Alfonso GattoAlfonso Gatto

Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976) è stato un poeta, scrittore, pittore, critico d'arte e critico letterario italiano.
Nacque a Salerno il 17 luglio del 1909. La sua infanzia e la sua adolescenza furono piuttosto travagliate. Fratello del pittore Alessandro Gatto, compì i primi studi al liceo classico Torquato Tasso della sua città natale, mostrandosi portato per le materie letterarie, in particolare l'italiano, e poco incline alla matematica. Al liceo scoprì la propria passione per la poesia e la letteratura.

Nel 1926 si iscrisse all'Università degli Studi di Napoli Federico II, che dovette tuttavia abbandonare qualche anno dopo a causa di difficoltà economiche.
Sposò la figlia del suo professore di matematica, Agnese Jole Turco, con la quale, all'età di 21 anni, fuggì a Milano. Ebbero due figlie, Marina e Paola .

Nel capoluogo lombardo, dove risiedette dal maggio del 1934, tra i suoi amici più assidui vi furono Cesare Zavattini, Arturo Tofanelli, Leonardo Sinisgalli, Orazio Napoli e Domenico Cantatore, coi quali frequentava i caffè cittadini.
La sua vita fu piuttosto irrequieta e movimentata, anche dal punto di vista lavorativo : dapprima commesso di libreria, poi istitutore di collegio, correttore di bozze, giornalista, insegnante.
Nonostante nel 1935 avesse partecipato ai Littoriali della cultura e dell'arte dei Gruppi universitari fascisti, già nel 1936 fu arrestato per antifascismo e trascorse sei mesi nel carcere di San Vittore a Milano.

Durante quegli anni Gatto collaborò ai più innovatori periodici e riviste di cultura letteraria (Italia letteraria, Rivista Letteratura, Circoli, Primato, Ruota). Nel 1938, insieme a Vasco Pratolini, fondò la rivista Campo di Marte per commissione dell'editore Vallecchi, un periodico che durò un solo anno. Fu comunque questa una esperienza significativa per il poeta, che ebbe modo di cimentarsi nella letteratura militante di maggior impegno . Campo di Marte (il cui primo numero uscì il 1º agosto 1938) era nato come quindicinale di azione letteraria e artistica, con l'intento di educare il pubblico a comprendere la produzione artistica in tutti i suoi generi. La rivista si ricollegava al cosiddetto ermetismo fiorentino.

Nel 1941 Gatto ricevette la nomina a docente ordinario di Letteratura italiana, per "chiara fama", presso il Liceo Artistico di Bologna e iniziò pure una collaborazione con la rivista Primato di Giuseppe Bottai, sulla quale pubblicò con continuità poesie e recensioni letterarie.
Nel 1944, iscrittosi al PCI, iniziò a collaborare a Rinascita e, dopo la liberazione di Milano, nell'aprile 1945, all'Unità.
Ha scritto e pubblicato nel 1962 una poesia sulla rivista Pioniere dal titolo: Girotondo per la città n° 5 e ha scritto e pubblicato nel 1964 un racconto sulla rivista Pioniere dell'Unità dal titolo: La partita di calcio n° 33
Fu poi inviato speciale de L'Unità assumendo una posizione di primo piano nella letteratura di ispirazione comunista . Nel 1951 si dimise dal partito e diventò un comunista "dissidente" . Il poeta, nel 1946, incontrerà la donna più importante della sua vita, la pittrice triestina Graziana Pentich per la quale abbandonò la moglie e le figlie e da cui ebbe due figli, Teodoro e Leone. La vita del poeta sarà segnata, nel 1963, dal dolore per la scomparsa di Teodoro, mentre Leone sopravvisse solo tre mesi al poeta. Nel 1964 fece parte della giuria per il premio letterario Soverato.
L'8 marzo del 1976 Gatto si trovava a Grosseto e si mise in viaggio lungo l'Aurelia diretto a Roma, a bordo di una Mini Minor alla cui guida si trovava Paola Maria Minucci. L'auto finì fuori strada nei pressi della Torba di Capalbio e il poeta fu trasportato d'urgenza a Orbetello dove, per via delle condizioni ormai critiche, si decise di caricarlo sull'ambulanza in direzione dell'Ospedale di Grosseto. Alfonso Gatto spirò alle ore 16:10 mentre si trovava ancora a Orbetello .

È sepolto nel Cimitero monumentale di Salerno sua città natale: sulla sua tomba, che ha un macigno per lastrone, è inciso il commiato funebre dell'amico Eugenio Montale:

«Ad Alfonso Gatto
per cui vita e poesie
furono un'unica testimonianza
d'amore»