Atarassia Gröp

Canzoni contro la guerra di Atarassia Gröp
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Atarassia GröpDal sito ufficiale http://www.altrove.it/atarassiagrop/

C'era un garage immerso nella campagna comasca, profumato di sogni in fasce. Lì non esisteva niente che non fosse amicizia, che non fosse sudore. Niente che non avesse la faccia di un desiderio, niente che non avesse voglia di gridare. Era il 1993, lì si formarono gli Atarassia Gröp.
Da quel momento la musica è diventata la barricata da dietro la quale sparare hardcore, ska, reggae, dub, street punk e folk verso un mondo ipocrita e individualista, che ti stringe addosso come un vestito di tre taglie in meno. Nessuna lezione di musica: era abbastanza distinguere il basso dalla chitarra, il microfono dalla bottiglia, per sputare il cuore oltre la barricata delle note scordate.
Dopo un demo-tape, affrontammo per la prima volta lo studio di registrazione dando vita ad un mini-cd (1997) intitolato "Risvolti Politico Sociali dell'Alcolismo Post-Adolescenziale". Il nostro primo disco nello stereo, le mane tese in avanti per tirare i capelli ai desideri. Innalzando la bandiera dell'autoproduzione avanzava il piccolo esercito del combat burdel, pronto a farsi strada nel vasto panorama della musica indipendente. Eravamo pronti a tutto. Anche a suonare fuori paese, eventualmente. Magari anche fuori provincia, un giorno. Sotto i palchi si radunavano gli amici, il disco passava di mano in mano, il nostro nome comparve sugli adesivi e gli adesivi comparvero un po' ovunque. -non c'era un cartello stradale o serbatoio di motorino che non ne mostrasse uno. Intanto il tempo passava ed il garage partoriva nuove emozioni. Bastavano tre note per darci fuoco. Quando, tre a tre, le note finirono in dodici canzoni, registrammo il primo LP intitolato "L'involuzione della specie" (1999). A questo punto avevamo capito da che parte imbracciare le chitarre. Seguendo l'asfalto delle autostrade iniziavamo a portare a spasso la nostra musica. I concerti si moltiplicavano e le facce sotto il palco diventavano sconosciute. I nostri testi crescevano con noi, e come noi avevano dentro grandi speranze che coloravano le parole delle canzoni di lingue diverse dalla nostra. In ".fantasmi" (2001), ancora autoprodotto, abbiamo cantato in spagnolo ("El Dios de la Selva"), in francese ("Immense et rouge"), in tedesco ("Guten Morgen") e in lingua slava ("America I Egleska"). Con questo disco inauguravamo la nostra patchanka popolare, fatta di ritmo, di ballate e di impegno sociale, unendo al tradizionale combo di batteria/chitarra/basso altri strumenti, inusuali per un gruppo considerato punk, quali il violino, la fisarmonica, le percussioni, i fiati, l'organo e la voce di una giovane cantante lirica. Alla luce della grande richiesta che seguiva l'esaurimento delle copie stampate, decidevamo di racchiudere in una raccolta (Sempre Insieme a Voi - 2002) tutto il materiale sino ad allora pubblicato, oltre che ad un inedito ("Jamal") dedicato alla tristemente nota vicenda di Mumia Abu Jamal, brano che ricevette il premio della Giuria Popolare ad un importante festival promosso da Amnesty International. La nostra barricata era diventata più grande del previsto. In tanti ci scrivevano per invitarci a suonare, ed in ogni posto la nostra voce si univa a quella dei ragazzi venuto ad ascoltarci. Ormai era il 2003 ed avevamo pronte le canzoni di AQUI ESTAMOS, disco che venne poi pubblicato dall'italiana KOB Records e dalla tedesca Mad Butcher Records. Non conoscevamo prima nè Enrico KOB nè Mike Mad Butcher, ma la fortuna li ha messi sul nostro sentiero in salita. Con AQUI ESTAMOS abbiamo girato parecchio, sia in Italia che all'estero incontrando ovunque facce che presto sarebbero diventate quelle di nuovi amici, Abbiamo brindato e suonato, riso e sperato con gente come noi. L'inizio del 2006 ha visto l'uscito dell'ultimo disco, intitolato Non si può fermare il vento. Il disco, dove ogni canzone sottende la figura di Davide che lotta contro Golia (non nell'accezione biblica ma in quella più umano del debole che affronta il potente), ci ha visto affrontare la Nostra Storia, fatta con le barricate di Parma ("L'Oltretorrente"), con l'irrisolta questione del Capitano Neri e della Gianna (partigiani comaschi caduti dopo il XXV Aprile 1945), con l'esperienza della Resistenza ("La Preghiera dei Banditi"), ma anche il Nostro Oggi, fatto di G8 ("Lettera a Genova") e di cemento in Palestina ("Spalle al Muro"). Abbiamo dato spazio anche ad altre tematiche, sia legate a più intime emozioni ("Ad Ogni Passo", "Amine di Plastica"), sia di rilievo sociale ("Vi Odio", "Sciarpe Tese", "All Reds Rugby Roma"). Viaggiando da sempre "in direzione ostinata e contraria", abbiamo anche voluto dedicare una canzone alla memoria di Fabrizio De Andrè ("Canzone di Gennaio"),. Ad oggi abbiamo calcato i palchi italiani ed europei in circa trecento situazioni diverse, abbiamo partecipato a numerose compilazioni ed ottenuto entusiasti consensi su emittenti radiofoniche su emittenti italiane ed estere, giornali, siti web e fanzines del settore.
Ma forse è un sogno, e domattina ci sveglieremo nel nostro garage di campagna.