Kosovska, cantato in albanese da Željko Bebek. Ciò aprì le porte per un concerto del Bottone bianco anche a Priština, capitale della tesa Provincia serba del Kosovo.

Nell'aprile del 1984 Bebek abbandonò il gruppo per tentare la carriera da solista e venne sostituito dal giovane Mladen Vojičić, noto universalmente con il soprannome di "Tifa", cosi chiamato perché da piccolo era attratto dai treni e spesso osservandoli gridava "Ide lokomotifa", avendo problemi nel pronunciare il fonema fricativo sonoro /v/ nella parola lokomotiva.

Nel dicembre 1984 uscì il settimo album, Bijelo dugme (più noto come Kosovska djevojka, la "Vergine kosovara", poiché nella copertina era riprodotto il noto dipinto storico del pittore serbo Uroš Predić); esso conteneva anche Hej Sloveni, una versione modificata e provocatoria dell'inno nazionale federale jugoslavo. L'album ebbe uno straordinario successo (in particolare Lipe cvatu, "Tigli in fiore", brano accompagnato dal suono delle cornamuse valacche). Tuttavia, soprattutto a causa dei comportamenti decisamente poco professionali di Tifa, dei suoi problemi con alcol e droga e del suo carattere irrazionale, i rapporti all'interno del gruppo si fecero sempre più tesi. Bregović, leader incontrastato della band, pur soddisfatto dalle ottime qualità della sua voce, decise di allontanare Tifa e scelse come nuovo cantante Alen Islamović, il quale in precedenza faceva parte dell'heavy metal band Divlje jagode ("Fragole selvatiche").

Nella seconda metà degli anni ottanta uscirono gli ultimi due album del Bottone bianco, che accentuarono l'ispirazione folk: Pljuni i zapjevaj moja Jugoslavijo ("Sputa e canta, mia Jugoslavia", 1986) che presentava elementi di jugoslavismo, in un Paese in cui iniziavano ad emergere i diversi nazionalismi, e Ćiribiribela (1988), che conteneva l'hit Đurđevdan ("San Giorgio"), brano intriso di sonorità zigane, dedicato alla festa cristiano-ortodossa di San Giorgio, corrispondente all'Ederlezi delle comunità rom.

Lo scioglimento del gruppo avviene nel 1989: durante l'ultimo tour Islamović viene ricoverato in ospedale per un improvviso dolore al petto, senza che nessun membro del gruppo fosse a conoscenza del suo problema di salute. È significativo notare come lo scioglimento dei Bijelo dugme abbia preceduto di qualche decina di mesi la fine del paese di cui hanno rappresentato uno dei più grandi simboli, la Jugoslavia.

Alcune fra le canzoni più popolari del Bottone bianco sono: Lipe cvatu (Tigli in fiore), Đurđevdan (San Giorgio), Ima neka tajna veza (C'è un tacito accordo), Pristao sam biću sve što hoće (Va bene, sarò come mi vuole lei), Selma, Loše vino (Vino scadente), Jer kad ostariš (Ma quando invecchi...), Lažeš (Menti), Kad zaboraviš juli (Se dimentichi luglio), Hajdemo u planine (Andiamo in montagna), Bitanga i princeza (Il mascalzone e la principessa), Pljuni i zapjevaj moja Jugoslavijo (Sputa e canta, mia Jugoslavia), Sanjao sam noćas da te nemam (Stanotte ho sognato che non eri mia), Te noći kad umrem (La notte in cui morirò), Nakon svih ovih godina (Dopo tutti questi anni), A i ti me iznevjeri (Tu mi hai deluso troppo), Sve će to mila moja prekriti ruzmarin, snjegovi i šaš (Tutto ciò, mia cara, coprirà il rosmarino la neve e il giunco di palude).

Il Bottone e la Jugoslavia

Spesso ci si riferisce ai Bijelo dugme come ai Beatles o, meglio, ai Rolling Stones dei Balcani, ma il paragone non riesce a far comprendere cosa questo gruppo abbia significato per la Jugoslavia. Si pensi solo al fatto che il gruppo ha venduto oltre sei milioni di copie in un Paese che non raggiungeva i venti milioni di abitanti, e di cui solo diciassette parlavano il serbo-croato, diventando un fenomeno inter-generazionale.

I Bijelo dugme, forse perché provenivano dal cuore del Paese, la Bosnia-Erzegovina, hanno rappresentato l'unità spirituale della Federazione, dimostrando che esiste un comune spazio culturale fra gli slavi del sud, al di là delle differenze etniche, linguistiche, religiose e storiche.

La band si è riunita, 16 anni dopo il loro scioglimento, in un ultimo e simbolico tour che ha coinvolto le capitali di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia nell'estate del 2005, coinvolgendo tutti i componenti storici tranne Goran "Ipe" Ivandić, che si è suicidato in circostanze non chiare. Straordinario il successo di pubblico con 70.000 spettatori a Sarajevo (stadio Koševo) 65.000 a Zagabria (stadio Maksimir) e più di 200.000 a Belgrado (Ippodromo, il più grande concerto tenutosi nell'Europa sud-orientale).

Un doppio Cd Live di questi concerti è stato pubblicato nel mese di dicembre 2005.

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